Siamo alla quarta edizione della rassegna “L’Arte del Riso”, piacevole appuntamento autunnale dove “tutto o quasi” è a base di riso.
Per questa serata scegliamo “La Pieve” ristorante che non ha mai tradito le attese riservandoci, grazie alla maestria dello chef Alain, piacevoli sorprese.
Decidiamo di accompagnare il tutto con un lambrusco 800 nero della cantina Albinea-Canali, ottimo vino facente parte del “pacchetto” , alcune bottiglie d’acqua completeranno “i beveraggi”.
Si parte subito con un piatto che si rivelerà piuttosto ardito,
“il risotto al sorbetto di lambrusco nella cialda di Parmigiano-Reggiano”, nulla da eccepire sulla cottura e sulla qualità del riso, nemmeno sull’impiattamento, dove fa bella mostra una palla di sorbetto dal bel colore violaceo; unendo riso e sorbetto ne fuoriesce un gradevolissimo accostamento che invece diventa un po’ troppo forte se si decide di mangiarli in maniera separata.
Proseguiamo con “il riso al burro di Normandia con le pere abate ed il Parmigiano-Reggiano delle Vacche Rosse”, piatto semplice ma da altissima cucina, i cubetti di pera, appena scottati, donano un “qualcosa” di inimitabile.
Ed ora un piatto della cucina locale (o quasi), “il riso con la zucca mantovana ed il balsamico reggiano”, delicatissimo, dolce ma non troppo, ed un bel tocco di colore che non guasta.
I tempi sono stati un po’ dilatati, ma è segno di “piatto espresso” e non precucinato.
E si arriva a quello che dovrebbe essere un secondo, ma che si avvicina molto ad un quinto primo,
“il risotto al porro stufato con dadolata di cotechino”, anche qui ci troviamo di fronte ad un piatto delicatissimo, il sapore non invadente del porro si sposa alla perfezione con i tocchetti di cotechino artigianale.
Tutto questo non ci ha riempito in modo particolare, le porzioni non erano abbondanti, ma ciò ci ha permesso di assaporare e gustare ogni portata fino ad arrivare al dolce,
“la crostatina di riso”, che non è una torta di riso, ma proprio pastafrolla racchiudente un cuore di riso, molto buona ed assolutamente originale.
Termino con un caffè e due chiacchiere con lo chef, sempre affabile e gentile, un vero professionista.
Spesa fissa di 25 euro “tutto compreso”, per una cena da applausi.