E’ da quando frequento GM che mi ero proposto di assaggiare la Cotoletta Cervetta, approfitto degli Appuntamenti Gastronomici 2015 e prenoto !!!!
Non è proprio facile trovare un parcheggio nelle vicinanze, ma qualche centinaio di metri a piedi non mi spaventano e parcheggio in Via Berengario per una bella passeggiata in una Modena quasi deserta.
Arriviamo puntuali e siamo i primi clienti, non più di trenta coperti, splendide travi a vista, qualche abbellimento originale: aerei, sistema solare, stampe.
Ci vengono portati i menù, ma siamo qui per il menù fisso e dalla carta dei vini scelgo un calice di un “ben strutturato” Valpolicella (di cui non ricordo la cantina) cui aggiungiamo un paio di bottiglie di acqua frizzante e non.
Assieme alle bevande ci viene consegnato un sacchetto contenente pane e trecce, tovaglietta e tovagliolo sono di carta, i bicchieri un po’ naif, originali i piatti in vetro.
E partiamo subito con l’antipasto.
Polentine con funghi porcini e chiodini, delicatissime, giusto grado di morbidezza, ottimi i funghi.
A seguire:
Maccheroni al pettine al ragù di coniglio e lardo di Colonnata, porzione abbondante, cottura al dente, sugo delicato cui la fettina di lardo concede un po’ di sapidità, nell’insieme un ottimo piatto.
Poco prima chiariamo con la gentile e preparata cameriera (forse anche proprietaria?), che una delle cotolette dovrà essere classica e non “Cervetta”.
Cotoletta “Cervetta”, ed eccole arrivare, gigantesche, tenerissime, splendidamente panate e fritte, con l’osso, ricoperte da cipolla tagliata fine, un mare di rucola e tantissimi pomodorini tagliati a metà e per finire l’aggiunta di aceto balsamico, un mix azzeccatissimo, standing ovation, ho provato a gustarla anche “da sola”, non è la stessa cosa.
A volte sono tentato di “rosicchiare” l’osso, non lo faccio mai, ma mia madre ha gradito tantissimo questa “pratica cannibalesca”.
Ed arriviamo al dolce, anche se ormai siamo pieni, d’altro canto la cotoletta vale una cena.
Mascarpone al cioccolate fondente 72, per fortuna la porzione non è gigantesca, spumoso, non dolcissimo e comunque stemperato da una cospicua aggiunta di cioccolato amarissimo, ne avrei mangiato ancora ma nessuno me ne ha lasciato.
Chiudiamo con paio di caffè di cui uno macchiato.
Sensazione di aver mangiato in maniera superlativa in un locale che fa della qualità del cibo e dei particolari, una caratteristica determinante, proprio per questo mi permetto un paio di osservazioni come l’ossicino nel ragù di coniglio e la tazzina crepata, e se il primo può scappare, il secondo non dovrebbe.
Al prezzo fisso del menù aggiungiamo il costo del calice di vino e delle bottiglie d’acqua che, se vogliamo sottilizzare, a tre euro la bottiglia non mi pare proprio “a buon mercato”.
21/03/2015
:clap: