Raccontare un’esperienza non altamente positiva su un locale che normalmente eccelle è veramente uno sforzo notevole: occorre cercare di non tener conto del passato e limitarsi a parlare del presente senza lasciarsi andare all’emozione e cercando di rimanere obiettivi, se poi si riesce ad esporre i fatti evitando commenti più o meno espliciti, il fine è raggiunto.
Prenotazione per quattro per le 20:30, sappiamo che Paolo e Cinzia sono perennemente in ritardo per cui quando ci viene chiesto di attendere cinque minuti in quanto si deve liberare un tavolo che aveva promesso di lasciare il posto a quell’orario non facciamo nemmeno una piega, anzi ci accomodiamo sotto un bersò gratificati da due flûte di prosecco gentilmente offerti.
Peccato che arrivino gli amici ed il tavolo ci venga liberato alle 21:00
Ci sediamo nell’ampia veranda estiva e altri minuti che passano senza che nessuno venga a prendere le ordinazioni, passi che siamo lì per la rassegna “Dal Tortello alla Torta” ma stasera la velocità è un optional.
Le donne si iniziano a spazientire e chiamano la prima cameriera che passa facendosi portare un paio di bottiglie d’acqua frizzante cui ne seguirà un’altra nel corso della cena.
Finalmente riusciamo a confermare il menù della serata e ad ordinare il vino, da uve Maestri, Marani, Salamino, Malbo Gentile un discreto Montiglio della Cantina Due Torri che ci verrà servito dopo l’antipasto.
L’antipasto è un fornito tagliare con mortadella (un po’ troppo aromatica), salame (discreto), pancetta (ottima) e prosciutto stagionato (da applausi), gnocco fritto in piccoli pezzi ed uno scacco di ottimo erbazzone reggiano.
Commento fuori campo: il vino si sarebbe abbinato alla perfezione.
E via con la tortellata, all’interno del medesimo piatto “ad personam”:
tortelli di ortica al sugo di pomodoro fresco, delicatissimi non fosse che il pomodoro sovrastava il gusto del ripieno;
tortelli di cinghiale con burro e alloro, ottimi anche se fin troppo delicati per un ripieno di selvaggina.
E successivamente, in pirofila da portata:
tortelli di radicchio con gorgonzola e noci, da applausi, anche se un po’ pannosi;
e “dulcis in fundo” l’ultima pirofila:
tortelli di pasta integrale con ripieno di patate e speck in crema di zucchine, senza esitazione il piatto principe della serata, ripieno armonioso e condimento azzeccatissimo.
E si termina con il consueto piatto di Torte miste della casa: salame di cioccolato, crostata alle ciliegie, torta di tagliatelle, di ricotta e cioccolato, tutto molto buono e….non rimane nulla.
Alla fine il mio solito caffè e rifiutiamo il nocino previsto nell’offerta.
Le ultime chiacchiere e si fa a pagare, con grande sorpresa ci viene proposto un conto di 95 euro, e con ancor più grande sorpresa mi lascio sorprendere e paghiamo senza esitazione anche se in fronte mi si accende una scritta “guarda che sono 80 euro, c’è un errore”, rimugino ma vado oltre.
Durante la notte il dubbio mi attanaglia, consulto l’opuscolo ed ho la conferma, al che invio un messaggio al titolare che mi richiama prontamente dicendo, “mi scusi, me ne sono accorto quando un altro tavolo è venuto a pagare, alla prossima occasione Lei ha un bonus di 15 euro”.
Tutto è bene ciò che finisce bene ma: al di là di un menù perfetto e da voto pieno, le mancanze della serata sono troppe, tavolo prenotato concesso con mezz’ora di ritardo, ordinazioni prese in ritardo, vino servito dopo l’antipasto, conto errato e salvataggio in corner.
Le serate storte possono capitare, meglio che il problema sia dovuto al servizio piuttosto che alla qualità dei piatti serviti, sicuramente mi fosse capitato in un ristorante che frequentavo per la prima volta me ne sarei andato ancor prima di sedermi sotto il bersò.
L’emozione mi farebbe propendere per il terzo cappello ma, vista la “gravità” delle mancanze, penso si più equo assegnarne soltanto due con la motivazione “stasera è andata così, di solito va molto meglio, anzi, questo è un ristorante dove è eccellente anche il servizio che stasera ha un po’ lasciato a desiderare”.