L’imperativo di Teresa era chiaro, “dovresti trovare un ristorante per sabato a pranzo per 10/12 persone” , un paio di locali, nelle vicinanze di Gualtieri, che non hanno mai sbagliato li avevo focalizzati ma, la voglia di cambiare mi ha portato a prenotare al “Bortolino”, di cui amici fidati mi avevano parlato in maniera egregia.
All’ultimo momento il numero di partecipanti lievita a SEDICI, speriamo bene.
L’Osteria da Bortolino si raggiunge percorrendo il ponte sul Po che collega Boretto a Viadana, subito dopo, al semaforo si scende a sinistra lungo la strada che, fra i pioppeti, in piena golena, porta all’imbarcadero.
Storicamente era la baracca di guardia al ponte di barche, ora splendidamente ristrutturata si è “riciclato” a ristorante rustico, travi in legno, tavoli e panche in legno, tovagliato di carta, bicchieri da osteria, ma i calici per il vino sono perfetti.
Arriviamo puntuali e mi fiondo all’interno per comunicare la variazione di numero, piccolo tentennamento e……nessun problema.
Il menù è proposto su un paio di lavagne che vengono portate direttamente ai tavoli, già questa originalità merita un cappello in più.
Una trentina di piatti fra antipasti primi e secondi, alcuni classici altri più originali, spicca la cucina del territorio con qualche divagazione “marina”.
La simpatica e preparata titolare, visto che ognuno sceglierà alla carta, pardon, alla lavagna, ci consiglia di fare due giri e così faremo, senza distinzione fra secondi, primi od antipasti che siano.
Ed è così che in un tourbillon da “trance agonistica” vengono ordinati, e sicuramente dimenticherò qualcosa:
Tortelli di zucca
Tortelli verdi
Zuppa di Ovuli
Boboburgher di vitella piemontese delle langhe
Flan di amaranto con salsa al gorgonzola
Bigoli al torchio con ragù di anatra
Verdure in crosta
Stinco al forno
Guancialino con polenta
Purè di fave con radicchio
Spalla di San Secondo
ed è “clamoroso” che in questo marasma nessun piatto arriva sbagliato, tutto perfetto il primo giro, nel secondo arriva un piatto in più di Spalla che viene facilmente assegnato e condiviso: trentatré piatti, un servizio ed una tempistica eccellente.
Da bere, accanto ad alcune bottiglie d’acqua che non avranno grande successo andiamo su:
da uve Lambrusco Viadanese “Boschetto di Viadana” dell’ Azienda Agricola Longhera di Miglioli Alberto, un Lambrusco Mantovano rifermentato con metodo Martinotti , dalla bella spuma sanguigna ed un gusto morbido che ho personalmente apprezzato moltissimo;
apprezzato da molti dei commensali l’altro vino, da un misto di uve (se volete lo chiamo blend) “Ponente 270” dell’Azienda Agricola Denny Bini di Coviolo, dal bel colore rosso rubino violaceo e dalla gradazione piuttosto “importante” per un lambrusco o “presunto tale”.
E per terminare un paio di assaggi di cheesecake e soprattutto sbrisolona come se piovesse accompagnata da un malvasia dolce di cui non ricordo il produttore.
Non ci sono state lamentele ma solo complimenti, qualcuno sarebbe rimasto ad assaggiare altri piatti che già in parte avevamo condiviso, della serie “Tu assaggia questo che io assaggio un po’ del Tuo”.
Mi soffermo su quello che ho ordinato e mangiato personalmente:
Tortelli di zucca, a cappellaccio, pasta spessa, ripieno dolce ma non dolcissimo, emerge l’amaretto, conditi con burro e parmigiano reggiano (anche se qui siamo già alla sinistra del Po e si produce un altro tipo di grana) ;
Boboburgher di vitella piemontese delle langhe, praticamente una tenerissima svizzera con contorno di ottime patate al forno ed insalata mista, che non sarà un piatto della tradizione locale ma mi ha deliziato il palato.
In più ho assaggiato una cucchiaiata di Zuppa di Ovuli, non sempre presente in menù, che mi ha impressionato per delicatezza e sapore.
Non potendo assegnare un cappello supplementare mi limito Ad assegnarne cinque ed al giudizio “IMPERDIBILE”.
12/10/2015
dalla "regia" mi fanno notare che fra i piatti ordinati ho dimenticato sicuramente i passatelli in brodo e anche la serie di caffé finali :chuckle: dvinter vech'