I gestori,la famiglia Bergonzi, si occupano di gastronomia dal lontanissimo 1780. A quei tempi il vecchio rustico di famiglia diventò spaccio di generi alimentari e stazione di ristoro per viaggiatori. Il posto si chiamerà poi "Osteria Marietta", "da Ernesto" e infine, è storia degli ultimi decenni, "Al Vedel", versione dialettale di Le Vedole, la frazione dove si trova il locale, poco fuori Colorno.Qui siamo nella Food Valley, posto unico al mondo, che fa parte delle eccellenze del nostro paese, e lo lo si capisce subito, visitando il Podere Cadassa, dove viene lavorata la carne di maiale per preparare gli insaccati. Noi infatti cominciamo proprio da lì, e ci facciamo accompagnare da un gentile cameriera a fare il tour delle cantine. Lunghissime, pavimento e volte in cotto, controsoffittate, è proprio il caso di dire, da una moltitudine sterminata di culatelli, salami, spalle,pancette : uno spettacolo, non credevo che ci si potesse emozionare davanti a tutto questo ben di Dio come al cospetto di un'opera d'arte. Al termine della visita ci facciamo portare an nostro tavolo, prenotato per tempo, dato che nel week end il locale è spesso esaurito. Il ristorante ha un'atmosfera tranquilla e famigliare,molto accogliente e arredato in modo rustico.elegante. Tovagliato disposto con molta cura, camerieri in livrea, estremamente prodìfessionali senza essere invadenti. Invitante il cestino del pane con gnocco ingrassato, pane bianco, pane integrale, grissini fatti a mano.. Il menù prevede una cucina parmigiana rivisitata e qualche piatto di pesce, di mare e di fiume, non dimentichiamo che a pochissimi chilometri c'è il Po. Straordinaria la lista dei vini, che comprende 1500 etichette italiane e straniere. Angela sceglie un antipasto, le capesante dorate al curcuma con misticanza mediterranea ed emulsione al riccio di mare : cinque bei molluschi presentati allineati su un piatto ovale, tenerissimi e ben abbinati con le verdure e la curcuma, una sorta di zafferano esotico. Io parto invece col primo e ordino i tagliolini ai ricci di mare, ottimi, sugo perfetto e ben amalgamato alla pasta. Di secondo madame ordina chele di granchio reale gratinate con crostoni e salsa guacamole. Piatto sontuoso a dir poco : grosse, abbondanti e tenere le chele del crostaceo, un animale che raggiunge anche dimensioni notevoli e che proviene dall'Atlantico.L'avevo assaggiato quindici anni fa in Argentina, ma non era obiettivamente così buono. Io invece mi lascio tentare dal piatto di pentola rappresentato dalla zuppa di pesce, presentata nella pentola in ghisa e guarnita da crostoni : una vera zuppa fatta a regola d'arte, con astaci, gamberetti, calamati, cozze, vongole, pesce bianco (merluzzo, scorfano, nasello), accolti in un brodo strepitoso dove riesci ad apprezzare i mille sapori del mare. Come vino abbiamo scelto un buon Sylvaner Valle Isarco 2010 Peter Pliger. Il dolce non ci stava proprio, così ordiniamo due caffè che ci vengono portati assieme ad un piatto di piccola pasticceria, anche questa da mettere nel nel libro dei ricordi : tutto fatto da loro, dai cantuccini alle praline di cioccolato, dal pistacchi caramellatii alle scorxze di agrumi candite, e tutto buonissimo. Per finire una grappa bianca. Il posto è di una qualità superiore.Questa volta abbiamo provato la cucina di mare, la prossima volta sarà il turno di quella di terra.Se qualcuno degli amici giemmini avrà intenzione di andarci, non dimentichi di visitare le cantine del Podere, vero santuario di tutto il complesso.
12/10/2015
Da tempo immemorabile ce l'ho in lista, io sarei curiosa di provare la selezione dei culatelli di zibello e la spalla cruda di palasone, secondo me questo è il regno incontrastato dei salumi :yes: :yes: :yes: