Recensione su Castello di Verrazzano Greve in Chianti
visitato da tranzollo il 24.10.2015

Recensione su
Castello di Verrazzano
Greve in Chianti

Visitato il 24.10.2015
Imperdibile!!!
Scritta da tranzollo
Servizio: Ristorante
Contesto: degustazione vini
Spesa a testa: 45.00
Coperti: 2
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Il posto è splendido, nel cuore del Chianti, qualche chilometro prima di Greve. Il castello, di origini antichissime, era di proiprietà dei Verrazzano che lo ristrutturarono nel XVI secolo e che lo tennero fino al 1958. Qui nacque il famoso navigatore Giovanni da Verrazzano, scopritore della costa atlantica degli Stati Uniti a cui New York dedicò il celebre ponte. Oggi la proprietà è della famiglia Cappellini che è stata una delle prime della zona a credere nella viticoltura di qualità. Dalle terrazze del castello si dominano le spettacolari colline dell'azienda con vigneti e oliveti.Una buona quota di visitatori sono stranieri perchè conoscono e apprezzano particolarmente il Chiantishire come da loro viene chiamato. Una simpaticissima guida inglese bilingue che avendo sposato un italiano sono trent'anni che abita nel Chianti, ci ha accompagnato (eravamo 20 visitatori in tutto, 6 italiani e 14 stranieri, soprattutto americani) in un'interessante visita guidata al castello, ai suoi giardini, alle magnifiche e antiche cantine. Poi ci siamo accomodati in una suggestiva sala con camino dove è iniziata la degustazione. Cinque vini in tutto, di cui un discreto Verrazzano Rosso IGT 2013 (Sangiovese e Merlot), seguito da un buon Chianti Classivo Verrazzano DOCG 2012 (Sangiovese e Canaiolo), da un ottmo Chianti Classico DOCG Riserva 2011 (Sangiovese e Canaiolo) e da un Supertuscan annata 2011 (Sangiovese e Cabernet Sauvignon), un vino di grande personalità e ottimamente costruito, non al livello dei Supertuscan di Bolgheri ma comunque di notevole qualità.I vini presentati sono stati abbinati ad un buon primo di penne con pecorino, pomodoro e spezie, e un Gran Tagliere Verrazzano, un tagliere enorme che personalmente ho faticato a finire, che comprendeva prosciutto, salame toscano, finocchiona, salamino di cinghiale, crostino nero con lardo, soprassata, pecorino, caprino con miele di fattoria. Per finire, e non poteva essere altrimenti abbinandolo a ottimi cantuccini artigianali, un bicchiere di Vino Santo "Il Canonico Ludovico". Abbiamo concluso con caffè e grappa, anche questa di produzione locale. Bella esperienza, personale molto professionale, dalla guida ai camerieri, posto di grande fascino, sono queste le eccellenze italiane che gli stranieri ci inviìdiano e che noi dovremmo far conoscere ancora di più.     

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