Io e mio marito con un gruppetto di amici ci ritroviamo a Piacenza in occasione di una conferenza sulla fantascienza. L’obiettivo, oltre alla conferenza, è ritrovarsi per trascorrere insieme qualche ora piacevole chiacchierando attorno a un tavolo. L’obiettivo è raggiunto prenotando alla Carrozza, dove ero stata in passato trovandomi molto bene.
E’ un locale non in pieno centro storico ma comunque vicino, il centro lo si può raggiungere comodamente a piedi infatti; in più, ha vicino un comodo parcheggio, per la bella stagione ha una veranda che si affaccia sulla strada e d’inverno ospita i clienti in più sale di diverse dimensioni. Noi veniamo fatti accomodare in una sala che era una veranda ora interamente chiusa da teli e ben riscaldata da stufe e funghetti, tanto che non avrò freddo neppure io! Le pareti sono adornate da oggetti curiosi, tipo chiavi o altri oggetti e utensili in ferro appartenenti al mondo contadino o comunque passato; ci sono anche lavagnette, stampe e suppellettili varie, in un insieme molto singolare e rustico che tuttavia non mi dispiace, anzi conferisce al locale una nota di colore e ruspante simpatia.
I tavoli in legno sono apparecchiati in modo semplice, con tovagliette di carta, tovaglioli ahimè anch’essi di carta e una coppa di ceramica bianca per il vino al posto del bicchiere!
Il ristorante è affollato, ma il servizio è celere e gentile e nessuno ci mette fretta, anzi.
Leggiamo il menù e decidiamo di partire con antipasti uguali per tutti, siamo in 7 ma la cameriera ci consiglia di prenderli per 4 dato le porzioni generose e noi seguiamo il suo gentile consiglio. Iniziamo perciò le danze con un tagliere di affettati misti, buonissimi (mortadella, ciccioli, crudo, pancetta e coppa, uno migliore dell’altro) preceduto da un salamino offertoci come entrée; proseguiamo con una deliziosa giardiniera e una strepitosa bortellina tipica piacentina (una sorta di crepe senza uova), molto unta a dire il vero ma saporitissima anche grazie alle cipolle, ne avrei mangiata una intera!
Insieme all’antipasto, oltre all’acqua beviamo un Lambrusco Marcella se ricordo bene, veramente buono a mio modesto parere, anche se poi proseguiremo con un vino più corposo e ugualmente gradito, un Gutturnio (due caraffe).
Dopo gli antipasti, ognuno sceglie un primo e un secondo diversi: io ordino un primo tipico piacentino, pisarei e fasò, abbondante e gustosissimo, in pratica gnocchetti di farina e pangrattato conditi con fagioli, lardo e pomodoro. molto saporito; per secondo ordino asinina con polenta: carne tenerissima, sughetto delizioso che invoglia alla scarpetta (semplice e morbido il loro pane) e ottima polenta morbida.
Qualcuno tra cui la sottoscritta osa anche prendere il dolce: un tiramisù leggermente più freddo e più alcolico del solito ma comunque buono.
Concludiamo con caffè e un onesto conto di 34 euro a persona.
Sono stata molto bene, l’ambiente è simpatico e informale, adatto a compagnie di amici che vogliono chiacchierare in tranquillità mangiando tanto e bene; la cucina è tipica e indubbiamente squisita, lo consiglio.