Martedì 5 gennaio a cena SPECIALE FUORI MENU’ BORLENGHI, è questo l’evento riportato su GM e mi pare che sia un’ottima maniera per continuare questa maratona gastronomica che ci accompagna da almeno quindici giorni (ed io di maratone me ne intendo).
Per cui direzione Ubersetto previa prenotazione la sera prima.
Di solito mi so districare bene fra le strade di campagna, ma stasera ho dovuto chiedere un piccolo aiutino al navigatore che non ha sbagliato nessuna svolta, né a destra né, per par condicio, a sinistra.
Ampio parcheggio e locale piccolino, si entra dal bar dove quattro vegliardi, che ho salutato corrisposto, erano impegnati in una partita a carte ed un gruppo di giovani a qualche gioco su pc.
Veniamo fatti accomodare nella saletta adiacente, un po’ fresca, dove sono presenti non più di una decina di tavoli apparecchiati con tovagliato di carta, posate, bicchiere e oliera e ci vengono consegnati i menù che è più vario di quel che pensassi.
Accompagnati da acqua naturale e da un mezzo litro di bianco frizzante in caraffa qui l’eccessiva freschezza ha nascosto eventuali magagne, optiamo per un tris di tortelloni:
ortica e pancetta: buonissimi, pasta spessa e cottura al dente;
ai funghi e tartufo: delicatissimi ma cottura un po’ più “andata”;
ricotta e spinaci: conditi di solo burro & salvia, classici, ottimi.
Divagazione gastronomica sui tortelloni: probabilmente per gusto & tradizione preferisco i tortelli reggiani, dove la ricotta è un optional e, spesso, è quasi inesistente, ma quando, come in questo caso, la ricotta è eccezionale (fatta arrivare freschissima da Montecreto) anche i tortelloni modenesi risalgono la classifica delle mie preferenze, unico neo è che se ne mangia un po’ di meno per via di quel “gradevolissimo senso di sazietà” che provocano.
La rotta era per i Borlenghi e sui Borlenghi si vada, primo giro un borlengo a testa condito in modo classico con battuto e parmigianoreggiano servito a mano in un comodo tovaglioloportapiada (in questo caso portaborlengo): da applausi.
Secondo giro un borlengo a testa ma Gherta opta per quello con Nutella e chiude la serata.
Terzo e Quarto giro, partecipo solo io e l’ultimo mi mette a dura prova, tanto che chiederò un time-out di 10’ prima di procedere all’ordinazione del dolce.
Già, perché ormai che ci siamo, per non lasciare nulla al caso, ordino anche uno stratosferico Mascarpone con Torta Barozzi, mentre Andrea riparte e chiude con un discreto Salame Dolce.
E ci fermiamo qui!
Ambiente molto spartano e simpatico al limite del naif, personale “alla buona” a partire dal titolare con favoloso treccione annodato da fare invidia, alla ragazza che ci ha servito, ai “mastri borlengai” con i quali è stato facile improntare qualche piacevole chiacchiera.
In linea di massima ci siamo trovati come “a casa di amici” e, ne sono certo, la prossima volta questa sensazione sarà “quasi vera”.
Riguardo la qualità del cibo nulla da dire, tutto promosso a pieni voti, qualche riserva sul vino e sulla climatizzazione del locale, ma occorre chiarire per l’ennesima volta il contesto in cui ci troviamo.
Bella e piacevole serata da consigliare senza esitazione, e se mancava un mezzo cappello viene attribuito d’ufficio per il prezzo pagato: € 63 scontati a 60!!!
06/01/2016
noi andiamo spesso ai Faeti data la vicinanza da casa, a me pare di essere a mangiare in casa con amici senza il bisogno dopo di sparecchiare e lavare i piatti. Poi è ovvio che non è un posto esente da pecche.