L’Orto della Carmen, già il nome di questo agriturismo è accattivante, il fatto che sia relativamente vicino a casa lo fa salire al primo posto nelle preferenze di chi non ama muoversi troppo da casa…..e non è il mio caso.
Ci si arriva per una stretta strada di campagna e la serata limpida aiuta l’autista (IO), probabilmente in serate di nebbia l’avvicinamento sarebbe un po’ più problematico.
E’ buio, ma il fabbricato è molto bello, con tanto di porticato che, mi diranno, d’estate viene sfruttato per “mangiare fuori”.
Pochi tavoli, circa quaranta coperti, tovagliato in stoffa e piatti, piattini e sottopiatti in abbondanza, così come doppio bicchiere, per il vino un superbo calice e doppie posate.
La simpatica cameriera, visto che siamo i primi, ci propone di scegliere il tavolo da quattro che preferiamo e subito dopo si avvicina con una bottiglia di naturale ed una di frizzante, scegliamo la prima e successivamente ne verrà richiesta un’altra.
Il menù è “a voce”, ma scritto per lei sul blocchetto delle ordinazioni, sistema pratico ed efficiente per non dimenticare nulla.
E’ il compleanno di Gherta, se ricordo bene il 19°, per cui si va dall’antipasto al dolce: partiamo con frittelle di baccalà, splendide, in piccoli pezzi, giusta “colla” che avvolge un ottimo “pesce veloce del Baltico”, frittura asciutta, porzione esagerata; e con un tortino al formaggio con crema di piselli, una sorta di soufflé molto morbido e delicato che non faccio in tempo ad assaggiare.
Da bere, visto che non hanno mezze bottiglie né mescita al calice, mi faccio portare un Migliolungo della Cantina Sociale di Arceto prodotto con l’uva dell’Istituto Tecnico Agrario frequentato in gioventù, il mitico ZANELLI, quanti ricordi e se qualcuno fosse interessato ad approfondire la conoscenza di questo vino lo invito a collegarsi a questo link http://www.zanelli.gov.it/prodotti/migliolungo.htm .
Passiamo ai primi, Gherta opta per Rosette classiche, il figliolo per Tortelli Verdi, altrettanto classici, forma a raviolo come la tradizione reggiana pretende mentre io e la mamma scegliamo Spaghetti alla Chitarra con pancetta croccante, broccoli e porro, condimento semplice ma veramente gustoso.
Riguardo ai secondi, Gherta va su Verzini ripieni di Zucca, originale e molto buono, la mamma sul coniglio arrosto che è stato gradito (il che non è sempre scontato), mentre io ed Andrea andiamo su filetto di maiale arrotolato con prosciutto e funghi porcini, una rivisitazione della Rosa di Parma, tenerissimo, servito affettato, un’esplosione di sapori.
Un paio di porzioni di patate arrosto aromatizzate al rosmarino ed altre erbe aromatiche (che non riusciremo a finire) completa il tutto.
E mentre Andrea salta il dolce noi ci buttiamo su un piatto che è un must del locale: Crema Chantilly cosparsa di croccante grattugiato, una vera delizia anche per il fatto che la crema non è dolcissima ed il gusto del croccante ne è esaltato.
Terminiamo con un unico caffè direttamente dalla moka, cosa che io non amo ma la mamma gradisce moltissimo.
Personale attento e gentile, tempistiche giuste, acustica che, a locale pieno, non è proprio ottimale, meglio richiedere il conto al tavolo per questioni logistiche, anche la “chef”, che in questi casi preferisco chiamare “la rezdora” è simpatica, affabile ed alla mano: UNA BELLA ED IMPERDIBILE SERATA.
Il prezzo valutatelo Voi, ma mi pare assolutamente concorrenziale per la qualità e la quantità di quanto è stato consumato.
08/02/2016
Auguri a Gherta :cake: