CASA MOTTA, un casale dell’800 piacevolmente recuperato, sorge nel cuore della campagna reggiana, nei pressi del Fiume Po e di Brescello, paese di Peppone e don Camillo; questo cita un trafiletto del loro sito web.
C’ero già stato alcuni anni fa e ne serbavo un ottimo ricordo e quando mi è stato proposta questa cena nell’ottica della rassegna Itinerari Gastronomici Reggiani, ho accettato di buon grado.
Menù alettante dall’antipasto al dolce compreso caffè e nocino oltre ad un ottimo lambrusco scuro prodotto dalla cantina di Mezzani che riporta la simpatica etichetta “noi lo abbiamo assaggiato prima di Voi” .
ANTIPASTO, salumiterapia con gnocco fritto e piada di polenta ai ciccioli, ottimo il gnocco, pezzi piccoli, poco unto, friabile, splendido ed abbondante l’assortimento di salumi (prosciutto crudo, coppa, salame, mortadella), particolare la schiacciata di polenta ai ciccioli.
BIS DI PRIMI,
ravioli alla cipolla borettana DOP, credo di essermi fatto riempire il piatto tre volte, un sapore deciso ma esaltante in una pasta dalle giuste caratteristiche, conditi di solo burro senza l’aggiunta del re dei formaggi, è stato il piatto principe della serata;
risotto asparagi e fiammiferi di culatello, piatto più classico del precedente, l’asparago copre un po’ il gusto del culatello che rimane un po’ “comparsa”, ben mantecato, al dente, anche qui me ne faccio portare un rinforzo.
SECONDO,
medaglione di filetto di maialino avvolto nella pancetta (33 mesi) con crema di Parmigiano-Reggiano e noci, servito su un piatto quadrato a mo’ di tavolozza con ottime patate al forno, discreto ma non tenerissimo il filetto, in ogni caso un piatto soddisfacente.
E PER FINIRE,
carrellata di dolci caserecci, un piccolo scivolone è stato portare tre assaggi di ogni tipo di torta (eravamo in quattro) anche se siamo quasi certi che sia stato scambiato il piatto con il tavolo a fianco (erano in tre), ma dato che eravamo “alla frutta” il problema non si è posto, degna di menzione la torta di riso ed anche quella cacao e pere, probabilmente la crostata ai frutti di bosco e la torta al cocco, ma se debbo “peccare” preferisco i dolci al cucchiaio.
Un caffè ed un nocino “della casa” per concludere degnamente una splendida cena.
Cibo ottimo, servizio all’altezza, un paio di situazioni “naif”, non ultimo il fatto di aver prelevato dal tavolo lo zucchero dopo 8/10” che mi era stato servito il caffè (anche qui problema di poca importanza, io lo bevo amaro) ed un conto assolutamente “competitivo”.
26/03/2016
per completezza d'informazione, sul tavolo, fuori menù, un paio di polpette tagliate a metà e qualche cubetto di frittata con verdure, il tutto un po' freddino e, come dici sempre, non degno di menzione :chuckle: e il mio filetto non era neppure tenerissimo :marameo: