A Parma in occasione del giovedì santo sono aperti il Duomo, fresco di restauro, e il vicino battistero mentre sono purtroppo chiusi il monastero benedettino con annessa biblioteca che avremmo voluto vedere. Ci "accontentiamo" di entrare in Duomo e nel battistero, magnifici! E’ la prima volta per me e rimango estasiata dalla loro bellezza, in particolare dai colori vivi delle scene dipinte in tutta la chiesa.
Per pranzo abbiamo prenotato in una trattoria del centro, quando io e mio marito arriviamo è presto tanto che è vuota ma nel corso del pranzo si riempirà. L'ambiente è rustico e piacevole, da trattoria di una volta, con tanti oggetti e arredi in legno, i tavoli però sono ben apparecchiati e il servizio pur informale è veloce e gentile.
Il personale è composto principalmente da camerieri stranieri, ma la cucina proposta è tipica del luogo. Ordiniamo dunque spalla cotta e torta fritta per uno, che ci divideremo, due primi e a seguire due dolci, da bere una bottiglia d’acqua.
La torta fritta è più o meno il “nostro gnocco” ma più spessa, decisamente più unta e quindi più pesante, comunque molto buona, la spalla cotta è saporita e ottima. Già con questo antipasto saremmo quasi sazi, ma gustiamo comunque il primo: per me gnocchi al gorgonzola e noci, buonissimi e ben conditi, per mio marito lasagne, più chiare e leggermente diverse rispetto a quelle a cui siamo abituate, ma molto buone. Le porzioni sono generose.
Il secondo non ci sta ma non rinunciamo al dolce, fatto in casa: una fetta di torta alle mele, calda e fragrante, servita con una pallina di buon gelato alla crema; e una fetta di torta alla ricotta e cioccolato, deliziosa.
Terminiamo il pranzo con due caffè e un conto, onesto, di 36 euro. Soddisfatti, usciamo e riprendiamo i nostri giri: ci vuole proprio una bella passeggiata per digerire bene la cucina emiliana, ottima ma pesantuccia. Per fortuna c’è il sole.