Prima di raggiungere l’autostrada per l’ultima gita “fuoriporta” delle vacanze natalizie, io e mio marito ci fermiamo alla trattoria Ponteguerro, appunto non lontana dal casello.
Il ristorante è affollato, fortunatamente avevamo prenotato. L’ambiente è comunque grande, a doppio volume, e nonostante il pienone e la vicinanza dei tavoli si sta bene e non c’è troppa confusione.
Il personale è molto gentile e sufficientemente veloce.
Ordiniamo una bottiglia d’acqua frizzante e mezzo litro di vino bianco frizzante della casa, gradevole. Come cibo, desideriamo provare il loro famoso gran fritto e anche qualcos’altro, ma la cameriera gentilmente ci avverte che è meglio non ordinare nient’altro di sostanzioso vista l’abbondanza della portata. D’accordo, ci “accontentiamo” di una ciotolina di sottaceti per ingannare l’attesa, ce la dividiamo, è buonissima.
Poi arriva il gran fritto che è veramente abbondante! In un enorme vassoio ci sono tanti pezzi di carne, verdure di diverso tipo, patate e crema fritta. C’è talmente tanto che fatichiamo ad arrivare a metà per cui ce lo facciamo incartare e lo termineremo il giorno dopo. E’ comunque tutto ottimo: carne tenera e saporita, sia le cotolette che gli involtini con formaggio e prosciutto; ben fatte le verdure pastellate e le patate, morbide e tagliate a grossi spicchi; deliziosi i cubetti di crema fritta. Siamo soddisfatti ma satolli per cui concludiamo il pasto con due buoni caffè e qualche chiacchiera al banco col simpatico gestore e sua madre che ci offre un delizioso limoncino. Il conto, onesto per quantità e qualità (solo il gran fritto per due costa 39 euro ma li vale tutti) è di 55 euro.