Più di 40 anni fa, i miei genitori furono fra i “pionieri” del fenomeno della seconda casa a Fanano.
È qui che ho passato le vacanze della mia infanzia e dell’adolescenza, approfittando di tutti i fine settimana e di una quindicina di giorni in Agosto dove mio padre sfuggiva dallo stress dell’ufficio.
Le cose cambiano, chi deve scappare dall’ufficio adesso sono io e Fanano è sempre una buona occasione per cambiare aria e avere l’illusione di evadere a un’ora da Modena.
Nonostante il paese negli anni si sia abbellito, tanti locali storici hanno chiuso, e altri hanno cambiato più volte gestione nella dura lotta per sopravvivere ai lunghi mesi nei quali Fanano ritorna dei fananesi, ma i ristoranti sono vuoti e i lampioni sono spenti.
Fra le poche certezze c’è il Fungo d’Oro che dagli anni ’70 ha cambiato nome e gestione una paio di volte, ma da una ventina d’anni (o forse più?) è in mano alla stessa famiglia che lo gestisce con sincero impegno e passione.
Sabato siamo in 7: 4 adulti e 3 ragazzuoli e abbiamo fame nonostante fossimo reduci da un bell’aperitivo a Sestola.
Chiaramente abbiamo prenotato, le due ampie sale sono belle vivaci ma c’è comunque qualche tavolo libero.
Il Menù è chilometrico, di quelli che Cannavacciuolo boccerebbe perché troppo ricco, ma tranquilli: qui di cucine da incubo non ce ne sono, anzi…
Tutti i piatti sono del territorio, con materie prime della montagna o comunque della nostra terra, affiancati del menù pizzeria altrettanto vasto. Ciò che potrebbe essere migliorata è la scelta di vini, in ogni caso ci arrangiamo con un Morellino di Scansano 2013 colpevole solo di avere un paio di anni in più del necessario. Durante la serata le bottiglie diventeranno 2.
I 3 bimbi iniziano con 2 piatti di tagliatelle al ragù e 1 cotoletta.
Gli adulti con: 4 polente fritte con funghi porcini.
Polenta ottima, 2 belle fette a testa di polenta fritta coperta di ragù porcini.
Buone e caldissime.
anche le tagliatelle dei bimbi erano buone, con un ragù poco rosso e piuttosto gustoso. La cotoletta non l’ho assaggiata, ma è stata spazzolata.
Arrivano i nostri primi:
- 3 tagliatelle al tartufo nero
- 1 tagliatella ai porcini
Tutto servito in vassoi, giusta la porzione delle tagliatelle al tartufo, esagerata quella delle tagliatelle ai funghi.
Tutto buonissimo, come sempre avremmo gradito più tartufo sulle tagliatelle, ma il sapore c'era e siamo rimasti tutti soddisfatti.
Da sottilieare che qui non si usa olio aromatizzato o burro tartufato che più che tartufo sono pieni di aroma chimico.
Le tagliatelle ai porcini erano veramente convincenti, con lo stesso sugo della polenta.
I bimbi si fermano e noi andiamo avanti con 3 porzioni di funghi fritti da dividere per 4.
Buoni, buoni e buoni. Immagino surgelati, ma gustosissimi e ben fritti, croccanti, poco unti.
Come dessert prendiamo delle meringhe da dividere, una porzione di cantucci con vin santo e 2 fragole con gelato.
Nel frattempo la bottiglia del vin santo, incautamente lasciata sul tavolo, è stata saccheggiata anche da chi non aveva preso i cantucci, con il tacito benestare della cameriera.
Paghiamo con soddisfazione i 162 euro alla cassa, facendo i complimenti alla proprietaria per averci tolto la voglia di funghi, cosa non scontata, anche in ristoranti nei più rinomati dell’appennino.
Il Fungo d’Oro offre una cucina di sostanza, senza fronzoli, sincera e casalinga nel senso buono.
L’ambiente è montanaro come deve essere con le pareti ricoperte dai quadri della signora Bice, purtroppo venuta a mancare di recente.
il servizio schietto e veloce, con quella sincera cortesia che rimane la cosa più apprezzata dai clienti.
Bella serata, bella mangiata e alle 22:30 tutti i casa perché in montagna si va aletto presto!
4 cappelli che diventerebbero 5 con più attenzione ai vini.
18/04/2017
Interessante :yes: