Recensione su La ca' longa Torre Maina
visitato da vejo il 18.08.2017

Recensione su
La ca' longa
Torre Maina

Visitato il 18.08.2017
Consigliatissimo!!
Scritta da vejo
Servizio: Ristorante
Contesto: cena al fresco
Spesa a testa: 27.50
Coperti: 2
13 commenti

Per sfuggir dalla calura che ci opprime qui in pianura
Vejo va a cena in collina con la cara mogliettina.

Non è grande la distanza dall’amata Ghirlandina:
per beneficiar di un certo calo di temperatura
basta sol che ci si sposti, che ne so, a Torre Maina.

Così andiamo alla Cà Longa, dove mai siam stati prima,
perché a legger scopro agganci con la vecchia Fontanina.

Vi giungiamo a un’ora presta, senza avere prenotato,
quindi il posto lo troviamo, sul terrazzo ancora vuoto
che non tarderà a riempirsi, fino ad essere affollato.

Per saziare il mio appetito scorro rapido il menù,
fino a quando non vi trovo: “tagliatelle col ragù”
mentre invece la consorte sceglie gnocco con prosciutto
perché ormai di tagliatelle lei non ne può proprio più…..

Per entrambi scaloppine, ai porcini, anziché no
con insieme una frittura dei medesimi funghetti:
una singola porzione (anche se siam golosetti…)

E da bere? voi direte,
con ‘sto caldo e ‘ste pietanze
chissà mai che grande sete….

Per fortuna c’è Pezzuoli, col Sorbara per gli amici
Oltre a un po’ di minerale per non dover rientrare in bici.

Ben gentile il nostro oste, per combattere le mosche,
dietro mia indicazione ci fornisce zampirone
non dessert ma arma antica per scacciare la nemica.

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Ok, vi ho tediati a sufficienza con le mie rime dalla metrica improbabile quindi concludo “in prosa”.
Tutto buono, compreso il pezzetto di polenta fritta con pancetta e il cubetto di tortino salato che ci sono stati portati come entree.
Il gnocco fritto (a me proprio non riesce di dire/scrivere “lo gnocco”) conteneva una parte di farina integrale ed era leggero e non unto, perfetto per accompagnare il prosciutto di S.Daniele.
Ottime le scaloppine, ben condite da una quantità adeguata di porcini.
Leggermente insipidi i porcini fritti.
E le tagliatelle ??? (aspettiamo il palio…)

Obiettivamente fastidiose le mosche: c’è da dire che quando siamo arrivati (19.30) c’eravamo quasi solo noi, man mano che il locale (terrazza) si riempiva, gli sgradevoli insetti si distribuivano equamente tra i presenti, soprattutto tra quelli sprovvisti di zampirone (hehehe).

13 commenti

maurig
21/08/2017
vedo che tutti stiamo facendo allenamento per arrivare in forma al primo incontro, d'altronde è risaputo che mangiare a stomaco vuoto può essere pericoloso......... :) :) :)
vejo
21/08/2017
Ciao Maurig, a quanto mi pare di capire non sono l'unico ad "allenarmi" :chuckle: :chuckle: :chuckle: :chuckle: e, come dice l'antico adagio http://www.gustamodena.it/lavagna.php?cod=6143 A fa mèl magnèr a dzun, Fa male mangiare a digiuno. :( :( :( :(
scanna
21/08/2017
Vejo, concordo assolutamente con te sulla questione gnocco fritto. Nel bolognese le chiamano crescentine, a Parma si chiama torta fritta, da noi è "IL GNOCCO FRITTO!" poi non so se da altre parti si chiama "lo gnocco". da noi è assolutamente il gnocco o al gnoc :yes:
tata
22/08/2017
:chuckle: :chuckle: :clap: :clap: :yes: :yes: :yes: :yes: :yes: :yes: :yes: :yes:
vejo
22/08/2017
Caro Scanna, sono lieto che tu sia d'accordo con me. Tra l'altro siamo (o meglio eravamo, visto che Sandro Bellei non c'è più) in buona compagnia. A questo indirizzo si trova un interessantissimo articolo del compianto giornalista: http://rezdore.provincia.modena.it/cucina-uguale-diversa.asp Ne riporto un breve stralcio: "Qual è la differenza fra gnocco fritto e crescenta ? Molti, credendo si tratti della stessa cosa, confondono il primo, che in molti bar ha sostituito la brioche mattutina, e la seconda, che è divenuta, in città, pianura e montagna, l'agguerrita concorrente della pizza. La peculiarità del gnocco fritto (non scriverò mai, nemmeno sotto tortura, "dello gnocco") è quella di essere rotondo, con un diametro pari a quello della padella nella quale è fritto, e avere uno spessore di circa mezzo centimetro. Per preparare la crescenta si usa lo stesso impasto, ma lo si tira sino a uno spessore più basso di circa la metà, che poi si taglia in rombi di varie dimensioni. Crescenta e gnocco, la prima più leggera del secondo, sono entrambi fritti in padella nello strutto bollente. Nel gnocco, un tempo, si faceva un foro al centro (l'"umbrèghel", l'ombelico), perché l'unto tracimasse e friggesse perfettamente anche la parte superiore. La crescenta, del resto, ha un nome rivelatore, poiché cresce e lievita sino a gonfiarsi come una fragrante nuvola di pasta."
vejo
22/08/2017
Provo a reinserire il link alla'rticolo di Sandro Bellei: http://rezdore.provincia.modena.it/cucina-uguale-diversa.asp
maurig
22/08/2017
provo a spiegare la differenza fra il gnocco fritto modenese e le crescentine fritte bolognesi, a parte tutti i tecnicismi stupendi e le tradizioni, per un bolognese drogato di crescentine fritte da generazioni, il gnocco fritto, confermo che lo gnocco non si riesce neanche a pensare, è paragonabile al metadone...........lo si mangia e anche volentieri solo per non smettere con il vizio :lol: :lol: :lol: :lol:
PIPPI
22/08/2017
io mangio sia il gnocco che lo gnocco, ma decisamente il primo è mooolto meglio :chuckle:
vejo
23/08/2017
Devo confessarvi che ieri sera ci siamo tornati. Sia perché nostro figlio Marco, che venerdì non era a casa, era “interessato” a visitare la Cà Longa (e vuoi mai negare qualcosa alla creatura ?), sia perché ci eravamo trovati bene. Non starò a scrivere una nuova recensione però ci tengo a precisare un paio di cose. Le mosche, che tanto ho criticato (in rima e non), ieri sera non c’erano: ci è stato spiegato che venerdì scorso, nel pomeriggio, era stato concimato un campo vicino al ristorante e i conseguenti effluvi avevano richiamato i fastidiosi insetti. Ma la cosa più importante riguarda….. Le Tagliatelle al ragù !!! Discutendone con l’Oste, abbiamo concordato che questa nobile ricetta rappresenta una sorta di “prova del nove” per i ristoranti. In più abbiamo azzardato una domanda: “Dove va lei a mangiarle (ovviamente quando non “gioca in casa”)???” La risposta è stata immediata e precisa: “Il lunedì (giorno di chiusura della Cà Longa) vado alla Trattoria ******* di ******* dove, secondo me, fanno le migliori tagliatelle del mondo.” A questo punto ritengo doveroso, nell’ambito del “Palio della Tagliatella”, proporre una visita alla Trattoria ******* di *******, visto che l’Oste (mi pare si chiami Claudio) è stato mooolto convincente nel linguaggio e nella mimica. Poi, se lo dice un professionista del settore (e con una circonferenza addominale addirittura superiore alla mia…) c’è sicuramente da crederci !!! :) :) :)
norby
23/08/2017
Sarebbe bello avere il nome della trattoria, così la si prova subito!!!! :) :cheers:
vejo
24/08/2017
Ciao Norby, ti ho dato l'informazione richiesta con un messaggio privato e riservatissimo ;) ;) ;) Ovviamente mi sono fatto dire il nome della trattoria "asteriscata" che comunicherò al mondo intero (anche meno... :lol:) alla prima puntata del Palio della Tagliatella. :king: :king: :king:
scanna
26/08/2017
Vejo, mi fa piacere che tu abbia ricordato il compianto amico Sandro Bellei, col quale ho avuto la ventura e la fortuna di condividere numerosi incontri conviviali con le gambe nascoste sotto tavoli imbanditi. Sandro è stato forse il più grande cultore della tradizione gastronomica modenese ma, proprio per questo, qualche volta eccedeva in un intransigente ed irremovibile legame alle tradizioni più antiche e mal tollerava le innovazioni naturali prodotte dalle nostre rezdore. La citazione che tu ci proponi ne è un esempio: secondo quanto scriveva Sandro il gnocco fritto è solo quello rotondo, grande quanto la padella e col buco in mezzo per permettergli di affondare nello strutto per friggere in modo uniforme, esattamente come lo faceva mia nonna. Secondo questa tesi dovremmo concludere che la maggior parte delle trattorie tradizionali che ci propongono il gnocco fritto in realtà ci rifilano delle crescentine sotto mentite spoglie. Riguardo alla "prova del nove" secondo cui si misura il livello di un ristorante sulla base della qualità delle tagliatelle al ragù, permettimi di dissentire. Ti assicuro che ho avuto modo di mangiare in ristoranti di altissimo livello che le tagliatelle non le avevano neanche nel menù. Aggiungo che secondo il mio personalissimo metro di giudizio uno degli indicatori che fanno grande un ristorante, oltre alla qualità del cibo proposto, è il servizio, che deve essere efficente e sempre rispettoso nei confronti del cliente. Tutto questo per aggiungere qualche motivo al dibattito che ci attende a partire dall'8 settembre ;) a presto
vejo
26/08/2017
Ciao Scanna, anche nella tradizione della mia famiglia IL gnocco fritto era rotondo, con l'umbreghel in mezzo, mentre le losanghe di pasta fritta erano la crescente (e mê nôna la's ciamèva Martinèli, pertànt l'era ed Modna D.O.C.). Quanto alle tagliatelle al ragù ritengo che siano valide come prova del nove per i locali che fanno cucina tradizionale emiliana: non dubito che in molti ristoranti prestigiosi non siano nemmeno contemplate (magari "qualcuno" potrebbe avere le "tagliatelle destrutturate"). E va da se che l'attenzione al cliente è fondamentale.
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