Buono Scritta da
Goloso Servizio:
Ristorante Spesa a testa:
10.00 Coperti:
1 6 commenti Finalmente ci son tornato, nuova location. Curioso di riscontrare le modifiche positive che ne han fatto uno dei locali preferiti dagli amici di gustamodena. Il nuovo locale è molto accogliente, molto calda la tinta gialla scelta per le pareti, belli i mobili di legno tipo noce, che adoro. Pulito ed accogliente. Belle le botti, anche se un po' demodè ormai. Leggermente contrastanti gli stili, tra l'antico e il moderno, con tavoli e divanetti molto... svedesi. Simpatici i poster teatral-musicali. Bella la terrazza rialzata in stile privè.
Mi guardo attorno, scruto tutto volenteroso di dare il massimo dei cappelli. I ragazzi sono cordiali e disponibili, peccato si sian dimenticati di farsi la barba da almeno una settimana. La carina ragazza bionda penso sia stanca, sbatacchia un po' di cose dietro al banco, ha il muso. Tutti e tre con abbigliamenti diversi... non mi aspetto la divisa, ma almeno una camicia, o 3 magliette in tinta unita e 3 jeans con un qualcosa che li renda riconoscibili in quanto baristi non solo per il grembiule...
Vabbè, scorgo la classica lavagnetta con i vini a mescita ed io, con vista calante, mi sforzo di leggere... è scritto in piccolissimo, con la forza di tratto di un bambino che sta attraversando la fase orale! Strizzando gli occhi come il Sakamoto del poster alle mie spalle, mentre mi chiedo che cosa vorràmai dire quel "classico" scritto a fianco di un cabernt, realizzo con angoscia crescente che non sono indicate le cantine! E io come lo scelgo il vino? Vabbè, faccio un bel respiro profondo, mi volto, mi calmo guardando golosamente la bottiglia di Dom Perignon del 1971, mi rilasso e... ordino un Bisol, no?
Lo guardo, lo sniffo, lo assaggio, lo bevo. Devo purtroppo dire che mi ha leggermente deluso, me lo ricordavo più aromatico e profumato e con una spumantizzazione più naturale. Un prosecco ordinario, magari era la bottiglia sbagliata.
Calmatomi un attimo, vedendo al mio fianco uno dei ragazzi armeggiare con asce e tovaglie, nell'intento di approntare il buffet, gli chiedo, per scuriosare un po' le buone letture, la carta dei vini. Il mio sconcerto diviene da babuzie sentendolo con candida purezza dire: "non abbiamo la carta dei vini". Poveretto, scorgendo il terrore crescente dentro me, prova a confortarmi con un: "ma se cercavi qualcosa di particolare chiedimi pure". Come dirgli che non credo abbia un'ora per elencarmi tutte le etichette, i vini, le annate che per miracolo divino dovrebbe ricordarsi in ordine a memoria? “Noi di solito vendiamo al bicchiere”, insiste. Come dirgli che in un'enoteca-winebar, come scritto nell'insegna, la carta dei vini sarebbe non solo d'uopo, ma d'obbligo? E' il loro menu! E se poi qualcuno volesse ordinare una bottiglia scegliendosela in santa pace? E sarebbe, per svariati motivi, per loro oltre che un bene un aiuto. Glisso ringraziandolo.
Finisco il Bisol e decido di sentir qualcos'altro. Mi riappresto alla nera tavola di gessoscritta per farmi dare un'idea nuova. Deciso di proseguire con le bolle, ordino un calice di Franciacorta, ma giuro che non son riuscito a leggere la cantina. Comunque, interpretando i caratteri cuneiformi, non la conoscevo. Non mi sembrava il caso di importunare ulteriormente i ragazzi, l'ho ordinato alla... cieca nel vero senso della parola, speranzoso comunque di ricevere una qualche piacevole sorpresa. Giallo paglierino intenso, buon perlage, spuma fine, buon odore di olive. E fin qua tutto ok. Alla bocca evanescente, di poca persistenza, con poco corpo e struttura. Leggero sapore di foglie d'ulivo, comunque abbastanza morbido. Si sentiva poco lo chardonnay, per nulla i lieviti. Se nonme lo avessero detto, mai avrei indovinato che era un metodo classico, se lo era… molto giovane, più simile ad un prosecco. Orbene, raccatto le mie pive e le insacco, e me ne vò, dopo aver lasciato il comunque giusto obolo. In sostanza, la strada intrapresa è quella giusta, ma i ragazzi sbicchierano da un po', un'evoluzione e forse piccola crescita ulteriore non sarebbe disdicevole. In realtà, giàcon alcuni piccoli sforzi si potrebbe migliorare molto… la materia c'è. Forza ragazzi… la prossima voglio darvi il massimo dei cappelli.
…no, woman, no cry…
…no, woman don't cry…
…e comunque, in alto i calici! Sempre col :)
6 commenti
12/01/2008
benebenebene vedocon piacere che oggi eravamo entrambi ello stesso luogo e abbiamo avuto "quasi" le stesse impressioni, pensavo comunque di dare tre cappelli un po all'arredo un pò per la simpatia in fondo non mi sono trovato malaccio anche se quel "franciacorta" purtroppo l'ho bevuto anch'io. a che ora eri la?