Ubicato all’interno del Campovolo di Reggio Emilia, l’Osteria dell’Aviatore è sempre stato un punto di riferimento per paste ripiene ed ottima carne, seppure presenti anche altre portate ed una discreta carta dei vini.
Il parcheggio è ampio anche se un po’ caotico, interno “simpatico” con qualche pezzo d’aereo alle pareti; tavoli un po’ ravvicinati ma ben apparecchiati con tovagliato in stoffa e doppio bicchiere.
L’intenzione non era quella, ma ci facciamo convincere dal responsabile di sala ad optare per “il volo del tortello”, sei tipi di tortelli e poi vediamo se rimane spazio per altro….e già capisco che i secondi verremo a mangiarli un’altra volta.
Gradita un’entrée con erbazzone e parmigiano-reggiano.
Da bere ordiniamo un paio di bottiglie d’acqua (liscia e frizzante) e, visto che bevo solo io, un mezzo litro di Lambrusco dell’Aviatore che, servito fresco, non presente particolari “controindicazioni”.
In tempi brevi ecco arrivare nell’ordine, in padelle di alluminio da portata, porzioni piuttosto abbondanti di:
tortelli verdi, tipici reggiani, spinaci e poco formaggio, magari un po’ “agliati”, il che, al mio gusto, non guasta;
tortelli di zucca, dolci ma non dolcissimi, serviti con soffritto a parte che ci sta sempre bene;
tortelli di patate e speck conditi con funghi porcini, delicatissimi, abbondante il condimento sul quale non si è lesinato;
tortelli di anatra, qui il gusto può non piacere a tutti, ma ripassati nel proprio sughetto sono veramente appetitosi;
caramelle al radicchio con semi di papavero, più coreografici che altro, piuttosto amarognoli, ma il radicchio così deve essere;
tortelli del casaro, a pasta verde, ripieni di cagliata (o formaggio fresco) e conditi con noci spezzettate, un discreto accostamento.
Cottura perfetta per tutte le tipologie, pasta elastica e spessa, tortelli che “si sono fatti rispettare”, il fatto di avere le pinze per distribuire i tortelli nel piatto di ogni commensale ha facilitato quello che, per trascorsi professionali, è sempre un mio compito.
Le porzioni abbondanti, il fatto di dover aiutare qualcuno, ha fatto si che lo spazio nello stomaco è quasi nullo, per cui una porzione di zuppa inglese (buonissima) e un caffè mi fanno terminare il pasto alla perfezione.
Anche mio figlio aggiunge un dolce, tortino di cioccolato con cuore caldo, una preparazione un po’ laboriosa, peraltro molto buona anche se non riuscita alla perfezione.
Alla fine della fiera il volo del tortello vale i diciannove euro a testa, coperto, beveraggi due dolci e due caffè hanno portato il conto finale a 106 euro scontati a CENTO !
Un giudizio finale che tiene conto, dell’alta professionalità e della gentilezza del personale, dell’ambiente elegante anche se informale, dell’ottima cucina……peccato doverci tornare per le carni, ma non mi piace lasciare le cose in sospeso!
31/10/2017
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