Un po’ complicato il percorso, un po’ scomodo il parcheggio, originale il “sentiero” per arrivare all’entrata, superate le prove un bel rustico ristrutturato con annesso cortile interno, stasera si mangerà nella stalla, soffitto a volta, colonnine, arredamento semplice, tovagliato in stoffa, apparecchiatura completa: nell’insieme un locale gradevole.
Il menù è scandito a voce ed immediatamente ci viene servita, su tagliere, una punta di Parmigiano-Reggiano con classico coltello a mandorla ed a seguire un Salame Felino su tagliere in legno e coltello, di fame non moriremo.
E proseguiamo con gli antipasti: Torta salata di spinaci e Frittata con le verdure, entrambe gradevoli; Torta Fritta servita in piccoli pezzi leggermente unti ma ugualmente appetitosi; Cipolline; Mostarda di Mela Cotogna che accompagnerà una strepitosa Spalla di San Secondo; non può mancare un’abbondante tagliere con Prosciutto di Parma a fette.
Pausa per descrivere i beveraggi, acqua frizzante e liscia ed un paio di bottiglie di L’INTRIGO dell’Azienda Viticola Ariola di Langhirano, 100% Chardonnay, che hanno degnamente accompagnato gli antipasti ed i primi piatti.
Riguardo i primi piatti, ordinazione “ad personam” e ne sono risultati due piatti di Tagliolini al Tartufo veramente di ottima fattura e sapore, due piatti di Tortelli al Radicchio che non sono riuscito ad assaggiare ma che sono stati graditi, così come le Pappardelle al sugo d’anatra; sono riuscito invece a piluccare un Tortello d’erbetta, molto buono ed “interessante” e a gustare una forchettata di Bomba di Riso, classica con carne di piccione e doratura in forno.
E proseguiamo con alcune Tartare battuta al coltello (fin troppo grossolanamente) e patate al forno.
Accompagniamo i secondi con un discreto Cabernet Sauvignon Perivana della Cantina Storchi di Montecchio, versato nel decanter per farlo “respirare” e servito a temperatura non appropriata (diciamo un po’ troppo caldo).
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E chiudiamo con un bel piatto di torte miste comprendenti Cheese Cake; Sbrisolona; Torta al limone; Crostata ……. non è rimasto nulla. Di accompagnamento un Moscato di Sicilia, Ambar, con diverse bottiglie che passavano, condivise, di tavolo in tavolo
Un discreto Caffè, prima del conto che si assesta su trentacinque euro a cranio che mi pare più che equo.
Nel complesso: splendida location, ottimo cibo, prezzo adeguato, servizio discretamente professionale, temperatura del vino “da rivedere”, acustica “terribile” (il soffitto basso, a locale pieno, non permette il dialogo), ci assestiamo su 4 cappelli un po’ stiracchiati.
ps sette persone a tavola
11/06/2018
a fine cena sono apparsi anche Limoncino, Bargnolino ed un magnum di Grappa di Amarone barricata :patpat: