Senza una motivo particolare se non quello di stare bene torniamo a cena all’Olimpia.
Con piacere notiamo che la filosofia è sempre la stessa, il pesce freschissimo, l’olio saporito, i panini tiepidi da “uno tira l’altro”.
Questa volta ordino la degustazione di crudi: 2 ostriche francesi calibro 2 servite con una vinaigrette con la cipolla, 2 scampi, 2 gamberoni, una piccola tartare di tonno come sempre accompagnata con cucunci e capperi, acciuga tritata e cipolla. Per condire il tutto, oltre all’olio trapanese, una serie di sali colorati provenienti da varie zone del mondo (ricordo il blu di Persia, nero delle Hawaii, rosso dell’Himalaya) ed alcuni sali tra cui il pepe selvaggio del Madagascar che è molto aromatico. Mio marito opta per la tartare di tonno. Proseguiamo con uno spaghetto nero (di seppia) condito con tonno fresco capperi e olive. Lo spaghetto è di grosso calibro, leggermente gommoso, saporito: peccato per le olive nere che non ho trovato all’altezza della qualità degli altri ingredienti.
Terminiamo con un semifreddo al pistacchio da dividere in due, superlativo.
Oltre alla solita bottiglia d’acqua io proseguo con un calice di Berlucchi, che era stato offerto anche come aperitivo. Un solo caffè. 104 euro scontati a 100€. Spesi proprio volentieri.
Se proprio dovessi trovare un difetto il menù un po’ troppo statico per chi ha voglia di sperimentare ogni volta qualcosa di diverso.