Non posso definirmi un romantico, ma di fronte al Cerro alzo le mani e mi arrendo.
Al Cerro passai una delle serate più emozionanti della mia vita: la prima cena a due con quella che nel giro di qualche anno sarebbe diventata mia moglie. E così, soggiornando a Pievepelago ed avendo la possibilità di lasciare i bimbi al nonno, il Cerro è stata la scelta obbligata per una cenetta intima con mia moglie.
Non giudicatemi male, ma dopo 19 anni da quella prima cena, l’emozione è un po’ venuta a meno, ma il locale è sempre lo stesso, anzi forse si è raffinato, con uno stile “country chic” veramente di buon gusto.
Essendo Domenica sera non c’è molta gente e la sala principale è chiusa.
Nelle due salette più piccole i tavoli occupati sono 6.
Il menù è rigorosamente fisso e cambia in base alla disponibilità dei prodotti e in base alle idee del proprietario, che gestisce la cucina.
Capisco che la formula del menù fisso possa essere vista come un limite importante, ma in alcune occasioni a me piace molto e mi diverte non sapere cosa mi aspetta, per farmi sorprendere ad ogni portata in arrivo.
L’unica cosa che si può scegliere è il vino, per il quale viene consegnata una carta con alcune proposte soprattutto fra Emilia e Toscana.
Scegliamo un Morellino di Scansano, del quale non ricordo la cantina e che si rivelerà discreto e beverino (nonostante i 13,5°) tanto che è finito prima del tempo ed è stato integrato con un mezzo litro di “rosso toscano” sfuso, anch’esso all’altezza della situazione.
L’acqua è in caraffa, quella dell’acquedotto che da queste parti è ancora buona.
“Inizino le danze…”
Antipasto composto da un tagliere di salumi (uno per ogni tavolo) con relativo coltello accompagnato da gnocchini bollenti appena fritti.
Sul tagliere c’è un salame, un pezzetto di coppa, qualche cicciolo frollo e uno spicchio di mortadella. I salumi sono di buona qualità, soprattutto la coppa.
Segue un assaggio di una polentina, servita bollente e condita con dei saporitissimi funghi porcini. Ottimo piatto anche se la porzione era solo un assaggio.
Dopo una giusta attesa arriva il primo piatto:
risotto ai funghi galletti. Non male, ma non saporitissimo, quindi un pochino deludente se confrontato con la polentina.
Come secondo ci viene servito un arrosto, credo di maiale, con patate al forno. L’arrosto è tenero e buonissimo, servito con un fondo di cottura saporito e anche le patate si sono fatte rispettare.
Concludiamo con 2 palline di gelato, che sembrava fatto in casa, con frutta “vera”.
Prendiamo 2 caffè e io aggiungo un liquore al rabarbaro.
A me questo posto piace molto, sia per la buona cucina, che per l’atmosfera tranquilla e romantica.
Rispetto alle altre visite le porzioni sono state più misurate, questo non significa che abbiamo mangiato poco, anzi…, ma confesso che avremmo gradito un cucchiaio di polenta in più e anche una fetta in più di arrosto.
Il servizio è affidato a una gentilissima ragazza, forse un po’ troppo timida nell’annunciare e spiegare i piatti serviti.
Il conto è stato di 60 euro tondi, con caffè e amaro offerti.
Il mix di atmosfera e cucina al giusto prezzo merita 4 cappelli.
07/08/2018
Uno dei miei preferiti, a due passi da casa :chuckle: