E’ proprio vero che il mondo sta cambiando, sono in Germania, ci sono 25 gradi ed un sole incredibile, per rimanere in linea prenoto per le otto al Ristorante Afgano KUCCI !
Un piccolo problema di lingua fa si che ci aspettavano in otto, ma è prontamente risolto, quantomeno staremo larghi.
L’ambiente è vagamente orientaleggiante, ci sono anche alcuni tavoli bassi con tende e divani, a mio avviso piuttosto scomodi, preferisco un bel tavolo in legno senza tovagliato.
L’apparecchiatura è veramente minima: NULLA , ed è proprio da intendere così, tanto che arriverà una simpatica scenetta, ma andiamo con ordine.
Una persona in sala, una persona dietro al bancone del bar, nonostante ciò non ci saranno problematiche di tempistiche, il servizio sarà “quasi” perfetto e, seppure un po’ naif, sufficientemente professionale.
Ordiniamo da bere: una ½ minerale, un the “rosso”(servito in teiera con zollette di zucchero a parte) ed una birra media (una normalissima pils) e subito dopo, previo un attento studio dei menù si parte con il cibo.
MANTU, nel formato “antipasto da condividere”, si tratta di una pasta ripiena di manzo macinato e speziato che viene cotta a vapore e condita con una salsa (chaka) a base di yogurt, menta, succo di limone, aglio e passata di pomodoro, sapori mediorientali che abbiamo gradito.
Scenetta: essendo “da condividere” ci viene servito un piatto da portata con cucchiaio e tre piattini, ma non essendoci apparecchiatura, le posate erano state dimenticate, al che abbiamo provveduto a gustare i Mantu usando …….. un cucchiaio in tre; ma non finisce qui.
In attesa del piatto principale, ci viene servita l’insalata mista (usanza tedesca che sopporto), alla richiesta delle posate, il simpatico cameriere ci chiede “ma, come avete fatto a mangiare i Mantu?” , la risposta genera scuse e sorrisi.
Gherta ordina DALL TSCHALAU, un composto di Lenticchie Gialle con zenzero e, in accompagnamento, riso basmati bianco, piatto molto semplice ma perfetto.
Io e Andrea ordiniamo il piatto nazionale afgano, KABULI PALAU, preparazione a base di riso basmati, carote, cardamomo, cumino, uva passa, mandorle e pistacchi, e già sarebbe fantastico, ma veniamo incuriositi dalle possibili varianti da aggiungere a parte e via che ordiniamo uno spezzatino di agnello ed una porzione di Kofta, polpette di manco speziato, entrambe legano benissimo con il Kabuli Palau, in particolare lo spezzatino d’agnello è da definire “stratosferico” per tenerezza e sapore.
I complimenti si sprecano, potrei evitare di dire che non è rimasto neppure un chicco di riso.
Pur essendo “a bollo”, non si può assaggiare almeno una porzione del FIRNI, dolce tipico a base di latte, mandorle e pistacchio grattugiato, una sorta di “panna cotta” dal sapore indefinito che ricorda profumi dell’Asia centrale.
Cena simpatica ed originale in ambiente altrettanto originale, qualche carenza di carattere organizzativo anche se il ristorante è ritenuto “di livello superiore”, anche sul prezzo nulla da eccepire.
Nel complesso “consigliato più”, che diventa “consigliatissimo” appiccicando, in un momento di euforia, il quarto cappello.
05/06/2019
Embè, Testa, mi sembra proprio un'ottima cenetta, con nuove pietanze da scoprire! Un po' fuorimano ;) ma hai descritto tutto molto bene, mi è venuta fame! (P.S.= noi della Terra di Mezzo diciamo "in bolla", la tua è una licenza reggiana? ;) )