Da Casal di Principe a Reggio Emilia il passo non è stato proprio breve, ma pare proprio che l’idea funzioni, tant’è vero che diventa quasi un’impresa la prenotazione: il servizio viene effettuato su due turni ore 19:30 ed ore 21:00 , con un po’ di fortuna ce la facciamo per il secondo turno, quantomeno non avremo l’assillo di dover “terminare in fretta”.
Siamo in anticipo e notiamo che anche il turno precedente era “al completo”, la sala è piuttosto grande, l’insonorizzazione non esiste, diciamo che in quattro riusciamo a malapena a capirci e non è solo per il fatto che il mio udito è “un po’ scarso”.
I tavoli sono abbastanza distanziati, il tovagliato è ridotto al minimo ed il coperto a due euro risulta un po’ “esoso”.
Un paio di bottiglie d’acqua e tre medie di Tucher Weizen completano i beveraggi.
La lista delle pizze è varia, per lo più veniamo attratti da quelle con il cornicione ripieno ed infatti mi oriento su di una 81033 con cornicione ripieno di fiordilatte e prosciutto cotto e la base condita con pesto alla genovese, pomodorini e bocconcini di bufala un mix di sapori originali, la base è sottile, il cornicione ripieno la fa sembrare un “calzone”, non sto a descrivere le altre tre pizze, che ho assaggiato e gradito, compreso una semplice REGINA, pomodoro, stracciatella e basilico che probabilmente, nella sua semplicità, si è rivelata una “verace” pizza alla napoletana.
Ci facciamo tentare dalla lista dei dolci, un sorbetto al pompelmo (semplice), un tortino cioccolato e pistacchio (tenace), una millefoglie cocco e lime (deludente) e, per me, un cannolo siciliano scomposto (molto buono ma veramente corposo).
Nell’insieme un’esperienza positiva che si può ritentare, anche se, la politica del “doppio turno” non è proprio nel mio DNA.