Dopo l’esperienza positiva al Pooja di Carpi proviamo un nuovo ristorante indiano (indo-pakistano per la verità) non lontano da casa.
La sede è il locale della vecchia e famosa Baita. Internamente nulla è cambiato, è sempre particolare, nonostante l’età!
Apparecchiatura bianca e rossa, abbastanza elegante, ed un bell’acquario che fa atmosfera.
Il cameriere, ben vestito, porge i menù e dopo una giusta attesa viene a prendere la comanda e dispensa chiarimenti.
Ordiniamo: naan e garlic naan (il loro pane soffice, con e senza aglio che sembrava simile ad un gnocchino bianco), due porzioni di samosa (in questo caso il ripieno non preveda i pisellini e le patate erano ridotte quasi a purea, pasta molto ben fritta), un seek kebab (una sorta di lunga polpetta infilata in uno spiedino e cotta alla brace, moooolto piccante, per fortuna c’era la salsina allo yogurt arrivata con le sfoglie di pane croccante al cumino, insieme ad un’ottima marmellata, forse di marusticano a giudicare da un seme rinvenuto), un pollo al curry, una porzione di agnello biriyani con riso e curry e del montone vindaloo con patate, zenzero, mandorle servito in un bel tegamino col coperchio.
Da bere 2 yogurt dolci e due bottiglie di acqua.
La tavola è ben apparecchiata, il servizio presente ma discreto.
Personalmente ho trovato tutto un po’ troppo piccante quindi mi fermo a tre cappelli.