I ristoranti dove abbiamo trascorso delle ore in compagnia, caratterizzate dalla presenza di persone che ci hanno regalato dei momenti di sollievo dai pensieri delle nostre fatiche quotidiane, non sono solo luoghi in cui la buona cucina ci ha conciliato con la vita, ma diventano dei veri e propri luoghi della memoria. Ritornare significa spesso ripercorrere momenti già vissuti, magari per dare una parvenza di continuità alla vita che ci piace ricordare, specie se la qualità del servizio e del cibo che ci viene proposto rimane inalterata. Decidiamo così che uno dei locali che riflette queste caratteristiche è il Barolino, dove io e mia moglie Mira, da soli o con ottimi amici carpigiani, abbiamo trascorso in passato ore liete. La nostra fantastica nipotina, che tra poco compirà otto anni, preziosa eredità della cara e amata Tanya, è cresciuta in fretta, e a crescere con noi non poteva che diventare una buongustaia. Valentina, dunque, accoglie l’idea della serata al ristorante con entusiasmo, specie dopo essere stata rassicurata sul fatto che avrebbe trovato un’ottima cucina dai sapori tradizionali emiliani, anche se con un tocco di creatività. Come è nostro costume prenotiamo, per non avere sorprese, considerata anche la giornata festiva. L’ambiente che ci accoglie è elegante senza esagerare, tutto è curato nei particolari per mettere a proprio agio i clienti, compresa la cortese e familiare accoglienza di uno dei titolari, addetto alla supervisione del servizio in sala, che ci conosce da tempo. Indiscutibile la professionalità dei camerieri, che completano il quadro con la loro simpatia ed efficienza, anche con qualche battuta, ma senza mai risultare invadenti. Meno brillante l’approccio della ragazza che ci ha servito, di certo senza sbavature, ma senza mai l’ombra di un sorriso, seppure di circostanza. Io e Mira ordiniamo tortelloni di zucca al soffritto gonzaghesco, un classico che non troviamo modo di sostituire, grazie alla qualità del ripieno della pasta e al dolce pomodoro con intenso profumo di cipolla che la condisce. Valentina non smentisce le premesse tradizionaliste, e si “accontenta” di un piatto di tortellini in brodo. Non senza difficoltà riusciamo a strapparle qualche assaggio, che ci rivela una bontà di sapori che, dopo che la mamma di Mira ci ha lasciato, mancavano da tempo al nostro palato: strepitosi!
Come secondo Mira prende le costine di maiale con salsa barbecue, una sola porzione che consumerà con l’aiuto di Valentina e con una piccola e doverosa incursione del sottoscritto. Carne tenerissima e salsina gustosa e vagamente dolce, che si sposava benissimo con il sapore delle costine. Io cerco di evitare la carne e chiedo del pesce spada affumicato con contorno di patate al forno, che risulteranno come sempre di ottima fattura. Meno entusiasmo per il pesce spada, sebbene si presenti in bella vista su un letto di insalatina, dal momento che ha tutto l’aspetto, e il sapore, di un prodotto forse preconfezionato. Una scelta non del tutto felice, della quale mi assumo una parte di responsabilità, visto che si trattava di una portata non del tutto in linea con l’identità del ristorante. I due secondi sono stati accompagnati da una porzione di eccellenti funghi fritti, dolci e carnosi. Valentina, coerente con le sue abitudini, che prevedono solo cibi salati ad eccezione della cioccolata, rinuncia al dolce, mentre io e Mira ordiniamo una torta Barozzi e un dolce sfoglia con crema chantilly. Entrambi di buon livello ed ancor più apprezzati perché la ragazza che ci serve, a differenza della prima, sfoggia un bel sorriso.
Abbiamo accompagnato la cena con un’acqua naturale e un ottimo lambrusco grasparossa, “l’Acino” di Corte Manzini, una scelta che potrebbe apparire scontata, data la sua bontà, ma che in realtà è stata un po’ sofferta, vista la qualità e la varietà di etichette proposta dalla carta dei vini. Solo una delle due bottiglie è rimasta vuota, lascio a voi immaginare quale … Due caffè per finire e un conto complessivo di 117,00 euro, comprensivo di piccolo sconto di fidelizzazione alla cassa, molto apprezzato.
Serata che sancisce definitivamente il nostro ritorno ai gusti preferiti, e alle abitudini che hanno caratterizzato tante serate condivise con gli amici di Gustamodena. Valentina cresce, e da ex bimba è finalmente partecipe del nostro modo di vivere la serenità di una serata al ristorante, un sentire comune maturato in anni di sacrifici, che ci hanno regalato, anche questa sera, una compagna di avventure piccola ma speciale. La serata è servita anche per farci perdonare dalla nostra “bimba” una cena disastrosa occorsa in Francia, durante una gita culturale organizzata, presso il CERN di Ginevra. La visita è stata straordinariamente interessante e ancor più ai suoi occhi che imparano la meraviglia, ma nostro malgrado ci siamo dovuti fermare ad Annemasse, al ristorante Le Bartò, dove ci hanno servito petto di pollo alla griglia su letto galleggiante di spaghetti scotti ( non proprio quello del riso ), Valentina non solo ha rifiutato il piatto, ma aveva chiesto, indignata, di uscire dal ristorante… E così, oltre all’incanto della fisica nucleare Valentina ha imparato che l’Italia è un’altra cosa, l’Emilia è un’altra cosa … Il Barolino è un’altra cosa!
09/11/2019
carissimo, e' sempre un piacere leggerti :) bentornato ! :) :)