Aperto da più di vent’anni, lo Stallo è stata una delle prime Osterie “moderne” del centro città.
Sorto nei locali che furono del ristorante la “Calamita” nello storico palazzo Hannover, fin da subito ha proposto piatti interessanti con un tocco di modernità, affiancati da una carta dei vini importante con etichette attentamente selezionate dall’Oste.
Credo di poter affermare che lo Stallo del Pomodoro abbia dato il via, a Modena, alla formula vincente delle Osterie “fighette” che hanno sostituito i bicchieri bassi dal fondo spesso con i con i calici di cristallo, cosa che oggi ci appare normalissima, ma all’epoca rappresentò una coraggiosa innovazione.
Era proprio il calice elegante di vetro sottile che diceva al cliente che lì dentro il vino era importante almeno quanto i piatti che uscivano dalla cucina. Per me furono gli anni della scoperta che esistevano altri vini oltre il Lambrusco della cantina sociale che si beveva in casa mia e che, da universitario squattrinato, preferivo spendere la mia “paghetta” alla scoperta delle DOC delle regioni Italiane, bevute in compagnia, piuttosto che bere i dolciastri cocktails di bassa qualità serviti in sedicenti American Bar.
L’ultima volta che ho frequentato lo Stallo è stata intorno al 2009 e, ricordo perfettamente, mi aveva lasciato la sensazione di un rapporto qualità prezzo poco vantaggioso. Forse anche per questo per più di 10 anni l’ho snobbato, distratto dall’esplosione di locali simili che nel frattempo hanno popolato il centro di Modena.
L’occasione per ricredersi è stata venerdì sera, per una cena a 2 con mia moglie.
Il locale è rimasto sempre lo stesso, ben organizzato, con i tavoli non troppo vicini, distribuiti fra piano terra e soppalco. Una vicina tavolata di una quindicina di persone, peraltro molto educate, mette in risalto il problema principale di questo posto: il rimbombo. Purtroppo, negli anni non è stato fatto nulla per migliorare l’acustica non favorevole data dai soffitti alti e dalle pareti un po’ spoglie.
Il menù è fantastico: antipasti, primi, secondi e dolci, tutti sfiziosi e originali allo stesso tempo. Materie prime del territorio, con qualche contaminazione regionale italiana, che incuriosisce senza strafare.
Ordineremmo tutto quanto, ma dovendo scegliere, ci sincronizziamo su antipasto e secondo, per poi gestire eventualmente la fame residua con un dolce.
Partiamo dal vino: dalla lunga lista scelgo un Nebbiolo delle langhe (non ricordo la cantina) e le consuete 2 bottiglie d’acqua, liscia e gassata, perché dopo tanti tentativi in più di vent’anni che stiamo insieme, mia moglie ed io non siamo ancora riusciti a trovare un accordo sull’acqua da tavola! (No, la Ferrarelle non è un’opzione 😊)
Antipasto:
- Sformatino di zucca su crema di parmigiano, per mia moglie.
- Animelle con carciofi saltati in padella, per me.
Tutto molto buono. Porzione adeguata per quanto riguarda lo sformatino morbido e goloso, mentre addirittura abbondante per le mie meravigliose e delicatissime animelle.
Secondi:
- Pancia di maialino alle mele, per mia moglie
- Piatto di formaggi a pasta cruda, con miele e mostarda, per me.
La porzione del maialino era abbondante, il piatto splendidamente presentato, ricco e appagante.
Meno scena ma tanta qualità per i miei formaggi, tutti "vivi" ovvero a pasta cruda, classicamente disposti ad orologio, in un crescendo di intensità che terminava con un gorgonzola da sogno.
Il Nebbiolo ha fatto il suo dovere, accompagnandoci egregiamente durante il pasto.
Siamo sazi, il preventivato dolce proprio non ci sta e chiudiamo soddisfatti con 2 discreti decaffeinati.
Senza giri di parole: ci siamo rilassati e abbiamo mangiato davvero bene, in un’atmosfera calda, con una cucina attenta alle materie prime e un servizio gentile e competente.
I prezzi, che un tempo giudicavo altini, oggi sono allineati alla media dei locali del centro di Modena. Le porzioni sono abbondanti e questo mi piace, soprattutto nei locali che si fregiano del nome di “Osteria”.
L’unica pecca è l’acustica che toglie un po’ di quell’intimità che renderebbe l’esperienza perfetta.
Il conto è stato di 86 euro, gentilmente arrotondati a 80.
4 Cappelli pieni e meritati.