Di ritorno da una gita ci fermiamo in questa trattoria, nota e testata più volte.
Il covid le ha dato un’aria diversa, perchè i tavoli sono stati portati fuori in quel grande spiazzo che veniva utilizzato come parcheggio, e che stasera ha tutta l’aria di un cortile rurale, complice anche l'odore di "sisso" che ci accompaganti per tutta la serata!!! L’atmosfera è quella di una cena estiva sull’aia, con le tovaglie a quadretti, le candeline accese su ogni tavolo, ben distanziato dagli altri, e le luci soffuse (per certi versi fin troppo).
Il menù è plastificato, e sono riportate anche alcune regole da seguire per dare una mano ai camerieri a venire al tavolo il minimo indispensabile (es. fare trovare i piatti già radunati). Io l’ho trovato utile, anche se sono cose che ormai sappiamo.
Io vado sul sicuro e ordino i tortelli verdi che non deludono l’attesa, in due prendono i tortelli di cinghiale col ragù sempre di cinghiale (buoni ma il vassoio, rispetto alla mia porzione, non ne conteneva certamente due, quindi l’abbiamo trovato un po’ scarso); il quarto primo è un piatto di cappelletti in brodo (12€), che sono lontani parenti dei tortellini, molta pasta, spessa e fin troppo al dente, poco ripieno… insomma, niente di speciale.
Buone le frittelle di baccalà (1 porzione, 8€) e le patate, sia al forno che fritte. Due caffè e una panna cotta al cioccolato, buonissima e certamente fatta in casa.
Per il tipo di apparecchiatura (tanto più che non hanno servito i soliti gnocchini fritti omaggio e non hanno nemmeno portato il pane) a mio avviso troppo caro il coperto, 2,50€ a testa.
Per la cucina darei 3 cappelli abbondanti, che porto a 4 per l'impegno nel tenere distanti i tavoli e l'attenzione del personale.