Recensione su Osteria Di Rubbiara Rubbiara di Nonantola
visitato da ilDelfo il 07.10.2020

Recensione su
Osteria Di Rubbiara
Rubbiara di Nonantola

Visitato il 07.10.2020
Imperdibile!!!
Scritta da ilDelfo
Servizio: Ristorante
Contesto: Cena con amici
Spesa a testa: 38.50
Coperti: 3
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Dicono che la posizione sia tutto per un ristorante, ma quando si mangia bene anche i luoghi più sperduti diventano meta di pellegrinaggi gastronomici senza paura della nebbia, delle strade strette che fanno saltare gli specchietti e dei fossi.

Questo è il caso della famosissima Osteria di Rubbiara, un tempo gestita da Italo Pedroni e oggi affidata al figlio e i membri dello staff.

L’ingresso è quello che era probabilmente il bar del paese, con il bancone di fronte all’entrata, un tempo colmo di amari e spume dai nomi improbabili ed oggi elegante vetrina vintage per i prodotti di Pedroni.

Il locale si snoda in diverse salette, una dentro l’altra e una bellissima veranda estiva, oggi non utilizzabile per le temperature autunnali.

Nella prima saletta è ancora presente il casellario dove, fino a poco tempo fa, per volere dell’Oste, i clienti dovevano depositare i telefoni cellulari prima di sedersi per poi riprenderli al momento dei saluti. Usanza pittoresca di cui nessuno, credo, senta la mancanza...

I tavoli sono apparecchiati in modo essenziale: tovaglia e tovagliolo in stoffa, piatti bianchi, bicchieri da osteria per l’acqua e calici per il vino.

Il menù è corto, cortissimo, tutto tradizionale: 3 antipasti, 3 primi, 4 secondi, 3 dolci. Stop.
Effettivamente non ci serve niente di più.

Stasera siamo in 3, io e 2 cari amici e dopo qualche chiacchiera iniziamo le danze:

Antipasti:

-          1 Sformatino di verdure con fonduta di parmigiano e gocce di balsamico (per me)

-          2 Gnocchi fritti con prosciutto crudo

Primi piatti

-          2 passatelli asciutti in crema di parmigiano con gocce di balsamico tradizionale di Modena (per me e un altro amico)

-          1 stricchetto al ragù

Secondi

-          1 Pollo al lambrusco (per me)

-          1 Faraona al forno con patate

-          1 costina al forno con patate

Dolci

-          1 zuppa inlgese (per me)

-          1 gelato alla crema con gocce di aceto balsamico tradizionale

-          1 crostata

La qualità è alta, la tradizione rispettata, alcuni piatti sono semplicemente perfetti altri “solamente” buonissimi.

Per quello che riguarda i miei piatti, andando in ordine:

-          Sformatino cotto perfettamente, leggerissimo e spumoso, insaporito dalla fonduta e dal balsamico.

-          Passatelli fantastici nella loro semplicità e “ruffianeria”, anche in questo caso con la fonduta e l’aceto.

-          Pollo al lambrusco stupefacente. È una ricetta definita “storica” della trattoria. Il pollo è bianchissimo, probabilmente lessato in precedenza e servito coperto da cipolla (credo) brasata al lambrusco scuro. Gusto eccezionale, consistenza da sciogliersi in bocca. Servito con 3 cipolline al balsamico.  

-          Zuppa inglese magistrale, servita in una coppa con l’aggiunta abbondante del sassolino direttamente al momento del servizio.

Anche i piatti dei miei amici sono stati apprezzati e spazzolati fino a lucidarli.

Durante la cena abbiamo bevuto il Lambrusco Pedroni, l’unico disponibile, iniziando con un Sorbara D.O.C. per continuare con un Modena D.O.C.

I due vini si sono rivelati molto diversi: più rustico e di carattere il primo, più elegante e profumato il secondo. Entrambi comunque apprezzati.

Particolarmente gradita la consuetudine di lasciare sul tavolo a fine cena 4 bottiglie di liquori (grappa, nocino, amaro e sassolino), dai quali abbiamo attinto più di una volta. 

Il servizio è professionale, gentilissimo e curato.
I tempi sono stati corretti, anche se forse abbiamo atteso qualche minuto in più del dovuto fra gli antipasti e primi.

Il conto è stato di 115 Euro.

Tirando le somme, non posso che inchinarmi alla professionalità di questo staff che con meno di 40 euro a testa ci ha servito una cena impeccabile di 4 portate vere in porzioni giuste, con vino e amari.
La qualità non è in discussione, la tradizione nemmeno e l’atmosfera è quella che ci si aspetta da un’osteria con 158 anni di storia.

Non posso assegnare meno di 5 cappelli!

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