Dicono che la posizione sia tutto per un ristorante, ma quando si mangia bene anche i luoghi più sperduti diventano meta di pellegrinaggi gastronomici senza paura della nebbia, delle strade strette che fanno saltare gli specchietti e dei fossi.
Questo è il caso della famosissima Osteria di Rubbiara, un tempo gestita da Italo Pedroni e oggi affidata al figlio e i membri dello staff.
L’ingresso è quello che era probabilmente il bar del paese, con il bancone di fronte all’entrata, un tempo colmo di amari e spume dai nomi improbabili ed oggi elegante vetrina vintage per i prodotti di Pedroni.
Il locale si snoda in diverse salette, una dentro l’altra e una bellissima veranda estiva, oggi non utilizzabile per le temperature autunnali.
Nella prima saletta è ancora presente il casellario dove, fino a poco tempo fa, per volere dell’Oste, i clienti dovevano depositare i telefoni cellulari prima di sedersi per poi riprenderli al momento dei saluti. Usanza pittoresca di cui nessuno, credo, senta la mancanza...
I tavoli sono apparecchiati in modo essenziale: tovaglia e tovagliolo in stoffa, piatti bianchi, bicchieri da osteria per l’acqua e calici per il vino.
Il menù è corto, cortissimo, tutto tradizionale: 3 antipasti, 3 primi, 4 secondi, 3 dolci. Stop.
Effettivamente non ci serve niente di più.
Stasera siamo in 3, io e 2 cari amici e dopo qualche chiacchiera iniziamo le danze:
Antipasti:
- 1 Sformatino di verdure con fonduta di parmigiano e gocce di balsamico (per me)
- 2 Gnocchi fritti con prosciutto crudo
Primi piatti
- 2 passatelli asciutti in crema di parmigiano con gocce di balsamico tradizionale di Modena (per me e un altro amico)
- 1 stricchetto al ragù
Secondi
- 1 Pollo al lambrusco (per me)
- 1 Faraona al forno con patate
- 1 costina al forno con patate
Dolci
- 1 zuppa inlgese (per me)
- 1 gelato alla crema con gocce di aceto balsamico tradizionale
- 1 crostata
La qualità è alta, la tradizione rispettata, alcuni piatti sono semplicemente perfetti altri “solamente” buonissimi.
Per quello che riguarda i miei piatti, andando in ordine:
- Sformatino cotto perfettamente, leggerissimo e spumoso, insaporito dalla fonduta e dal balsamico.
- Passatelli fantastici nella loro semplicità e “ruffianeria”, anche in questo caso con la fonduta e l’aceto.
- Pollo al lambrusco stupefacente. È una ricetta definita “storica” della trattoria. Il pollo è bianchissimo, probabilmente lessato in precedenza e servito coperto da cipolla (credo) brasata al lambrusco scuro. Gusto eccezionale, consistenza da sciogliersi in bocca. Servito con 3 cipolline al balsamico.
- Zuppa inglese magistrale, servita in una coppa con l’aggiunta abbondante del sassolino direttamente al momento del servizio.
Anche i piatti dei miei amici sono stati apprezzati e spazzolati fino a lucidarli.
Durante la cena abbiamo bevuto il Lambrusco Pedroni, l’unico disponibile, iniziando con un Sorbara D.O.C. per continuare con un Modena D.O.C.
I due vini si sono rivelati molto diversi: più rustico e di carattere il primo, più elegante e profumato il secondo. Entrambi comunque apprezzati.
Particolarmente gradita la consuetudine di lasciare sul tavolo a fine cena 4 bottiglie di liquori (grappa, nocino, amaro e sassolino), dai quali abbiamo attinto più di una volta.
Il servizio è professionale, gentilissimo e curato.
I tempi sono stati corretti, anche se forse abbiamo atteso qualche minuto in più del dovuto fra gli antipasti e primi.
Il conto è stato di 115 Euro.
Tirando le somme, non posso che inchinarmi alla professionalità di questo staff che con meno di 40 euro a testa ci ha servito una cena impeccabile di 4 portate vere in porzioni giuste, con vino e amari.
La qualità non è in discussione, la tradizione nemmeno e l’atmosfera è quella che ci si aspetta da un’osteria con 158 anni di storia.
Non posso assegnare meno di 5 cappelli!