Consigliatissimo!! Scritta da
MarcoeSilvia Servizio:
Ristorante Spesa a testa:
36.00 Coperti:
1 4 commenti Finalmente siamo riusciti a venire in questo locale che, da tante parti, ci è sempre stato decantato come un tempio della cucina modenese ed un tempio delle trattorie “d'na volta”.
Riusciamo a prenotare per la sera stessa, cosa che non ci era mai riuscita, ed arriviamo giusto giusto alle 21 (ci era stato detto al MASSIMO alle 21.00) dopo una viaggio in una delle nebbie più fitte e modenesi degli ultimi anni.
Il clima lo si ritrova subito ancora prima di entrare, nei cartelli in dialetto appesi al muro esterno del locale che illustrano le regole “di casa” (al s'magna quel ch'a ghè!). Se possiamo permetterci di essere negativi, tutto il locale è improntato molto a ricostruire tutta in una volta l'atmosfera che vi si è dipanata in quasi 150 anni di storia. Questo è molto interessante, anche se forse un pizzico forzato.
Ci apre Italo, con il suo modo di fare un po' burbero, ed immediatamente ci fa riporre i telefonini nella famosa cassettiera.
Non c'è tantissima gente, e ci sediamo in una bella sala con un grande camino (purtroppo spento). Dopo (inesistenti) convenevoli arrivano subito due ottimi primi, degli stricchetti all'uovo con un ragù superbo, e dei tortelloni burro e salvia decisamente notevoli anch'essi. Il lambrusco è veramente buono, con il suo bravo “fondo”, ed un frizzante molto equilibrato.
Di secondo ci arriva un mix di arrosti (maiale, manzo, costina), e soprattutto il famoso pollo al lambrusco.
Chiusura con una selezione di cinque torte diverse, tra cui si sono messe in mostra una crostata di prugne ed un'altra (probabilmente) a base di ricotta, molto leggera e buona.
Come accompagnamento arrivano di default una bottiglia di grappa di vinacce, nocino, liquore di ciliegie, ed un altro di lamponi. Tutte le bottiglie made in Rubbiara.
Nel corso della serata Italo ha giocato molto a fare il burbero, e per un po' Silvia sembrava cascarci, ma piano piano si è fatto più sornione e sorridente. Alla fine ci siamo fermati pure a fare due chiacchiere sulla modenesitàdi Marco (anche se non l'abbiamo troppo convinto) e sulla estraneitàdi Silvia (che essendo di Parma è una maruchèina del Nord).
Conto finale 33 € a testa, compresa la prima bottiglia di Lambrusco. Non la seconda (6 €). Acquistiamo anche una bottiglia di nocino (15 €).
Tirando le somme: cucina buona e con alcune note non comuni, prezzo un filo caretto, ma tutto sommato giustificato dalla particolaritàdel posto, dalla bontàdel cibo, dalla cura per l'atmosfera. Anche questo è uno di quei locali in cui non si può venire di continuo, perché non è un luogo in cui si mangia e basta, ma si vive un esperienza di proiezione in un passato che ancora resiste in alcuni santuari.
Quattro cappelli per la sua unicità.
Ps: giàdi strada, immersi nella nebbia, Marco infila una mano in tasca e… la chiave della cassettiera!
Grazie ad Italo per una sera ci siamo (letteralmente) dimenticati delle catene della modernità.
4 commenti
22/01/2008
quell'atteggiamento tanto burbero e "maschilista/sciovinista" come lo definì mia madre quando portai la famiglia qualche anno fa.....e io dissi"aspette il ragù... e quando arrivò il famoso ragù ho visto "la cuoca"(mia mamma) impallidire e vergognarsi.... complimenti di nuovo per l'ottima recensione.