Recensione su Poporoya Milano
visitato da mizoguccini il 14.02.2008

Recensione su
Poporoya
Milano

Visitato il 14.02.2008
Imperdibile!!!
Scritta da mizoguccini
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 21.00
Coperti: 1
37 commenti
LA "VERA" CUCINA DI MILANO Per quanto possa sembrare strano, Poporoya è quanto ci sia di più simile a Milano, per tipo di locale e per gestore, alla trattoria Ermes. D'altra parte le trattorie milanesi sono poche, relativamente care e frequentate prevalentemente da giapponesi, i milanesi vanno tutti al ristorante giapponese; qualcuno direbbe “è la globalizzazione, baby”. MINORU DETTO SHIRO Poporoya nasce nel 1977 (questa la data ufficiale fornita da loro stessi, anche se alcune fonti stranamente dicono 1989), il nome è un'unione di “popolo” scritto in katakana e pronunciato alla giapponese e “ya”, negozio; il proprietario e sushiman Hirazawa Minoru detto Shiro ha lavorato nel primo ristorante giapponese d'Italia, il Tokyo di Roma, e si è poi messo in proprio con una serie di locali, Poporoya è il primo, a Milano. Sono una minoranza i locali gestiti da veri giapponesi, Shiro è membro fondatore e presidente dell'Associazione Italiana Ristoranti Giapponesi, nata per garantire l'autentica cucina nipponica e contraddistinguere i locali che la servono, ed è forse l'unico chef in Italia con la patente per il fugu (il pesce palla che se non viene tagliato a regola d'arte per levargli le ghiandole del veleno è mortale, per chi non lo avesse imparato dai Simpson, dal tenente Colombo… o da Pollon), ma non aspettatevi di trovare il fugusashimi da Poporoya, Shiro non può inventarsi ciò che sul mercato del pesce di Milano (che pure si dice essere il primo d'Italia) non si trova, e se ci fosse costerebbe uno sproposito. L'AMBIENTE, IL RITO, IL CIBO, I PREZZI Il locale è costituito da un negozio di generi alimentari giapponesi, e dalla minuscola trattoria: nella sala riparata da carta di riso in intelaiatura di bambù ci sono un tavolo da quattro o cinque coperti, tre da due e il banco che non ospita più di quattro persone; lo spazio tra i tavolini (perché tavolini davvero lillipuziani sono, senza tovaglia o tovaglietta di carta) è quasi inesistente, ai clienti viene chiesto di passarsi le ciotole, e di condividere il contenitore dei tovagliolini e della salsa di soia con quelli del tavolo accanto. Quando arriverete aspetterete in piedi che si liberi un tavolo (potete anche telefonare, ma vi risponderanno in giapponese, e comunque non si può prenotare), intanto vi verrà chiesto cosa mangiate senza che vi venga data la lista, del resto ce n'è una appesa all'ingresso, e statisticamente è probabile che veniate da Shiro da anni, magari più volte a settimana, sempre statisticamente ordinerete sushi o chirashi, più raramente sashimi o uno dei menu completi di piatti cucinati. Quando finalmente sarete fatti passare al tavolo probabilmente il vostro piatto di pesce crudo sarà già pronto (mentre potreste aspettare un po' se avete chiesto un antipasto o preso un piatto caldo), quando starete per finirlo vi verrà chiesto se prendete qualcos'altro, e non appena poserete le bacchette vi verrà fatto capire molto chiaramente che dovete lasciare immediatamente il tavolo; il tutto sarà durato meno di una mezz'ora, con una decina di minuti di attesa in piedi (di più, alle volte). Perché così tante persone si affollano in questo locale tutti i giorni? In ordine crescente di importanza: perché è cool, perché è storico e perché offre senza alcun dubbio il miglior rapporto qualità prezzo di tutti i giapponesi di Milano, di più perché il suo chirashizushi (l'incrocio tra il sashimi e il sushi, le fette di pesce crudo sono adagiate su una ciotola del riso che si usa per il sushi, cioè all'aceto di riso, mente il sashimi si accompagna col riso bianco normale) è il migliore della città, probabilmente il migliore d'Italia, e crea dipendenza. La clientela è composta da affezionati che vengono regolarmente da anni (se passate il giovedì verso l'una io sono quello con la barba di fronte alla donna con i lunghi capelli scuri e gli occhiali, se non ci sono vuol dire che occasionalmente quella settimana ci andrò sabato, magari a cena) e non c'è nemmeno troppa insopportabile, per essere a Milano: certo il tasso di fighettume è discreto, ma più basso di molti altri posti, e siccome quasi tutti dicono “ciao Shiro” entrando, non è neanche un modo di far vedere che si è clienti fissi, tanto lo sono quasi tutti. L'ultima volta che ci siamo andati, giovedì ovviamente, la mia compagna ha preso il sushi speciale… scordatevelo: potete chiederlo, la cameriera domanderà ad alta voce “c'è speciale oggi?”, ma Shiro si rifiuterà di farvelo. Se però, per una strana congiunzione astrale, dovesse esserci poca gente in attesa e misteriosamente Shiro fosse ben disposto, allora potrebbe anche farvelo, ma non contateci; d'altra parte lo speciale, che prevede più gunkan e più frutti di mare e quando c'è il toro, la ventresca di tonno, annulla subito l'economicità del posto. Nella versione normale sushi, chirashi e sashimi costano tra i 14 e i 16 euro, comprendono la zuppa di miso e una tazza di houjicha, il tè tostato, che potrete anche farvi riempire di nuovo, birra, acqua o sakè si pagano a parte, ma se bevete il tè e non prendete altro il costo del vostro piatto di pesce crudo sarà equivalente al conto finale, non c'è coperto o altro (e vorrei anche vedere!)… certo avrete ancora fame, e questo potrebbe indurvi a prendere un antipasto (sono tutti piccoli piattini sui 4-6 euro, consiglio il takosu, versione di solo polpo del sunomo), un piatto da 6 maki o dei nigiri. Il conto comincerà a salire. Oppure potrete prendere uno dei menu (sui 13 euro) che comprendono un piccolissimo piattino di pesce in salsa, un piatto caldo generalmente con riso e miso, e un frutto; quello che riempie di più è il nabeyaki udon, gli spaghettoni in brodo con verdure nel tegame di coccio, perfetti nelle giornate fredde e piovose, il tonkatsu (la cotoletta giapponese) non è male, ma a mio avviso non è il migliore di Milano (per quello andate da Osaka, ma solo a pranzo se non volete fare un mutuo), il tempura è sempre una scelta che si può prendere in considerazione. In ogni caso non chiedete mai, mai variazioni al sushi (solo se non lo gradite col wasabi già dentro potrete farlo presente al momento dell'ordine, anzi generalmente ve lo domanderanno): Shiro si metterebbe a fare battute con tono feroce e beffardo, consigliandovi di andare a mangiare una pizza, piatto che disprezza in maniera evidente, cosa che farà anche se vi sentirà fare commenti non entusiasti al suo sushi. Shiro non ha bisogno dell'umorometro come Ermes: è SEMPRE nervoso e di cattivo umore, appena nascosto sotto una sottile patina di cortesia orientale venata di ironia, ed è armato di coltelli affilatissimi. Una delle cameriere (quella sudamericana) fa a gara con lui su chi è più scorbutico, l'altra (presumibilmente del sub continente indiano) invece è mite come un agnellino; la signora Hirazawa, alla cassa, sarà raffreddata, e starnutirà mentre voi le ripeterete cosa avete mangiato, al momento di pagare (ma non sgarrate, controllerà sul cedolino, scritto in giapponese), se volete ditele pure “o-dai-ji-ni”, ma la prossima volta sarà ancora raffreddata, a meno che non sia luglio, e anche in quel caso c'è una possibilità, in ogni caso il suo cipiglio feroce è solo apparente, non ce l'ha con voi, è anche gentile, forse è stufa della propria salute cagionevole. Non avrete molto il tempo di farlo, ma mentre mangiate potrete gettare uno sguardo alle pareti e leggere le recensioni appese di riviste degli anni ottanta, quando ancora la cucina giapponese era considerata qualcosa di inimmaginabile, e alcuni autografi di personaggi famosi dell'epoca, gente tipo i Matia Bazaar, mi pare; dietro il banco del pesce invece sono appesi i diplomi e i premi vinti da Shiro (col vero nome), ma molti sono in giapponese, quindi probabilmente voi non riuscirete a leggerli. Al momento di alzarvi è probabile che Shiro vi saluti rumorosamente dandovi del tu, se è mezzogiorno potrebbe dirvi “buon lavoro”, se siete donna sotto i cinquanta forse vi dirà “ciao, ciao signoriNAAA!”, e se gli avrete fatto i complimenti concluderà con un “grazie, NEEEE”. Shiro è in Italia da più tempo di me (prima che io nascessi, intendo), ma parla ancora come un giapponese delle barzellette; ho il sospetto che quando nessuno lo sente sia in grado di declamare Dante come Sermonti… LA VISITA PIÙ RECENTE Questo in generale, per venire alla nostra ultima visita, giovedì era piuttosto presto, prima dell'una, e miracolosamente non abbiamo fatto coda: questo ha reso ardita la mia compagna che ha chiesto e ottenuto il sushi speciale (in fondo era S. Valentino…) io ci ho provato col chirashi speciale, ma quello è veramente un'utopia (io l'ho mangiato una sola volta), avendo dovuto quindi ripiegare sul normale mi è arrivato immediatamente, mentre sushi e takosu si sono fatti un po' attendere (2 minuti il sushi, 5 o poco più il takosu); nel chirashi questa volta non c'era tako (polpo) c'era il tamago (l'uovo, cotto con lo zucchero), la solita quantità di salmone (tanto), pesce bianco (branzino, suppongo, poco) e tonno (pochissimo), il gambero cotto e un paio di pezzi di pesce con la pelle, che io non sono in grado di identificare, al solito il wasabi andava a confondersi con l'avocado… il che può essere moooolto pericoloso. Ho anche mangiato il gunkan di riccio di mare dello speciale, buono, ma tra i molluschi costosi io preferisco la capasanta. Abbiamo bevuto le nostre solite due tazze di tè a testa, la zuppa di miso era particolarmente buona ma poca (la ciotola è sempre la stessa, ma il livello cambia leggermente di volta in volta), e Shiro si è arrabbiato solo una volta durante il periodo della nostra permanenza. Avendo ottenuto lo speciale e preso il takosu abbiamo rinunciato agli uramaki di rinforzo, e abbiamo speso quindi 42 euro (22 di speciale); siamo usciti, come al solito, ancora languidi: nel senso che eravamo estasiati dalle delizie mangiate, ma anche che avremmo potuto mangiare ancora altrettanto, e di più. COME ARRIVARCI E ALTERNATIVE Per chi arriva da Modena: appena arrivati in Stazione Centrale potrete prendere “la” 60 (si tratta di un autobus, a Milano gli autobus sono di genere femminile e i tram maschile, i filobus sono un po' transgender) cha fa capolinea lì davanti e fare 7 fermate fino a quella chiamata Eustachi Maiocchi, vi resteranno da fare una ventina di metri sullo stesso lato della strada, oppure… Oppure, se volete stare più comodi e più tranquilli, sull'altro lato c'è il ristorante Shiro, l'ex Koma, sempre della famiglia Hirazawa: ristrutturato da poco ha tavoli più ampi ed eleganti, una lista delle vivande più lunga che prevede anche piatti grigliati, generalmente non si aspetta (pare si possa pure prenotare) e il servizio è più cortese e prevede camerieri giapponesi. Ma che volete, non c'è Shiro, da Shiro, e la mancanza della sua mano nel sushi si sente: il taglio non è lo stesso, il riso non è pressato allo stesso modo, e il chirashi poi!, è condito e presentato in modo completamente diverso… no, nessun habitué di Poporoya potrebbe accontentarsi di mangiare di fronte da Shiro, per quanto tutti lo abbiamo provato, quando ha aperto. Del resto anche da Poporoya tutto ciò che viene preso d'asporto non è preparato da Hirazawasensei, ma resta un buon ripiego quelle sere affollatissime in cui siete con amici, (se si vuole aspettare che si liberi il tavolino da cinque si rischia che nel frattempo chiuda), sempre che vi ricordiate di comprare la zuppa di miso istantanea, nel negozio. Itadakimasu! P.S. Il pesce è freschissimo, non c'è bisogno di dirlo: con quello crudo non si scappa, si capisce subito se non lo è, e nessuno come un giapponese sa comprarlo, Shiro poi ha un rapporto trentennale con il mercato del pesce di Milano.

37 commenti

gi
16/02/2008
complimenti, un'altra perla! banzai! :)
barbe
16/02/2008
Un altro centro! Sta diventando un piacere leggere le tue recensioni. Ed è pure una buona scuola.
spingi
16/02/2008
caro mizoguccini, non mi ha mai ispirato il pesce che NON sia cotto (in qualunque modo, ma rigorosamente cotto)...e l'unica volta che l'ho assaggiato in un locale (mi pare fosse una traversa di corso venezia o buenos aires a milano, non mi ricordo più..!!), non mi ha spinto punto a cambiare parere...ma la tua recensione così "ad hoc" e particolareggiata me lo ha reso piuttosto invitante...ueee, credo sia troppo bello sentire un giapponese che usa "NEEEE" come intercalare!!!
barbe
16/02/2008
Ve' mizo, va bene il giapponese, però dopo aver letto la tua recensione, pensando a Milano, mi è entrato un tarlo in testa... Mi sento un po' come Homer Simpson in questo momento... aaahh... cotoletta con l'osso... aaaaargh...
mizoguccini
16/02/2008
Sai, spingi, Poporoya non è distante da corso Buenos Aires, potrebbe anche essere quello, la descrizione ti ha ricordato qualcosa? Il pesce crudo non conquista (quasi) MAI alla prima occasione: si comincia perché il sushi è bello da vedere e ci si assuefà col tempo, e poi non ci si ricorda più come si faceva a viveve prima. Una nota: "ne" è giapponese puro, si mette a fine frase e ha lo stesso identico significato espressivo che da noi, solo che loro lo usano più dei torinesi. Caro barbe, la cotoletta con l'osso me la preparo io a casa, rigorosamente fritta nel burro (chiarificato, per ottenere il risultato migliore)...
barbe
16/02/2008
Aaaaaarghhh... cotoletta...
spingi
16/02/2008
caro mizo, con l'ultima nota mi hai reso abbastanza consapevole della mia totale "insapienza" sul popolo giapponese.... non lo so, il locale in cui sono stata portata aveva un aspetto tanto moderno quanto asettico..c'era una specie di self service...e sì, era decisamente piccolo...urla pittoresche non ne ho sentite...questo lo ricordo....bbah, chissà! resta il fatto che prima o poi dovrò riprovarci!
sonoio
17/02/2008
......Ho letto poco fà la tua (splendida) recensione della Francescana .... appena ho visto in giro un altra tua recensione mi sono subito fiondato a leggerla e ..... sono rimasto un altra volta "stupefatto "(termine personale)per l'ennesima "perla". A questo livello secondo mè chiamarle semplicemente recensioni mi sembra molto riduttivo.Forse le potremmo definire come preziosi manuali da consultare quando si decide di visitare determinati locali ....ancora grazie, continua ad inluminarci con queste rare perle ....Ciao a tutti gli amici di G.M
mizoguccini
21/02/2008
Aggiornamento: mercoledì sera e abbiamo voglia di uscire. Prima tentiamo di andare in un ristorante abruzzese vicino a casa: ci siamo stati solo una volta parecchi anni fa, ma da allora ha cambiato gestione e collezionato molte recensioni positive, tra cui la segnalazione con il “bib gourmand” sulla Rossa, ma niente da fare, senza prenotazione non si mangia. Allora pizza? Potrebbe andare, ma io a furia di leggere recensioni su GM ho voglia di mangiare quella alta alla napoletana, e la nostra solita pizzeria fa un lenzuolo sottilissimo, allora ci dirigiamo verso un altro posto, dove io non sono mai stato, ma dove la mia compagna ha mangiato con delle colleghe e che fa la pizza nel modo da me desiderato. Chiuso. Siamo a pochi isolati da Poporoya, ci diciamo: ci portiamo avanti col lavoro e ci andiamo adesso anziché domani a pranzo. Sono già le 21:10, e la cucina chiude molto presto, poco dopo le 21:30, ma sebbene ci sia una coda notevole si risolve in pochi minuti. Due chirashi, ovviamente, ma abbiamo voglia anche di qualcosa di cotto oltre la zuppa, così ordiniamo anche un piatto di kakifurai, ostriche impanate e fritte (6 belle grosse e fresche, sebbene caldissime, accompagnate da insalata e dalla salsa per fritti); nel chirashi questa volta c’è il tako e più pesce bianco che salmone (per la mia gioia), visto che è sera prendiamo anche una Sapporo da mezzo litro, ma non rinunciamo al tè: 44.50 euro in tutto. Mentre siamo seduti al tavolino appiccicato alla vetrina, una coppia di avventori al banco interroga Shiro, così posso avere conferma che il locale apre i battenti nel 1977, però qualcosa invece parte nel 1985: non capisco se nasce prima il negozio e poi la trattoria o viceversa, Shiro si lancia poi in una requisitoria sugli esercizi commerciali di oggi e quelli di quando è arrivato in Italia negli anni ’60, ma non ne afferro il succo, anche perché il suo italiano è tanto nipponizzato che probabilmente capirei di più se si esprimesse direttamente in giapponese; è complessivamente di umore discreto, a quanto mi pare (a una richiesta di due “speciali” non risponde no, ma “forse”). La signora Hirazawa è convinta che sia la prima volta che prendiamo le ostriche (in effetti le avevo prese una volta anni fa) e ci interroga curiosa: è molto contenta che ci siano piaciute, ci scambiamo un paio di cortesie nella sua lingua, con la promessa di ritornare la prossima settimana. Non mancheremo, in fondo i clienti davvero assidui qui salutano dicendo “a domani”.
MarcoeSilvia
25/03/2008
Memori della tua (splendida) recensione, e complice una pasquetta in giro per mostre a Milano, ieria abbiamo provato a farci un salto, sia a pranzo che a cena, ma tutt'e due le volte era chiuso... stesso discorso per Shiro, quello di fronte. Peccato, eravamo proprio disposti a farci mettere in discussione le nostre 4 consapevolezze in materia di sushi... Tra le altre probabilmente Marco ci è già stato, ma è difficile dirlo, risalendo a 10-12 anni fa...
mizoguccini
26/03/2008
Mi dispiace, probabilmente avrei dovuto specificare che è chiuso "domenica E festivi": di fatto è aperto quando lo è il negozio, che nei festivi chiude. Dove avete mangiato qui a Milano? Vi siete trovati bene?
MarcoeSilvia
27/03/2008
Niente pranzo, non era previsto per il fatto che ci siamo svegliati tardi. Mettevamo a rischio la mostra di canova solo sull'altare del Poporoya, ma visto che non è andata così ci siamo fiondati in piazza Duomo. Ed è stato meglio, perchè la coda era veramente chilometrica. Prima di partire avevamo buttato un'occhiata anche sulla panineria che hai recensito, ma eravamo un può fuori zona, e fuori dal centro era tutto chiuso...
Saro
22/03/2009
Bellissima! È tutto reale, sono un assiduo frequentatore del Poporoya e devo dire che questa recensione fa veramente comprendere in toto cosa significa mangiare al Poporoya, per quanto le parole possano descrivere i fatti. Complimenti! Ah io l'ultima volta ho preso il chirashi speciale e Shiro me l'ha concesso, fantastico, di nascosto gli ho fatto un paio di foto, se mi dite come fare ve ne posto una :) Ciao!
mizoguccini
22/03/2009
Ciao Saro, come va al Poporoya? Per motivi che sarebbe lungo spiegare non ci vado da circa un mese... :(
Saro
22/03/2009
Ah ecco perchè! Ci sono stato per ben due giovedì di seguito a pranzo ma non ti ho visto, eppure ti ho cercato, anzi in verità ho cercato la donna con i lunghi capelli scuri e gli occhiali. A me sembra che vada sempre benissimo, a parte che nell'ultimo mese per ben due volte la cameriera sempre nervosa [quella bassa e abbondante con tonalità indocinesi, sul neozelandese, più zelandese che neo] ha dimenticato di portarmi una volta l'acqua minerale [eh si, non mi piace nient'altro se ho sete] e l'altra volta udite udite ha dimenticato di portarmi i kakifurai, di cui sconoscevo l'esistenza [grazie mizoguccini] e che per quello non ho avuto ancora modo di assaggiare. Per il resto ottimissimo, Shiro è sempre più nervoso, la non possibilità di servire il Fugu lo assilla temo, il raffreddore della Hirazawa è costante, in diminuzione mi è parso se devo essere sincero, il casino abbonda come sempre, ma il riso è sempre quello e i pezzi di pesce o altro sono sempre quelli. Amen.
mizoguccini
27/03/2009
Domani alle 13:30 dovrei tornarci.
Saro
28/03/2009
Ah, di sabato sera? M m m m..io ci sono stato questo giovedì sera, con amici [eravamo 4, Daisy mi ha guardato malissimo] e finalmente ho preso le ostriche fritte, ottime! Invece sono rimasto un pò deluso dalla tempura, chissà cosa mi aspettavo forse, ma d'altronde, non la cucina mica Shiro ;)
mizoguccini
28/03/2009
13:30 non è mica sera. Concordo, la tempura non è il piatto migliore del Poporoya.
Saro
28/03/2009
Ops scusa, mi ero convinto che ci andassi di sera, nonostante avessi scritto precisamente 13:30 :) Cosa hai preso oggi?
mizoguccini
28/03/2009
Chirashi, dopo un mese ero in crisi d'astinenza, anche se la giornata fredda e piovosa era quasi da udon, e anche dei tempura uramaki. Gnam.
mizoguccini
06/06/2009
Ci sono tornato dopo quasi due mesi e mezzo :( Il chirashi di Shiro dà sì dipendenza, ma leggera: dopo un po' si può smettere senza crisi d'astinenza. Beh, le cose non sono cambiate molto, la coda è sempre la stessa, il chirashi è sempre ottimo, la signora Hirazawa è sempre malandata e Shiro è sempre burbero (nel tavolo vicino a me tre ragazze non accennavano ad andarsene, finché non sono più riuscite a ignorare gli inviti delle cameriere e i commenti piccati di Shiro). Certo però che le capesante costano: dopo il chirashi mi sono concesso due nigiri del pregiato mollusco e questo ha portato il conto a 21 euro.
Saro
11/06/2009
No no il chirashi di Shiro da dipendenza e basta! Non riesco, dopo 2 settimane massimo di astinenza devo tornarci :) Il primo giugno con mia grande sorpresa Poporoya era chiuso, sono andato da Shiro Poporoya. Uhm. Io ho preso [per la prima volta] il mezodon, gli altri un chirashi, un sashimi, una tempura e un piatto di cui non ricordo più il nome [era nel menù, cosa per me ormai dimenticata quando vado in via Eustachi], ma era sostanzialmente sashimi con una specie di vinagrette di riso. Il mio mezodon era buono, servito in un piatto molto particolare, MA era poco, il salmone e il tonno erano tagliati quasi sottili [certamente non come le fette di Shiro] c'era una marea di spicy ma niente avocado. Uhm. Il chirashi idem, tanto pesce, tagliato sottile stavolta [sigh], niente avocado e molto spicy. Uhm. Il sashimi invece era perfetto. Abbondante [udite udite] e con tanta varietà. Molto meglio che da Poporoya. La tempura anche, decisamente più piena di roba. Preparano il sushi un Giapponese e un Sudamericano. Due cameriere: una anch'essa Sudamericana e l'altra invece una bellissima ed elegantissima Giapponese, praticamente senza piedi, che fa fatica a parlare sia italiano sia con un tono quantomeno udibile. Giapponese. Ho visto per la prima volta nella mia vita una macchina per il Sakè caldo, wow, c'era tanta eleganza e parvenza. Ho confuso il bagno [in fondo a sinistra] con lo stanzino allestito vero giapponese, con il tavolino basso, si entra senza scarpe e si mangia in ginocchio. Le ragazze che stavano mangiando mi hanno guardato maluccio quando sono entrato, ma ci siamo fatti una risata, penso capiti a molti. Due cose hanno reso la serata estremamente piacevole: [perchè io ero rimasto un pò deluso dal mio mezodon] • la vista di un pezzo di legno con la scritta: "Ecuador: ristorante da Shiro" che ha animato la serata con supposizioni, di cui siamo praticamente certi, di un passato Sudamericano di Shiro. • l'incontro con la signora Hirazawa, elegantissima, la quale uscendo dalle cucine mi ha visto e riconosciuto. Si è avvicinata al tavolo io ero alzato [ero appena tornato dal bagno] e dopo averla salutata le ho chiesto: "Ma oggi che fine ha fatto Poporoya?" lei mi ha risposto che oggi e domani ferie, ma in verità c'era qualcosa di segreto, infatti indicandomi un tavolo in fondo [il più grande] ho visto Shiro [per la prima volta ho visto anche le gambe di Shiro, nonchè la testa senza fascia] con altri commensali, sembravano Inglesi, e un Giapponese, gente credo importante. La signora Hirazawa mi ha chiesto se andava tutto bene [riferendosi ovviamente al mangiare] e io ho detto "nessuno è come Shiro" si è messa a ridere molto, ha stretto la mano ai miei commensali, mi ha salutato ed è andata a sedersi. In fin dei conti la quasi delusione per il mangiare è stata pienamente compensata da una bella serata.
mizoguccini
11/06/2009
Beh, avresti potuto fare una vera recensione per Shiro, Saro... Ieri sera sono tornato da Poporoya portandoci un'amica che non ci era mai stata che ne è rimasta completamente conquistata. Interessanti le notizie sui misteri di via Eustachi... Infine: le gambe di Shiro sono già abbastanza una rarità, anche se è capitato anche a me di intravvederle (molti credono che sotto abbia dei tentacoli), ma la testa senza "hachimaki", questa è davvero una di quelle cose che si possono vedere una volta nella vita!
Saro
11/06/2009
Beh si ci sono stato solo quella volta [e probabilmente sarà l'ultima] scrivere una recensione non mi sembrava il caso :) [considerando il fatto che sarebbe la prima recensione e soprattutto non considerando una seconda chance] Io ci andrò questa settimana, perchè è da quella volta che non tocco Sushi ed ho i crampi.. La storia dei tentacoli di Shiro non mi stupisce [anche se mi fa scompisciare], nei maki alla Shiro, ehm, shiromaki, credo si tagli un pezzetto di gamba per volta bello fresco e lo mette dentro, ecco il perchè di tutto quel rosso, sangue :O Cosa hai preso ieri? Io vorrei prendere qualcosa di strano, per variare, ma la mia cultura del nome piatto scarseggia di fantasia ultimamente, sarà che ho preso già un pò tutto..
mizoguccini
01/09/2009
Oggi per puro caso sono passato dalle parti di Poporoya, trovandolo chiuso ho voluto vedere quando riapriva e ho trovato che il cartoncino non informava della chiusura estiva ma di un lutto: Mariko, cioè la signora Hirazawa è morta, e proprio oggi c'erano i funerali. Non so chi metteranno adesso alla cassa, ma di sicuro Poporoya non sarà più lo stesso. Hirazawa-san, haitou no i wo shimasu.
gi
01/09/2009
mi dispiace... condoglianze da parte di gm.. :(
barbe
01/09/2009
Ciao mizo, stasera non ho letto il tuo racconto, ma solo l'ultimo intervento. Tengo per me l'impressione. Un'immagine nella mia mente di una persona che non c'è più. Mi unisco a gi per le condoglianze.
Saro
02/09/2009
Tornare a Milano e sapere di questa triste notizia è veramente il minimo. Sono tristissimo, mi dispiace un sacco per la famiglia Hirazawa. Domani porto una rosa.
mizoguccini
06/09/2009
Aggiornamento: ieri sera ho cenato con degli amici volevano prendere del giapponese d'asporto, allora sono passato da Poporoya, che era ancor chiuso, ma era aperto Shiro, il ristorante di fronte. Lì c'era troppo da spettare per l'asporto, ma ho potuto parlare con Daisy che mi ha detto che Poporoya riapre martedì, e poi ho fatto le condoglianze al figlio. Alla fine abbiamo preso il cibo in un sino-giapponese non distante. Ai miei amici, che non sono Shiro-addicted, è piaciuto, per me non c'è veramente paragone, sebbene fosse abbondante e nel mio chirashi ci fosse addirittura il gambero crudo (che Shiro mette solo nei leggendari speciali), se uno si abitua a Poporoya qualunque altro giapponese non ha sapore. Io probabilmente martedì (che è anche uno dei giorni migliori per il pesce) da Poporoya ci vado, non so ancora se a pranzo o a cena.
coste66
06/09/2009
Ciao Mizo !! Se vengo a Milano mi porti al Poporoya?
mizoguccini
06/09/2009
Ma certo!
mizoguccini
08/09/2009
Ci sono andato. Alla cassa adesso c'è la figlia, che avevo già incontrato qualche volta. Shiro era al suo posto, simile a sempre ma in effetti leggermente più silenzioso; durante il pasto i nostri sguardi si sono incrociati un paio di volte (ero al banco), finito il mio chirashi e i miei due nigiri di capesante e recitato il rituale "gochisou-sama deshita", gli ho anche mormorato un "condoglianze", lui è sembrato imbarazzato ma non irritato, e ha risposto "peccato". Al momento di pagare i miei 21.50 euro ho parlato un po' di più con la figlia, che ovviamente è perfettamente bilingue (probabilmente in Italia ci è nata), le ho detto che Mariko ci mancherà, ed è così.
Faithful
27/03/2010
Certe recensioni le vorrei stampare e appendere ovunque, in camera, in macchina, in frigo, nell’armadio, nella doccia. Cosa posso dire? Nulla. Mi sono davvero emozionata, come mi era capitato solo un’altra volta, per la recensione di tigellinaboilerdilardo riguardo a Ermes. Ti ringrazio e ringrazio anche tige per la passione e l’amore che trasmettete. Ovviamente mi sono ripromessa di superare le mie idiosincrasie con i milanesi (con UN milanese, ah ah ah) per vedere Shiro all‘opera :) ありがとう (Grazie!!)
mizoguccini
19/03/2011
Sono stato a cena da Poporoya, dopo alcune settimane che mancavo. Impossibile non pensare a quanto sta accadendo in Giappone (e conoscendo un po' il modo di filtrare le notizie del governo nipponico devo ammettere di essere più tra i pessimisti che tra gli ottimisti), mi chiedo come prenda Shiro tutto ciò: è impossibile capirlo guardandolo o parlando con lui, la riservatezza orientale in questi casi è davvero impenetrabile. Mi auguro di sbagliarmi sulle conseguenze del disastro in atto, spero in ogni caso che questo grande e complicato paese si riprenda quanto prima; conoscendo il suo popolo e la sua cultura so che può farlo, ma la sfida è veramente dura questa volta.
mizoguccini
04/07/2012
Ho scoperto che questa recensione è linkata sul sito ufficiale di Poporoya. Ieri sera ottimo chirashi, come sempre ma più del solito.
gi
04/07/2012
grande mizo ! :yes:
mizoguccini
05/09/2013
Ristrutturazione completa del locale, ora è molto più elegante; spazio minimarket ridotto al minimo, legno chiarissimo (praticamente bianco) dappertutto, posti aumentati (18 ai tavolini e fino a sei teorici al bancone); stessa confusione e stessa eccellente qualità. Ci sono stato questa sera con il mio amico Lurk, abbiamo preso due chirashi, poi, attirati dal nuovo banco refrigerato con tipologie di pesce e frutti di mare di ottimo aspetto e in varietà mai viste ci siamo lasciati andare a ordinare dei pezzi di sushi in più: due nigiri di toro (la ventresca di tonno) e due gunkan di aragosta. Per sbaglio assieme al toro finiscono al nostro tavolo due gunkan di granchio, che mangiamo credendo che siano di aragosta (dei dubbi li avevo), poi ci spiegano che no, i gunkan di aragosta Shiro li sta ancora preparando, e siccome ci mette un po' quando arriva il piattino contiene anche due mini nigiri di tonno. L'aragosta (cruda) è squisita, anche se forse starebbe meglio in sashimi con meno riso. Il conto è di 47€ in due con il tè e la zuppa di miso compresi nel prezzo del chirashi come al solito. Ai cambiamenti ci si deve abituare, per chi è un vecchio cliente un po' dell'atmosfera se n'è andata (anche se tutti i vecchi ritagli di giornale, disegni, fotografie e quaderetti varii sono ancora appesi sulle pareti ripitturate), in compenso l'aumento dei coperti consente tempi di attesa più brevi (sostanzialemente nulla la nostra questa sera), e il nuovo banco refrigerato più grande permette di tenere una varietà maggiore di squisitezzze di mare. La presenza di Shiro coi suoi coltelli assicura che questo resti, come dico sempre, il miglior sushi-ya del Sud Europa.
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