Recensione su Gelateria Umberto Milano
visitato da mizoguccini il 13.03.2008

Recensione su
Gelateria Umberto
Milano

Visitato il 13.03.2008
Imperdibile!!!
Scritta da mizoguccini
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 3.00
Coperti: 1
10 commenti
UMBERTO, UN ANTICO AMORE Parlare di Umberto per me è come parlare di un posto dove ho vissuto: è la gelateria vicino a casa (non la più vicina in realtà, recentemente me ne hanno aperta una proprio di fronte, ma non è gran che); da bambino ci andavo già; quando mi sono innamorato per la prima volta a quindici anni uno dei tanti motivi scatenanti (direi dopo l'avvenenza fisica e l'affinità politica, ma prima di molti altri) è stato che ella adorava la crema di Umberto quanto me. Umberto è lì al suo posto dal 1959, e da allora credo abbia introdotto o eliminato pochissimi gusti. Ci sono andato oggi e ne proponeva dieci: crema, crema bianca (sarebbe un fiordilatte), crema caramellata, nocciola, cioccolata, menta, limone, fragola, pompelmo e (mi pare) caffè; ma per me potrebbe averne anche solo due, crema e nocciola, o al limite uno. Mi manca un po' il gelato al Grand Marnier, che un tempo facevano d'inverno, ma credo che non sia nemmeno arrivato a vedere gli anni '90. La vecchietta dai vaporosi capelli bianchi che mi serviva da bambino non c'è più, il gelataio barbuto e biondo con gli occhiali non lo si vede quasi mai, e la acida e stizzosa signora dai capelli tinti ormai è piuttosto anziana anche lei e raramente serve i clienti, a preparare coni e coppette oggi sono quasi sempre giovani che vengono apparentemente dall'India. UN PICCOLO NEGOZIETTO DAGLI ORARI STRANI Il posto è molto piccolo: vetrina da “una luce”, come si diceva un temo, un lungo banco sulla sinistra, giusto un paio di tavolini (sempre vuoti) e una vetrina frigorifero per i semifreddi sulla destra, il laboratorio con le bellissime macchine Carpigiani d'epoca in fondo, nella bella stagione due panchine all'esterno. Una cosa che voglio sottolineare è che qui tutti i gelati sono tenuti in pozzetti chiusi, e questo secondo me è un indice fondamentale della qualità di una gelateria (sebbene non sia né condizione necessaria né sufficiente): in questo modo il gelato si mantiene a una temperatura migliore, non è esposto all'aria e oltretutto non si alletta il cliente con coloranti o simili; per la stessa ragione non ci sono i pezzi di frutta (fresca o secca che sia) all'interno del gelato, vorrei anche far notare che quando uno è particolarmente contento di trovarli, come fossero la parte più buona, vuol dire che probabilmente c'è qualcosa che non va nella qualità del gelato. Gli orari sono un po' strani: cerca di avere orari da negozio, quindi chiude per la pausa pranzo e la sera per le 19, giusto in piena estate tira fino alle 22, ma raramente di più. Tra l'altro alle volte è misteriosamente aperto quando ti aspetteresti che sia chiuso o viceversa. La cosa migliore per essere sicuri di trovare aperto è andarci a metà pomeriggio o metà mattina. CARO COME IL FUOCO Il gelato qui è molto caro, ma un tempo lo era ancora di più: ricordate quando il cono costava mille lire nelle gelaterie artigianali di qualità e ottocento in quelle più banali? Da Umberto costava già 2000 lire; quindi, che adesso il cono ci sia in due varianti da 2 o 3 euro, e le coppette da 2, 3 e 4 euro, in prospettiva fa meno impressione: qui a Milano sono tante le gelaterie che fanno prezzi simili, visto però che le dimensioni possono variare quello che conta è il prezzo al chilo, che qui è di 25 euro. Li vale, però, li vale tutti. NON CI SONO PIÙ I GELATI DI UNA VOLTA… Purtroppo negli anni la qualità del gelato è diminuita… e allora perché lo recensisco con cinque cappelli? Semplicemente perché un tempo era il migliore in assoluto, da 25 cappelli almeno, quando la sua crema era meravigliosamente gialla, e sentivi che tra gli ingredienti c'era la scorzetta di limone grattugiata fresca ma senza che prevaricasse, e la consistenza era perfetta… ora invece è semplicemente uno splendido gelato… la nocciola in confronto ha perso meno qualità, ed è ancora più o meno come la ricordo. La frutta qui io non l'ho quasi mai presa, per la frutta vado altrove, e poi sono un esponente del partito di quelli che pensano che i veri gelati sono le creme; comunque il pompelmo rosa è apprezzato dai cultori del genere e fragola e limone sono molto affidabili. Diminuita, e di molto, è anche la qualità del cono stesso: un tempo era una vera cialda di pasticceria croccante, adesso è invece uno di quei banali coni un po' spugnosi… suppongo che incidesse troppo sul prezzo, e inoltre, essendo quello vecchio un vero cono geometrico completamente cavo, ci stava dentro troppo gelato. OGGI CREMA, COME SEMPRE Oggi ci sono passato di ritorno da Poporoya, e siccome da un po' di giorni ho mal di gola e secondo molti medici il gelato in questi casi fa bene ho pensato di prenderne uno… come medicina, sia chiaro! Alle 13:45 era fortunatamente aperto, ho quindi potuto prendere la mia coppetta di crema da tre euro, che mi ha accompagnato giusto giusto il tempo di arrivare a casa. Ma non è questo il modo migliore per mangiarlo… il modo migliore è prendersi una bella vaschetta di crema, e tranquillamente a casa propria farsi delle immense coppe di affogato al whisky di malto. Per anni ho usato il Macallan, ma vanno bene, a mio avviso, tutti i malti rotondi, ricchi e con una nota un po' dolce, mentre stridono quelli troppo torbati. Si tratta di una di quelle combinazioni davanti alle quali io non riesco a fermarmi: portatemi via la vaschetta e la bottiglia, oppure mi fermerò solo quando il gelato sarà finito. Finché non lo si è provato, non si riesce a immaginare quanto questo matrimonio sia perfetto. LA COLLOCAZIONE Piazza Cinque Giornate è una delle porte della cerchia delle mura spagnole, tra tutte quella più vicina a piazza Duomo, nel suo centro un monumento di Giuseppe Grandi ricorda le cinque giornate dell'insurrezione anti austriaca del marzo del 1948; da qui parte corso di Porta Vittoria, dove troneggia il tribunale più famoso d'Italia; in questa piazza passano moltissime linee di tram e autobus, ma non ci sono fermate della metropolitana (ce ne sarà in futuro una della progettata linea 5, pare…); se qualcuno pensa di venirci in macchina… posso solo dire “auguri”, non mancano comunque i posteggi a pagamento, nelle vicinanze.

10 commenti

MarcoeSilvia
13/03/2008
Mizo, le tue non sono recensioni, ma pezzi di anima... Fai venire la voglia di venire a milano solo per un gelato
mizoguccini
13/03/2008
Sì vabbè, ma come scrive questo? "Quindi anni"? Vorrà dire quindici?? (Maledetta correzione automatica di word, che si fa ingannare da una parola all'apparenza corretta).
corpicino
13/03/2008
Caro Mizo che piacere leggerti..pero' adesso mi hai fatto venire una voglia matta di gelato!!!!....concordo con il fatto che una vaschetta di gelato alla crema con un distillato(io preferisco i rhum dolciastri)sia qualcosa di meraviglioso......anche se un fior di latte fatto come si deve.....slurp!!!!!!!
gi
13/03/2008
bacchetta magica sui "quindi" anni, tornati 15 :) Complimenti !
mizoguccini
13/03/2008
Grazie gi. Rhum dolciastri tipo il Zacapa? Dovrò provare, io però ultimamente bevo rhum della Martinica un po' più secchi, e questi secondo me non ci stanno altrettanto bene.
mizoguccini
13/03/2008
gi... scusa ma ci sono altre correzioni da apportare: nella prima riga del secondo paragrafo "come si diceva un temPo", e infine, nessuno si è accorto che ho scritto che le Cinque Giornate sono del 1948?? 1848, ovviamente!! Che vergogna...
bicio
14/03/2008
bè.. sinceramente gelaterie simili e decisamente a minor costo ( semplicemente solo perchè nn si trovano a milano) si trovano un p'ò ovunque, anche quelle che usano ancora la scorzetta di limone grattugiata e dove la nocciola è ancora nocciola densa e corposa . Vengo spesso a Milano e sicuramente mi farò accompagnare in questa gelateria
bicio
14/03/2008
molti anni fà c'erano i gelatai, ora nn sò come si chiamano. I gelatai erano quelli che giravano per i paesi, le contrade, e nelle starde di campagna con il triciclo a tre buche e trombetta, contenenti tre tipi di gelato, limone, crema ( o cioccolata) e nocciola, si mangiava così, anche il cono perchè costava, nei paesi e nelle contrade, soldi, ma nelle strade di campagna, un uovo, a volte rubato alla nonna: era l'uovo che serviva per la cena. Era un gelato costosissimo, forse più costoso dei due euri di adesso, e nn c'era altro, nè whisky, nè borsci, solo due o tre palline a secondo delle uova da spendere. Posso assicurare che nn ricordo gelato migliore: era il GELATO
mizoguccini
22/03/2008
Oggi invece (dopo la visita settimanale da Poporoya, spostata di venerdì) sono stato in quella che secondo molti è la migliore gelateria di frutta di Milano: “La bottega del gelato - da Cardelli” (via Pergolesi, 3, una traversa di corso Buenos Aires vicino a piazzale Loreto). Non vi sono legato da particolari ricordi, ma la conosco comunque da anni e fa un ottimo gelato; i gestori sostengono di avere inventato i frutti ripieni al gelato, e magari è anche vero perché si tratta di un locale storico; si va dai 4 euro di un fragolone ai 20 di un ananas, passando anche per frutti davvero rari. I gusti sono sempre moltissimi, quest’oggi ne ho contati 45 (segnalano quali contengono latte, quali glutine o altri ingredienti che possono porre problemi). Il costo al chilo è di 24 euro, niente coni, coppette da 3, 6 e 8 euro. Abbiamo preso due coppette da 3, una fior d’arancio (un fiordilatte con arancia candita) e stracciatella di alchechengi (molto particolare, buono il cioccolato dentro); l’altra avocado (di fatto è una crema, c’è il latte dentro) e lime (molto rinfrescante, quasi brusco). Da provare, specialmente d’estate, quando ci sono i migliori gusti di frutta nostrana, ma comunque grazie alla frutta esotica proveniente dall’altro emisfero c’è qualcosa di interessante tutto l’anno. Buona Pasqua a tutti. Tra una settimana circa tornerò a infestare questo sito con recensioni dall’Abruzzo e dal celebre Ulissi di Senigallia.
mizoguccini
01/07/2009
I casi e le coincidenze. Mi capita tra le mani una guida alle migliori gelaterie di Milano (e provincia): valutazione da uno a tre coni, a quattro gelaterie in tutto è stata assegnata una menzione speciale. Vado a vedere Umberto: tre coni, la scheda parla piuttosto apertamente della scontrosità della titolare (quella che io definivo acida e stizzosa, figlia del fondatore), poi però passa al gelato e il tono si fa lirico, viene scomodato persino Proust. E comincia a farsi strada l'idea che non sia un caso. In effetti è parecchio che non vado a mangiare il MIO gelato, la sera dopo il ritorno da Modena stavo per andarci durante una passeggiata serale, ma poi avevo optato per una birra (il gelato dei "grandi"), fatto sta che ieri sera decido che è tempo di un cono di crema. Appena entro rimango sbalordito da un cartello scritto a mano in pennarello verdolino: pistacchio di Bronte. Non posso fare a meno di esclamare ad alta voce: "pistacchio? non c'è mai stato il pistacchio!" E infatti scopro che si tratta di un'edizione speciale per festeggiare i 75 anni della gelateria (ma quanti mesi sono che non ci vengo?). Probabilmente in 75 anni non era mai stato proposto il pistacchio, io posso garantirlo solo per gli ultimi 30. E così, proprio nel giorno in cui qui su GM si discuteva di gelato al pistacchio, posso gustare quello che per anni è stato un desiderio ma ancor più una sorta di simbolo dell'impossibile, un'araba fenice: il pistacchio di Umberto. Non vi dirò se era buono, vi riporterò invece le parole che la gelateria dedica ai suoi clienti. Nei mesi estivi la striscia bianca della via lattea solca tutto il cielo, ed è chiaramente visibile sulle nostre teste, dallo zenit fino all'orizzonte, dove attraversa le costellazioni dello Scudo e del Sagittario. alzando lo sguardo nei pressi dello zenit si può riconoscere facilmente Vega una delle "regine" del cielo estivo. Si guarda il cielo con i piedi (o distesi) a terra. Così costruiamo un legame, fin da piccoli, tra terra e cielo. solo così non ci sentiamo dispersi nell'universo. La via lattea è il nostro nutrimento stellare ma anche il nostro nutrimento naturale. Con gli occhi al cielo e assaporando un gelato, possediamo gli spazi immensi, sin da piccoli. Nella città più industrializzata il gelato genuino dell'artigiano non vi deluderà mai. Umberto.
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