Recensione su Al Brindisi Osteria Enoteca Ferrara
visitato da Giò il 25.04.2008

Recensione su
Al Brindisi Osteria Enoteca
Ferrara

Visitato il 25.04.2008
Consigliatissimo!!
Scritta da Giò
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 25.00
Coperti: 1
2 commenti
Approffittando della giornata di festa e dello splendido sole, io e la mia morosa abbiamo deciso di passare questo 25 aprile con la più classica delle gite fuori porta: città d'arte! Non avendo voglia nè di svegliarci troppo presto, né di fare troppi chilometri la scelta è ricaduta su Ferrara, la splendida capitale degli Estense, seconda in bellezza tra le città del Ducato solo a Modena…(scusate ma il mio campanilismo prende spesso il sopravvento)… Siamo arrivati a destinazione a metà mattinata e dopo aver trovato agevolmente parcheggio (non a pagamento) in una viuzza laterale del centro, ci siamo diretti verso la zona pedonale che conduce al Duomo. Abbiamo passato la mattinata girovagando per le strade della città e, a malincuore, stando a debita distanza delle mostre di Mirò e Garofalo, le quali sì, attiravano molto la nostra fame del bello e della cultura, ma che presentavano file chilometriche di almeno un paio d'ore… Nel nostro beato passeggiare, cullati da una giornata primaverile che migliore non avremmo osato sperare, il mio occhio attento ed inquisitore scrutava le insegne di ristoranti e trattorie, alla ricerca del luogo ove riposare le stanche membra ed affaticare le fameliche fauci. A dire il vero come ogni recensore che si rispetti avevo fatto una ricerca su GM e mi ero mentalmente segnato una serie di locali papabili. Arrivati al dunque i contendenti erano rimasti due: l'"Osteria della Campana" locale che si trova nel giardinetto interno di un bel palazzo del centro che aveva l'appoggio della mia signora e l'“Hostaria Savonarola”, che già dopo la splendida recensione di Kava godeva delle mie preferenze, le quali erano addirittura aumentate dopo aver intravisto dall'ingresso quella splendida pertica sovrastante il bancone a cui era appeso ogni ben di dio. Quando ormai la mia battaglia in favore del povero Savonarola sembrava perduta, scorgo nel vicolo che costeggia il Duomo un'insegna gialla che da lontano aveva tutta l'aria di essere “mangereccia”. Convinco la mia controparte a dare un'occhiata ed arrivati davanti all'insegna leggiamo: AL BRINDISI. Nonostante i tavoli fuori fossero tutti occupati, incuriositi diamo un'occhiata al menù esposto e trovandolo interessante entriamo. All'interno ci troviamo in una piccola sala con alla destra il bancone ed alla sinistra un muro di bottiglie di vino catalogate per nazione o regione; non saprei come definirlo, ma la stanza sa di vecchio, ma non quel vecchio triste e smunto, un vecchio vivo che ti dà l'impressione di avere mille storie da raccontarti. Uno scambio di sguardi e capiamo subito chi ha vinto la sfida per il pranzo. Dietro al bancone vi sono tre ragazzi, mi avvicino a quello che ha l'aria da capo e gli chiedo quanto c'è da aspettare per un tavolo da due. Mi risponde che ci vorrà mezz'oretta. Gli dò il mio nome dicendogli che nel frattempo andiamo a fare una passeggiata, ma mi sento rispondere che non prendono prenotazioni; se vogliamo il tavolo dobbiamo stare lì, e magari anche in bella vista x evitare di farci sorpassare… Un attimo di sgomento ci sorprende, Mirò non ha meritato che aspettassimo in piedi per lui, può questo locale valere tanto? La mia morosa non è molto convinta, ma vedendomi preso dal posto mi asseconda e decidiamo di aspettare. La decisione è saggia, primo perché in realtà abbiamo aspettato poco meno di un quarto d'ora; secondo perché durante l'attesa un foglio sul bancone attrae la nostra attenzione e prendendolo tra le mani le parole che leggiamo sono esattamente queste: “Da il Guinness dei primati: L'osteria più antica è l'enoteca “Al Brindisi” di Ferrara, in origine “Hostaria del Chiuchiolino”. La prima documentazione scritta risale al 1435, anno in cui l'osteria era già famosa. Tra i personaggi illustri che la frequentarono figurano Benvenuto Cellini, Tiziano Vecellio, Ludovico Ariosto e Torquato Tasso. Nel XV secolo esisteva l'antica “Hostaria del Chiuchiolino” (da ciuc, ubriaco) ove i buongustai si recavano a bere in barca, trovandosi il luogo in una piccola insenatura o “gorgo” creato da uno scolo dell'acqua piovana: da qui l'antico nome di “via Gorgadello”. Nel primo piano del fabbricato, sopra l'attuale enoteca, sopraelevato dall'architetto urbanista Biagio Rossetti, compì gli studi Niccolò Copernico, laureatosi a Ferrara nel 1503. Nel 1973 in occasione del quinto centenario della nascita di Niccolò Copernico, il Card Primate di Polonia Wiszinsky fu accompagnato a Ferrara da Karol Wojtyla, indimenticato pontefice, e per visitare i locali abitati dall'illustre polacco passarono attraverso l'enoteca.” Dopo una divagazione forse un po' eccessiva vado a scrivere quello per cui tutti state leggendo. Non appena il tavolo si libera un solerte e gentilissimo cameriere ci fa accomodare. Entriamo nella sala sulla sinistra ed anche questa rispecchia l'età del locale. Vi sono pareti di bottiglie il cui anno di imbottigliamento è diventato illeggibile, una miriade di oggetti che hanno visto parecchi lustri ed una collezione di mignon di liquori impressionante. La tavola è spessa e di legno, rettangolare apparecchiata con tovagliette in carta gialla e con due panche ai lati in cui si potrebbe stare tranquillamente in quattro, noi in due siamo larghi e comodi. Avendo avuto il tempo per decidere siamo già preparati ed ordiniamo al cameriere due menù degustazione. La mia dolce metà ordina il “menù del viaggiatore”, che consiste in antipasto di salumi locali, cappellacci di zucca con ragù, salama da sugo ferrarese con purea di patate e dolcetti tipici; ad ogni portata è abbinato un calice di vino del bosco Eliceo. Io opto per il “menù della tradizione” che prevede, pasticcio di maccheroni alla ferrarese, salama da sugo e panpapato. Anche alle mie portate sono abbinati i relativi calici di vino. Ci siamo divisi l'antipasto di salumi che accompagnati a dell'ottimo pane ferrarese hanno fatto una egregia figura; anche se io, essendo membro onorario de “La Compagnia dello Spertico” (mio padre è uno dei membri fondatori), sono abituato ad un salame all'aglio di qualità decisamente superiore! Il calice per l'antipasto prevedeva un vino bianco fermo e leggermente aromatico. Per i primi ci hanno servito un rosso leggero (niente di eccezionale); il mio pasticcio era ottimo ed anche Isabella è rimasta soddisfatta dei suoi cappellacci. Finalmente è poi giunta a tavola la vera ragione per cui mi ero spinto così lontano da casa…la Salama! Io ho spazzolato la mia porzione in pochi secondi ma poi, dato che il sapore robusto e speziato non si trovava d'accordo col delicato palato della mia accompagnatrice, mi è toccato di ripulire anche il suo piatto. Buona buona, anche se ad essere sincero devo ammettere di averne mangiate di migliori. Il calice che accompagnava i secondi era un rosso decisamente più vigoroso, ma che andava giù come acqua in compagnia di pietanze tanto saporite. Dolci: io non amo il panpapato, ma questo è decisamente il migliore che io abbia mai assaggiato. I dolcetti tipici niente da ricordare. Una menzione speciale la voglio invece fare al vino che ci è stato presentato in abbinamento: fragolino. Ma non quel liquore un po' insulso fatto con le fragole, questo era vino fatto con l'uva-fragola! Io non sono un gran bevitori di vini dolci, quindi non lo possa di certo annoverare tra i miei preferiti e mentirei se dicessi che ho finito il mio calice, ma era veramente buono. Sarà forse che mio nonno aveva nell'orto una piccola vite di uva-fragola e che quindi il dolce del vino si è mischiato con la dolcezza dei ricordi passati. Ultima annotazione prima della spesa e del giudizio finale è per il cameriere: veloce, gentile, ma mai invadente. Veramente un ottimo servizio. Spesa totale 43euro!!! Rispettivamente 25 per il menù del viaggiatore e 18 per quello della tradizione. Considerato dove si trova, la sua storia, quello che abbiamo mangiato e bevuto direi veramente un ottimo prezzo. Non avendo provato il menù alla carta e testato accuratamente la cantina non me la sento di dare cinque cappelli, ma è decisamente più che consigliatissimo!!!

2 commenti

mizoguccini
08/05/2008
Ci sono stato, ma solo a bere in piedi, mai a mangiare. La selezione dei vini è impressionante, e certo non si resta indifferenti al fatto "di come anche la storia sia passata tra quei muri".
gi
08/05/2008
grande recensione come al solito Gio' !
[wpuf_form id="14284"]