Recensione su Agriturismo Ca' de Fra' Casine di Sestola
visitato da LuVe il 15.08.2008

Recensione su
Agriturismo Ca' de Fra'
Casine di Sestola

Visitato il 15.08.2008
Buono
Scritta da LuVe
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 25.00
Coperti: 1
2 commenti
Per il classico pranzo di Ferragosto abbiamo optato per questo agriturismo sul primo Appennino, in virtù delle belle recensioni. Purtroppo noi dobbiamo andare controcorrente e adesso vi spieghiamo il perché. Eravamo in sei più un bambino di un anno e mezzo; già una volta entrati non ho avuto una bella sensazione, dato che il numero di coperti mi sembrava sproporzionato rispetto l'ampiezza della sala. Infatti abbiamo calcolato una cinquantina di posti in poco più di 40 metri quadri. Per cominciare ordiniamo due bottiglie d'acqua e due di lambrusco; un fermo della casa e un amabile Grasparossa Ambasciatori. Entrambi si sono rilevati azzeccati. Dopo pochissimo tempo iniziano a servire gli antipasti; un assaggio di tortino di ricotta con zucchine, fiori di zucca e asparagi, un voul'a vent ripieno di formaggio, un'insalata fredda di orzo e farro condita con pomodorini, prosciutto cotto e formaggio. Le porzioni erano giustamente minuscole, per lasciare spazio ai tre primi e alle carni. E qui però cominciano i dolori; sono partiti discretamente con tortellini in brodo, che però non sarebbero saputi di niente se non avessimo aggiunto del parmigiano. In pieno anticlimax si sono susseguite rosette veramente piccole e poco saporite e in fine, delle pessime farfalle verdi alla campagnola. Nella nostra ignoranza potremmo anche non sapere che il piatto in questione deve essere preparato così, ma ci si è presentata della pasta scotta con un condimento praticamente crudo composto da zucchine, fiori di zucca, cipolle e pomodorini. Prima di passare ai secondi ci hanno servito i contorni; delle zucchine trifolate poco gustose, dei fiori di zucca ripieni di ricotta e prosciutto cotto, patate al forno alcune dure, altre mangiabili e per finire i radicchi più amari che la terra del Frignano potrebbe produrre. Oltretutto sono stati presentati in ciotole enormi, con le grandi foglie ancora tutte intere, come se fossero appena stati colti dall'orto (onestamente mi aspettavo di vedere ancora la terra attaccata!). Le carni non hanno riservato particolari emozioni; la tagliata (o ciò che si spacciava per tale) era gommosa e si salvava solo per la bontà del formaggio e della rucola che la ricopriva; il coniglio era stoppaccioso e il capretto tutto ossa e troppo saporito; gli spiedini erano buoni ma troppo speziati. Prima del dolce ci hanno portato del formaggio e della marmellata di prugne entrambi di loro produzione: e lì ci siamo davvero leccati i baffi! Il godimento è durato poco perché è arrivato il dessert, un non ben definito dolce freddo il cui pan di spagna era letteralmente imbevuto nell'alcol (a tavola è stato detto che un solo cucchiaio sarebbe costato il ritiro della patente!). Con il caffè (molto buono) sono arrivati torta con marmellata molto più buona del dessert e un liquore d'erbe fatto in casa chiamato Archibugio, che ben assolveva il suo compito di digestivo. Il conto è stato di 155 € per sei menù fissi da 23 €, cinque bottiglie d'acqua (5 €) e due di lambrusco (12 €), decisamente onesto. Confermiamo il fatto che i camerieri si ripresentavano ogni volta per il bis, peccato che nessuna piatto valesse la pena. Vedendo le altre recensioni, speriamo proprio di aver beccato una “giornata no”, ma non pensiamo comunque di ritornarci. Concludendo ci sentiamo di dare 2 cappelli, perché come dice giustamente Luca “meglio spendere un po' di più ma essere pienamente soddisfatti”.

2 commenti

REeED
18/08/2008
i gusti sono gusti, per Ferragosto ero anche io a mangiare in questo agriturismo e ho trovato la cucina ottima e abbondante. vorrei fare alcuni appunti: 1. la sala sarà almeno il doppio, 2. la tagliata era filetto, a mio parere molto buona 3. la marmellata era di ciliege e non di prugne.
LuVe
18/08/2008
1. Mi scuso se non sono una geometra ma resta comunque il fatto che i posti erano troppo vicini tra loro; 2. Hai ragione, era filetto, ma ciò non cambia la consistenza di ciò che abbiamo mangiato; 3. Ci è stato detto fosse di prugne, infatti sul menù c’era scritto “le nostre marmellate”, può darsi che ne abbiano servite diverse. I gusti saranno gusti, ma si vede che anche i parametri di giudizio sono diversi; quello che per te può essere ottimo per noi può essere discreto, e viceversa… Non capisco il tono polemico… Inoltre, e qui concludo, cucinando la stessa cosa per tante persone può darsi che vi siano più sfaccettature: nel nostro tavolo c’era differenza addirittura tra brodo e brodo. Il tuo filetto poteva essere tenerissimo, il nostro no...
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