Imperdibile!!! Scritta da
grog Servizio:
Ristorante Spesa a testa:
40.00 Coperti:
1 14 commenti Per Venerdì 22 Agosto sono riuscito ad organizzare una cena nella Bassa, per onorare una volta tanto il grande Bicio, che proprio a causa della sua residenza laggiù, difficilmente riesce ad essere presente ai vari aperitivi o degustazioni GM. Dopo varie peripezie, centinaia di mail, locali ancora chiusi per ferie, ci siamo finalmente accordati per l'Osteria La Cantina che ha aperto i battenti da poco.
Si trova sulla strada Canaletto, più precisamente detta strada Statale 12 del Brennero, al civico 179, e precisamente a metàstrada tra la Cappelletta del Duca e Medolla.
BREVE CITAZIONE STORICA
< dal sito del Comune di Medolla >
“Cappelletta del Duca
C'era una gelida nebbiolina la mattina del 16 novembre 1848, quando il Duca Francesco V si fermò con il suo seguito nei pressi dell'Osteria delle Tre Torri di Villafranca.” - Inciso, Tre Torri è una frazione di Medolla, oggi al posto dell'Osteria c'è l'Hotel Residence Tre Torri. – “Il Duca, intirizzito per il freddo, scese dalla sua carrozza e decise di sgranchirsi le gambe. Poco dopo sfuggì al goffo attentato del cavezzese Luigi Rizzati, un giovane studente in farmacia di idee mazziniane, che gli sparò mancandolo e che fu catturato da un nobile ufficiale del seguito, armato di ‘una vanga'. Il Duca decise allora di far costruire in quel punto un piccolo oratorio come ringraziamento per lo scampato pericolo: la ‘Cappelletta del Duca' che si trova sulla Statale 12. La sua costruzione non fu facile: ostacolata dalle difficoltàeconomiche del periodo si sa per certo che nel 1859 l'edificio non era ancora concluso né era stato benedetto. Anzi le finiture della ‘Cappelletta', proprio per la scarsitàdi soldi, furono realizzate ‘in economia'. Il 13 maggio del 1898 il Consiglio Comunale di Medolla cedette la Cappelletta al genio (l'attuale Anas) per farne un deposito di attrezzi.”
< dal libro “Gli estensi” di Luciano Chiappino, Dall'Oglio Editore, Varese 15 Maggio 1967 >
“Quando verso la fine del 1847 si manifestarono anche a Modena i segni di un'inquietudine e di un'effervescenza che chiaramente rivelavano gli effetti della propaganda liberale, le reazioni del duca non potevano che essere improntate ai principi dell'intransigenza più assoluta e del ricorso alle misure di polizia. Ma la rivolta del 19 marzo 1848, benché aliena dalla violenza, fu di per sé abbastanza eloquente, specie dopo le notizie giunte da Vienna attorno a quelle sollevazioni. Francesco intendeva resistere anche perché invitato in tal senso dall'imperatore Ferdinando, da lui consultato a questo proposito, ma non gli valsero ne la predisposizione dei cannoni davanti alle porte del Palazzo Ducale, ne un tiepido proclama e neppure la concessione, strappatagli dopo vani tentativi, di una guardia civica, in quanto ormai la folla formata soprattutto di studenti, tumultuava e si temeva addirittura una spedizione da Bologna in appoggio agli insorti modenesi. Preceduto dalla duchessa Aldegonda e dall'arciduca Ferdinando, Francesco decise di lasciare la sua città, dopo aver stilato un editto, nominato una reggenza e, in caso di impossibile funzionamento di questa, sciogliendo i suoi soldati dal giuramento di ubbidienza. In effetti, uscendo da Modena sotto falso nome e finte vesti, insalutato fuggitivo, egli se non altro evitava uno spargimento di sangue inutile ed irragionevole.
Pochi mesi più tardi, esattamente il giorno successivo all'armistizio Salasco, dopo la sconfitta delle truppe piemontesi a Custoza, il duca rientrava in Modena. Se alcuni dei primi provvedimenti adottati (la nomina dei membri di una commissione incaricata di redigere un progetto per uno «statuto costituzionale» e il ripristino dei consigli comunali) potevano far pensare ad una sia pur timida revisione del suo programma, apparve ben presto assai chiaro non trattarsi affatto di un cambiamento di rotta, anche Francesco V, come aveva fatto Francesco IV, si preoccupò di valersi ancora in Modena dell'opera dei gesuiti, che richiamò nel 1850. Francesco V si mostrò in effetti clemente, non volendo ricorrere a rappresaglie od a sanzioni pesanti contro i suoi avversari, ma rivelò chiaramente l'intento di percorrere fino in fondo la strada dell'assolutismo e ne fecero fede alcune iniziative che non consentivano dubbi. Eppure occorre mettere in rilievo la sua volontàdi fuggire dal sangue e di non infierire anche in casi di estrema gravità: quando, in una mattina del novembre 1849, il duca, sceso di carrozza nei pressi di Mirandola in compagnia del conte Guerra, riuscì appena a schivare, gettandosi fuori di strada, un colpo di fucile sparategli dal giovane Luigi Rizzarti, lo catturò e lo consegnò alla giustizia, ma volle poi deporre in tono equilibrato ed arrendevole al processo, per cui la sentenza non risultò cosi grave come si poteva presupporre.”
STORIELLINA
Poco più di una cinquantina di anni fa, mio padre era medico condotto in quel di Medolla. Un giorno a mia madre vennero le doglie e allora fu chiamata l'ambulanza per portarla a Modena. L'autista era molto pimpante quel mattino presto, era partito dalla cittàverso le 6.00 ed ora verso le 8.00, caricata la partoriente, stava riaffrontando la strada del ritorno verso l'urbe a velocitàforse un tantino sostenuta, quando giunto all'altezza della Cappelletta del Duca, affrontò la curva, che allora non era dolce come oggi, ma decisamente più secca, con troppa veemenza, tanto da far sobbalzare mia madre all'interno dell'ambulanza. L'uomo dovette sterzare bruscamente per non uscire di strada, che allora era molto più a dorso di mulo di com'è oggi, cosicché tutte queste manovre violente dettero l'incipit alla mia nascita. Così quella mattina del 29 Agosto mia madre “mi sputò fuori” ed io nacqui.
LA CANTINA
< dal sito La Cantina – Antica Corte >
“Nata agli inizi del Novecento come Cantina Sociale dei comuni di Medolla, Cavezzo e San Prospero per la produzione di vino Lambrusco, testimonia col nome la destinazione originaria.
In alcune vecchie foto presenti sul sito, scattate in epoche diverse, si possono osservare l'esterno e l'interno dell'edificio originario, costruito all'inizio del 1900, dove, dopo un paziente e accurato restauro, oggi è ospitato l'Hotel Residence LA CANTINA.
La prima caratteristica che salta agli occhi dell'ospite all'arrivo presso l'Hotel Residence LA CANTINA è... lo spazio!
La corte imponente, le storiche gallerie, ciascuna con il proprio nome "dei Torchi", "dei Mosti", "delle Botti", l'ampio parcheggio con capienza di ben 160 posti auto, insieme a un vasto e accogliente giardino interno sono gli elementi di un biglietto da visita di tutto rispetto.”
Ora, a fianco del Residence, è stata aperta l'Osteria. Sulla porta d'ingresso svetta l'insegna del locale, su cui è scritto, sopra OSTERIA con ai lati grappoli d'uva d'oro, sotto LA CANTINA ed ancora più sotto e più in piccolo DOVA LA BOTA LE SEMPAR PINA.
IL LOCALE
L'ingresso è in una salone diviso sulla metàda una mezza parete, in modo da creare tre sale, due affiancate ed una per il lungo dove spicca un grande bancone/bar. In queste sale fa la sua bella figura una lucidissima Berkley. In entrambe le sale, un po' in alto e dentro due nicchie predisposte troviamo televisori LCD accesi ma a volume spento, quadri moderni alle pareti e, nella seconda sala mi ha decisamente colpito un quadro-scultura di non mi ricordo chi, una tela striata di rosso vivo con appoggiata sopra una porzione di vecchia bicicletta schiacciata, direi molto eloquente ed intenso.
Si passa poi nel salone vero e proprio, dove sono presenti vari tavoli apparecchiati perfettamente e assai spaziati fra di loro, di fronte una grande porta finestra che dàsul cortile interno della struttura.
Avrei preferito mangiare dentro, non tanto per il caldo, ma per il terrore delle zanzare…..ricordiamoci, eravamo nella Bassa, e qui gli insetti sono micidiali succhiatori… Però il titolare ci informa che avevano giàpredisposto un tavolo da otto fuori e che non c'era da preoccuparsi per le zanzare, forse avevano fatto una danza tribale particolare per scongiurare il loro arrivo, e le donne presenti hanno scelto…. Il cortile è praticamente la corte del Residence, infatti tutto d'intorno si vedono le finestre, suppongo, delle suite. Ogni tavolo si trova al di sotto di un gazebo con struttura in legno, unica pecca le lampade, non brutte, ma semplicemente a luce bianca, attiravano in maniera indecorosa qualsiasi inutile e fastidioso volatile notturno, moscerini, pappataci, probabilmente zanzare, farfalline e falene…che a contatto con la lampadina si tramortivano ed andavano a spirare direttamente nei nostri piatti o nei nostri bicchieri. Non è un guaio però, mangiando all'aperto si può mettere in conto tranquillamente…
Ci accomodiamo e capisco subito che questo non è una vera e propria osteria, ma un locale “ad alto livello”, un locale per una serata particolare, se vogliamo, o per una cena di lavoro… un locale insomma sopra le righe.
A TAVOLA
Ci viene immediatamente proposto un calice di spumante, tanto “per rompere il ghiaccio”, seguito da un simpatico frullatino di melone dentro a dei mini bicchierini, per prepararci il palato alle delizie successive, poi arrivano i menù. Uno per saziarci ed uno per abbeverarci.
Il menù vini consta di 24 pagine con i vini divisi per tipo (bianchi, rossi…) e per regione, nutrita anche la sezione straniera, soprattutto francese.
Il menù cibo consta di poche portate divise in antipasti-primi-etc.., molto interessanti. La cosa che noteremo successivamente è l'utilizzo di piatti personalizzati (tassativamente di ceramica bianchi senza incisioni o scritte) per ogni tipo di portata, idea molto di effetto. Da bere scegliamo lo stesso spumante che ci viene gentilmente offerto al nostro arrivo, della ditta Bortolin Angelo Snc, Prosecco di Valdobbiadene DOC, Spumante Extra Dry. Dal sito della casa vinicola evinciamo: “Questo vino spumante dal fine e persistente perlage, proviene da uve raccolte esclusivamente nella zona D.O.C. di Valdobbiadene. Il suo caratteristico profumo fruttato, il suo leggero tenore alcolico, unito al gusto delicato, lo rendono ottimo come aperitivo ed adatto ad ogni occasione.
Servire alla temperatura di 6-8° C.
Dati organolettici
Titolo Alcolometrico a 20°C: 11,30
Zuccheri Riduttori in g/l: 18,00
Aciditàtotale in g/l: 5,70
Aciditàvolatile per mille: 0,13
Anidride solforosa totale in mg/l: 120,00
Anidride solforosa libera in mg/l: 18,00
Pressione a 20°C: 4,25”
Beh, ragazzi, era fenomenale, andava giù liscio come l'olio, servito a temperatura perfetta e mantenuto al fresco con due secchielli con ghiaccio appositamente agganciati al tavolo. Uno di questi in posizione strategica di fianco a me, mi ha permesso di abbeverarmi senza dover rompere continuamente le scatole a qualcuno. Debbo dire che, nonostante ne abbia bevuto assai, era in perfetto abbinamento col cibo che poscia abbiamo ordinato e non ha dato alla testa a nessuno di noi.
ANTIPASTO
Abbiamo optato tutti per l'antipasto e nell'attesa abbiamo mangiucchiato e spavirato gli stuzzichi da forno che ci erano stati recapitati assieme allo spumante.
Io ho optato per piatto di salumi misti con gnocco e brioche salata. Non mi sono curato molto della scelta degli altri commensali, ma ricordo di aver visto girare piatti strani dalle denominazioni altrettanto strane, caprese di scampi con sorbetto di basilico e capesante arrostite con salsa di papaia.
Dopo poco mi viene portato un piatto con varie fette di prosciutto crudo, di un meraviglioso colorito rosastro, non troppo sottile ma dolcissimo e morbidissimo, alcune fettine di salame tipo felino, ottimo, coppa altrettanto buona, due fettine di pancetta stesa e alcune di lardo, che non era né di Colonnata né di Arnad, era locale, ma molto buono, mangiandolo col gnocco fritto caldo si scioglieva a meraviglia. Lo gnocco era buono ma un tantino unto, poca cosa, era morbido. La brioche salata fenomenale (vado matto per le brioche salate), man mano che l'addentavo ci infilavo dentro le fette di mortadella…..da urlo…..
PRIMO
Sul primo c'è stato, dalle parti di bicio, un ‘qui pro quo' sull'ordinazione dei piatti, avevo sentito che bicio e Giorgio volevano una porzione in due di tortelloni (con non ricordo cosa) e Luci e Mira idem una porzione di gnocchetti all'arancio e altre cosette. All'arrivo dei piatti, però, erano state preparate porzioni intere per tutti, adducendo la scusa che tanto erano porzioni piccole, saràforse per questo che alla fine il titolare ci ha scontato, quindi regalato, una bottiglia di spumante.
Io invece ho ordinato una porzione di tagliolini con anguilla affumicata. Buoni, al dente perfetto, con striscioline di anguilla cotte in un sughino denso color prugna, che era piuttosto liquido e tendente al dolciastro. Molto gustose, accattivanti. Purtroppo tre forchettate ed erano giàfiniti, peccato. L'unico difetto che avevano era che erano pochi. Mai mangiata l'anguilla affumicata, sapore decisamente delicato.
SECONDO I
Gli altri hanno ordinato tonno rosso al sesamo con ratatouille, tagliata di manzo su letto di rucola e grana e forse qualcos'altro che non ricordo. Io ho preso lo stesso di bicio, e cioè interpretazione di baccalà. Direi incredibile, non mi vengono le parole…non so che dire. Ho perfino dovuto farmi mandare il cuoco dal titolare (a proposito, il titolare si chiama Stefano Scacchetti) primo per fargli i complimenti, secondo per avere la giusta descrizione di quello che avevo mangiato.
INTERMEZZO
Su questo piatto ci siamo sentiti per un paio di giorni io e bicio, perché mentre scrivevo la recensione, non ricordavo quante interpretazioni di baccalàmi avessero portato, io credevo cinque e bicio asseriva quattro. Poi stamane ho letto la recensione di Luci, con supervisione di falcon che parlava di quattro. Siccome nella mia testa continuava a frullarmi il numero cinque, questo pomeriggio ho telefonato al cellulare del sig. Scacchetti, per chiedergli delucidazioni su questa querelle. Mi ha risposto il nipote e mi ha detto che mi avrebbe fatto telefonare dalla cuoca. Dopo un'oretta circa ho ricevuto la telefonata della cuoca, che dopo le mie spiegazioni è stata premurosissima a dirmi quali e soprattutto quante interpretazioni di baccalàci hanno portato: 5 (cinque). Debbo ringraziare pubblicamente tutto lo staff dell'Osteria che si è prestato a questo giochetto, il cuoco Antonio de Sazio, che ci aveva fatto visita durante la cena, e la cuoca Claudia Scarfone con la validissima collaboratrice Vania Ghedini, propongo un'ovazione per loro.
SECONDO II
La portata era composta da cinque parti, cioè cinque modi di cucinare il baccalà. Bellissimo anche il piatto, quadrato grande, con uno spazio rettangolare in basso e tre spazi rotondi in alto. Negli alloggiamenti tondi c'erano un pezzetto di baccalàfritto in agrodolce, una barchetta di ceramica con dadini di pesce saltati con pomodorini e capperi e una cialda sottile con spalmato sopra il mantecato, sotto da una parte un bel pezzo fritto e di fianco, su un letto di verdure miste alla julienne, un pezzo rosolato in padella e irrorato con salsa al maialino.
Che dire, difficile, bisogna che uno ami il baccalà, uffa, è inutile che ci giri intorno, la portata era sensazionale, con un misto di sapori ben amalgamati e …. Basta, mi mancano le parole. Provare per credere.
FINALE
Mentre tutti gli altri si slappano con ingordigia una mousse di pesca prima di passare ai dolci, che notoriamente debbo evitare, mi sono reco, su suggerimento di zio, al bagno…..mai visto un bagno così, sono rimasto a bocca aperta. Quello che mi ha colpito non è stato solo la pulizia e la vastitàdella sala da bagno, ma il tipo di toilette….la tazza è di quelle autopulenti, se non hai mai visto un water autopulente non ci credi!!! Passi la mano al di sopra della zona indicata, e pppppiiiiiiiii una parte azzurra posteriore esce e va a coprire il sedile che improvvisamente comincia a scorrere deformandosi sotto questo mantice pulente….. vvvvvvvrrrrrrr due o tre giri e puoi appoggiarci le chiappe in assoluta sicurezza igienica.
OFFERTA
Dopo i dolci ci viene offerto un piatto di pecorino calabrese, per poterlo gustare con l'aceto balsamico della casa e quello di Giorgio (l'amico di bicio) che ha portato con sé per proporlo a noi e per farlo conoscere anche ad altri….
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Il caffè è arrivato con le bottigliette di liquorini fatti in casa, caffè deca ottimo. Ho fatto uno strappo ed ho assaggiato, appena appena, il liquore di liquirizia, direi buono, ma quello che fa Piggo è insuperabile.
SERVIZIO
Il servizio è stato impeccabile, tre gentilissime e premurose signorine (o signore, non ho indagato) si sono mosse leggiadre attraverso i tavoli sistemati alla perfezione e distanziati fra di loro per permettere un facile passaggio, tutte belle vestite nella loro tenuta nera, calzoni lunghi e grembiulone nero fino alle caviglie, puntuali, precise, senza mai ostacolarsi, mai invadenti. Anche il sig. Scacchetti è sempre presente e pronto a qualsiasi intervento o precisazione. Coordinamento tipico da Grand Hotel.
PREZZO
Eravamo in otto, abbiamo preso tutti l'antipasto, il primo, il secondo, il dolce escluso il sottoscritto, il caffè solo io, liquori e non ricordo se 4 o 5 bottiglie di spumante, fatto sta che il conto è stato di 40 euro a cranio. Al di làdella cifra non economica, li meritava tutti. Locale sicuramente impegnativo, ma dove ritornerò senza patemi d'animo, la qualitànon ha prezzo, non sono uscito con la fame, ero sazio.
Locale altamente sconsigliato ai taccagni.
NEW ENTRY
In questa serata abbiamo avuto l'onore di avere con noi rccgpl, quello dal nick impronunciabile, che giàda tempo imperversa nei commenti di GM, ma di una simpatia unica, peccato che presto traslocheràvia da Modena (non da GM) e forse non potremo godere della sua compagnia tanto quanto se fosse rimasto nella nostra città, e la new entry Luci, che ha esordito su GM con la recensione di questa serata.
GIORGIO
Bisogna spendere due parole su Giorgio, amico di bicio, non iscritto su GM, ma personaggio molto interessante. Io lo avevo giàconosciuto alla Sagra della lumaca a Casumaro, ed avevo giàallora avuto una buona impressione. Il caro Giorgio è personaggio assai eclettico ed interessante, decisamente di compagnia anche se leggermente schivo ma gioviale, è un uomo dalle mille attrattive. Produce liquori casalinghi dai sapori più strampalati, dipinge, dipinge le fotografie (non chiedetemi cosa vuole dire, quando ne avrò vista una allora sì che forse sarò in grado di dirlo, sembra che la sua tecnica sia unica), scolpisce e …. produce un eccezionale aceto balsamico. Ha partecipato al concorso annuale (non ricordo se l'anno scorso o quello prima) e si è classificato solo quinto (5°), mica male eh? Beh, Giorgio, che cerca anche di vendere, giustamente, il suo aceto, si è portato dietro una boccettina, che abbiamo debitamente assaggiato e posso dirvi, fidatevi, che è strepitoso. Quello, seppur buono, fornitoci dall'Osteria confrontato con quello di Giorgio sembrava l'aceto balsamico Ponti. Fate un po' voi.
I COMMENSALI
Allora eravamo in otto (adesso viene in mente la battutina di Lancillotto), io, zio, rccgpl, bicio, Giorgio, Luci, Falconline e la sua signora Mira. Pochi, ma buoni e assai ciarlieri. Ci siamo seduti verso le 21.00 e ci siamo alzati da tavola quattro ore dopo. Debbo dire mai disturbati dai gestori, anzi tutt'altro. Anche questo pone a favore del locale, nessuno ti butta fuori.
PS: i cuochi mi hanno detto che ogni due o tre settimane cambiano completamente il menù, inserendo a volte menù regionali o a tema, quindi, se non amate le sorprese, telefonate prima, vi diranno quale tipo di cucina offrono in quel momento.
14 commenti
28/08/2008
Sono lusingato! Lo sono stato dell'invito e ancor più dei complimenti che mi hai fatto. L'onore è stato tutto mio, perchè mi sono ritrovato su tutta la linea con tutti i commensali. Nonostante il trasferimento spero di riuscire a dare il mio supporto a GM con recensioni "dall'Estero"!!!! Grazie a tutti, è stata una serata piacevolissima.