Recensione su
Urbana 47
Roma
Visitato il
16.10.2008 Imperdibile!!! Scritta da
Meittlos Servizio:
Ristorante Spesa a testa:
32.00 Coperti:
1 2 commenti Panzanella con zucchine e olive di gaeta
Fettuccine melanzane pomodorini e primosale
Tagliata di tonno
Vino cesanese a profusione ad inondare il Tutto
12 persone a tavola
un paio di grappe e qualche dolce per le donzelle (mi dicono ottimi)
32 Euro a testa
Esperienza notevolissima e 5 Cappelli assai meritati.
Sono partito dal fondo perché questa sarebbe una di quelle recensioni da dividere in settori o in puntate tematiche legate ad ogni singolo aspetto dell'esperienza (cibo, luogo, servizio, compagnia, background culturale, proposta enogastronomica/commerciale/sociale)
Dico questo perchè l'URBANA 47 è, a mio parere, una perla della moderna ristorazione, anche e soprattutto per la modalitàdi proposta e gestione commerciale di questo locale.
Parto appunto dal cibo sopra indicato, forse non tutto perfetto e sublime, ma certamente tutto gradevole e connotato da estrema cura e qualità, che sono i due ingredienti principali della loro proposta e forse le due caratteristiche che io personalmente più ricerco nell'esperienza gastronomica.
Essendo a Roma non posso che cercare di indirizzarmi su piatti della tradizione (seppur rivisitati sotto una chiave di lettura maggiormente innovativa).
Come entr'acte mi faccio consigliare dall'amico Alessio (nostro duca del gusto) una spettacolare (invero due nel piatto) panzanella. La panzanella (non sarò precisissimo ma dico quanto ricordo) è piatto tipico del Lazio e in generale delle regioni centrali del nostro paese. Fatto con pane raffermo e verdure base come cipolle e pomodori può per l'appunto essere in parte rivisitato come quella che ho preso io. Si presenta in genere sotto forma (se ho capito bene) di una sorta di insalata ma può anche essere presentato a mo' di bruschetta (come il piatto che mi è stato servito) e il pane è debitamente bagnato e insaporito. Semplicemente ottima e le olive davvero notevoli.
Per quanto riguarda le fettuccine la variante che ho scelto si è dimostrata essere di assoluto valore tanto che il buon Alessio (romano de Roma) che aveva scelto Cacio e pepe, assaggiando il mio piatto, si è pentito della sua scelta (pur definendola di ottima fattura). E il mio giudizio certo non potrebbe spingersi oltre il suo autorevole parere. Qui tengo a precisare un aspetto del locale che ne caratterizza la proposta.
Vegetali e in genere la proposta dei cibi e anche le carni dunque, provengono da agricolture biologiche o allevamenti assolutamente tracciati secondo la vecchia e sana filosofia "dal produttore al consumatore", e questo viene indicato e dettagliato precisamente all'interno del menu.
Come secondo tendo a forzare la mia scelta evitando la carne e spingendomi su una ardita tagliata di tonno, da accompagnare alla terza (quarta?, quinta?) bottiglia di Cesanese in tavola. Ho chiesto indicazioni prima di operare la scelta definitiva e mi è stato riferito che la scelta non era così azzardata come io potevo inizialmente considerarla. Bene! La tagliata di tonno (trancio di proporzioni siderali, direi un 6-7 cm) era semplicemente fantastica. E lo sposalizio con il vino quantomai azzeccato e inaspettato (almeno per le mie modeste conoscenze)
Chiedo qui ufficialmente venia poichè 6 bottiglie hanno passeggiato sulla tavola (4 di una cantina e 2 di un'altra, annata 2003 le prime e 2006 le seconde), ma ahimè non ricordo i nomi delle cantine.
Perciò provo a fare ammenda dando alcune indicazioni sul tipo di vino e sull'uva da cui viene prodotto (reperito in rete, ovvio):
Il "Cesanese" e' un vitigno rosso tra i piu' importanti del Lazio che da' il nome al vino omonimo; fino a circa sessanta anni fa, il territorio di coltura di questo vitigno era molto esteso nella regione, soprattuto nell'area dei castelli romani.
Il Cesanese da' origine ad un vino rosso rubino, alcolico, con profumo caratteristico e tipico che ricorda l'ambiente di orgine: vellutato, alquanto tannico, morbido e pastoso, sopporta bene un moderato invecchiamento in botte di rovere acquisendo notevole pregio. Sia al profumo che al sapore si avverte una delicatissima e complessa nota di bosco che gli esperti individuano agevolmente come di mora e mirtillo.
Il vino Cesanese puo' essere ottenuto dolce; in tal caso e' un ottimo vino da dessert, ma anche da pasto (soprattutto se accoppiato a piatti agresti) in versione tranquilla, vivace, frizzante e spumante. Il Cesanese dolce vede fortemente accentuate le sue qualita' organolettiche, purche' sia consumato entro la primavera successiva alla sua produzione.
Dopo questa piccola pausa dottrinale concludo con il luogo.
Semplicemente splendido.
Via Urbana si trova a pochi passi da via Cavour, circa 5 minuti a piedi dal Colosseo, e in una splendida zona del centro ricca di interessanti luoghi dove cibarsi nonché locali dove trascorrere la serata.
Il locale ha anche qualche tavolino fuori direttamente sulla strada, ottimo per le coppie, ma preferibilmente nelle serate primaverili o primo autunnali direi, non certo nella serata piuttosto fresca in cui noi l'abbiamo visitato.
E' sostanzialmente lungo e stretto, con una prima anticamera laterale con un paio di divanetti e qualche tavolo, ottima zona degustazione aperitivo per chi vuole semplicemente sorseggiare un buon vino con stuzzichini senza impegnarsi in una cena completa. nel corridoio d'ingresso un tavolo/carretto con le ruote. Il pianale in vetro che nasconde pout pourri e aromi floreali di vario tipo.
Si prosegue sino in fondo con la sala principale (in tutto direi un 30 coperti) e cucina lineare (lungo tutta o quasi, la lunghezza della stanza) completamente a vista.
Questa parte del locale cambia anche l'ambientazione rispetto all'inizio e proietta in una atmosfera post minimale/industriale grazie al condotto di aerazione in rilucente acciaio cromato che troneggia dall'alto rimandando vaghi riflessi in una luminositàtenue e decadente su cui può imperare solitaria la cucina come stella e cuore pulsante del locale.
Candele riscaldano i tavoli degli avventori e l'ambiente unitamente agli inaspettati arredi, tutti di artigianale fattura e, ulteriore curiosità, tutti regolarmente in vendita, per chi fosse interessato.
Infatti gli arredi (tavoli, sedie e quant'altro) sono prodotti delle botteghe d'artigianato locale e laziale.
E tutto ciò che potete vedere può anche essere richiesto e comprato infatti una specifica sezione del menu è dedicata magari alla sedia sulla quale vi poggiate o al tavolo imbandito dalle vivande ordinate.
E sono tutti di pregevole fattura.
Un locale che, per quanto mi riguarda, pone anche l'accento su una proposta commerciale locale, di pregio e, direi, forse la parola giusta è SOSTENIBILE, mescolandola ad una ambientazione che ben sposa toni e colori e scelte estetiche che viaggiano su una linea sottile tra il moderno e l'antico. Tra due mondi sociali e culturali.
Una linea che è molto più sottile di quanto noi solitamente vogliamo vedere.
E questa sfida ritorna pienamente e pienamente vinta, nella offerta culinaria che mescola fondendoli in ottima armonia vechhi sapori e nuove soluzioni, con una attenzione notevole alla scelta e al trattamento degli ingredienti proposti.
Complimenti davvero!
Ciao a tutti
2 commenti
11/11/2008
Bella recensione Meittlos, complimenti... e complimenti vivissimi per la tagliata di tonno che, fattelo dire, ti invidio assai!!! Mi permetto di specificare (sono rompina, lo so :) ma ho vissuto in Umbria, e ho un quarto di famiglia a Roma, quindi mi sento presa in causa) sulla panzanella: mentre in Umbria e Toscana la panzanella è un'insalata di pane raffermo bagnato e condita con olio sale pepe aceto e, di base, pomodori cipolle e cetrioli (ma si può aggiungere ingredienti secondo il gusto personale), a Roma la panzanella è quello che a Napoli chiamiamo in modo assai naif: pane c'a pommarola, cioè pane vecchio bagnato e condito con olio pomodori freschi e sale. Ecco, adesso dismetto gli occhialetti da maestrina :P e resto qui a sognarmi un tocco di tonno alto 6 cm...