Imperdibile!!! Scritta da
Apicio Servizio:
Ristorante Spesa a testa:
37.50 Coperti:
1 8 commenti E' l'ultimo giorno del ponte. Usciamo, almeno oggi! Il sole splende nel gelo dicembrino quando attraversiamo il Po di Volano alla Darsena e saliamo i bastioni dell'antica capitale estense. E' giorno di mercato, e il parcheggio sulle vecchie mura è un po' pieno: troviamo un posto e scendiamo: ecco i vicoli della Ferrara medievale. Il duomo, cinto di trine gotiche e romaniche! Il castello, con le torri che si specchiano nel canale! C'è un angolo più elegante? Giriamo un po' per negozi (siamo sotto Natale), e quando chiudono, ecco il momento della verità. Varchiamo l'arco dell'antico palazzo. La corte. Un portone. Saràaperto? (è lunedi...) ma si! Entriamo in questo severo ambiente medievale, intimo e raccolto. Sediamoci, studiamo i menu argentati che ci propongono le cameriere vestite di nero. I cappellacci di zucca sono la specialitàferrarese: con ragù di carne, ma non osiamo tanto: optiamo per un più meridionale burro e salvia. I cappelletti, ci spiegano le cameriere, sono come i cappellacci ma più piccoli, e oggi sono disponibili anche in brodo di cappone: li ordiniamo senz'altro. Non ci facciamo riconoscere, e non traduciamo in geminiano in tortelloni e tortellini. I cappellacci hanno un gusto (agro-)dolce deciso e non stucchevole. I cappelletti sono più delicati e meno salati dei loro fratelli del sud, e il brodo è squisito. Il Sauvignon "San Giorgio e il Drago" viene dalle sabbie del Bosco Eliceo: ha uno speziato aroma di siepe di bosso ed un lucore smeraldino. Saràlui che ci spinge ad osare: perchè contentarci della salama da sugo quando i nostri vicini ricevono in tavola un invitante filetto di Angus? Ci viene spiegato che la preparazione è lunga, e ancor più al sangue, ci vorranno almeno venti minuti. Siamo proprio sicuri? E' commovente tanta preoccupazione per il tempo del cliente, che in tanti ristoranti, dove ti inchiodano al tavolo per ore, viene considerato merce da buttar via! Non qui: si, osiamo, rispondiamo alla cameriera vestita di nero. Intanto arriva la salama da sugo, affogata in un purè gustoso e compatto. Potrei tradurre (ancora) in zampone, cotechino, ma non lo faccio. Quelli sono sereni, ridenti, dolci e grassi: salumi dell'assolato sud delle terre estensi. Non così la severa salama, dal gusto deciso e ricco delle spezie giunte qui dall'Oriente per i canali sui bastimenti veneziani. Sembra un attimo, ed ecco l'Angus: steccato con lardo di Colonnata, funghi e peperoncino. Che meraviglia! Siamo giàai dessert. La tenerina, altra specialitàdi Ferrara, è una torta al cioccolato: si potrebbe tradurre in una Barozzi più dolce e molle, senza caffè. La zuppa inglese, invece, è la zuppa inglese. E che zuppa inglese! 75 euro, con l'acqua di Levico e due caffè. Dobbiamo proprio alzarci? Il Palazzo dei Diamanti è proprio qui dietro. Viaggeremo con Turner e la sua Italia di sogno.
8 commenti
11/12/2008
Complimenti Apicio, bella recensione! E' un pezzo che non capito a Ferrara...dovrei organizzare una capatina. Ciao e a presto!!