Recensione su Osteria S. Margherita Fidenza
visitato da damiani il 09.01.2009

Recensione su
Osteria S. Margherita
Fidenza

Visitato il 09.01.2009
Consigliatissimo!!
Scritta da damiani
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 20.00
Coperti: 1
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E' un venerdì gelido, a Fidenza fa –4° e ci sono cumuli di neve alti almeno un metro ai bordi della statale. Nonostante il bel sole si battono i denti. Fin dal primo mattino andando al lavoro all'Ospedale Vaio decido che oggi si pranzerà a S.Margherita, una piccola frazione di Fidenza a 2km. dall'ingresso del paese, che si affaccia sulle stupende colline che portano a Tabiano e Salsomaggiore Terme. E' una verdissima zona di confine tra le province di Parma e Piacenza e la contaminazione (almeno gastronomica) si avverte molto. L'osteria, a conduzione schiettamente familiare, si trova all'incrocio di due strade provinciali al centro del paese ed è stata ricavata all'interno di una grande costruzione, probabilmente una vecchia stazione di posta che oggi funge ancora da Bar e Tabacchi. Due salette per un totale di circa 50 coperti, travi a vista, arredamento semplice ma curato e alle pareti le bellissime foto di viaggio dell'oste Maurizio, gran girovago. Viene a prendere le ordinazioni la gentilissima signora Dodi a cui chiedo un antipasto di culatello, una mezza d'acqua e un quarto di rosso della casa, che a differenza dei soliti tristi lambruschi di zona è secco e di buon corpo. Come primo, il menù di oggi prevede tortelli di erbette, di zucca o di patate con sugo ai porcini (grande piatto) , tagliatelle con medesimo sugo ai porcini e gramigna con salsiccia. Ma io opto per una delle specialità della casa, “pisarei e fasò” piatto tipico piacentino costituito da piccoli gnocchetti di pane incavati con un ricco intingolo di fagioli borlotti da mangiarsi rigorosamente con il cucchiaio. Non ho voglia di ingolfarmi al volante per cui non prendo il secondo; comunque per dovere di cronaca mi sono fatto elencare anche i secondi del giorno: cotechino, salame fritto, merluzzo fritto, scaloppine al limone e arrosto di vitello. Spesso si possono trovare anche trippa alla parmigiana, spezzatino e altri secondi di zona. Ordino un piatto di verdure miste cotte al vapore e nient'altro. La porzione di culatello arriva in numero di 7 larghissime fette ed è come al solito straordinario, tagliato spesso ma morbidissimo, un'esplosione di sapore suino. E' molto buono anche il pane del coperto, per cui partiamo bene. Altri 10 minuti e arrivano i pisarei, una fondina piena e saporita, grande soddisfazione. Personalmente trovo che siano uno delle migliori ricette tradizionali dell'Emilia; se non li avete mai provati ve li consiglio vivamente. Quando arrivano le verdure sono già bolso, per cui mi sorbisco con calma e senza pane i fagiolini, le carote e i finocchi, tutti saporiti e cotti espressi. I dolci, ad eccezione del casalingo tiramisù e qualche saltuaria crostata, arrivano dai soliti noti fornitori e sono tartufo bianco e nero, zuppa inglese, zuccotto, ecc….ma non ne ho proprio voglia. Per cui prendo solo un caffè al banco e pago € 20 (si paga con tutte le carte), conto alzato dall'abbondante culatello (€ 7), ma direi ampiamente meritati. Di solito l'oste al momento del conto mi propone sempre un Nocino o un Bargnolino ( liquore alle prugne selvatiche), ma stavolta mi sta raccontando del prossimo imminente viaggio nel Punjab indiano, per cui ci si perde in chiacchiere…e ci siamo entrambi dimenticati dell'ammazzacaffè! Ma stavolta è meglio così, sarei stato un po' troppo alticcio per il ritorno. Insomma, che dire? La zona è incantevole, soprattutto in primavera e autunno, quando tra l'altro i boschi dell'Appennino regalano funghi e tartufi; il locale è tranquillo, comodo (anche per il parcheggio) e gestito con grande cortesia e professionalità, la cucina non tradisce mai. Do soltanto 4 cappelli perché non ho mai sperimentato il locale di sera, non ho mai mangiato secondi e i dolci possono sembrare poco invitanti…ma ne darei 5 sulla fiducia e per la lunga frequentazione. Andateci! A presto

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