Recensione su Amerigo dal 1934 Savigno
visitato da Sissy il 04.01.2009

Recensione su
Amerigo dal 1934
Savigno

Visitato il 04.01.2009
Imperdibile!!!
Scritta da Sissy
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 55.00
Coperti: 1
18 commenti
Un'altra annata "disastrosa" per il tartufo bianco: i prezzi irragionevoli fan venir voglia di "non utilizzarlo"; ipotesi impossibile: piuttosto, non si applica alcun ricarico sulla materia prima che, al prezzo di 3.70 euro al grammo, è servita nella quantità predefinita di 10 g per portata. "Un consiglio: se siete venuti per quello ed è la vostra unica visita od occasione della stagione, assaggiatelo. Altrimenti dedicatevi agli altri interessanti temi stagionali." recita l'immancabile menù dedicato. Ed io qui chiuderei la recensione, 5 cappelli e bacio accademico. Ma vi voglio raccontare il terso meriggio invernale, le colline imbiancate e la strada luccicante che mi hanno portato ancora una volta a quest'amata trattoria. Siamo in cinque, e ci fanno accomodare nella saletta superiore, il cui restyling non ancora terminato non incontra propriamente il mio gusto, anche se è spettacolare e firmato. Ci offrono una fragrantissima crescenta con pancetta (se calda, sarebbe stata perfetta) e un calice di Pignoletto amabile: lo annuso, lo assaggio, mi innamoro. Mi commuovo al ricordo delle fragoline di bosco lavate col vin bianco della mia non lontanissima infanzia, rubo il vino di mia sorella e chiedo il nome della cantina alla cameriera sorridente: Botti. Secondo consuetudine, i pani con le farine del mulino "del Dottore" -fra i quali spicca quello alla zucca- accompagnano il nostro pranzo, lasciando il posto alle calde tigelline quando vengono serviti i secondi. Iniziamo con: I nostri salumi con sottolio e tigelle: salumi di Mora romagnola di loro produzione; il salame ed il prosciutto sono perfetti. Battuta di bianca modenese con tartufo scorzone. Antipasto del giorno, animelle con carciofi (per due): calde, delicate, sfiziose. I primi piatti: Risotto Carnaroli al nero di trombetta con sugo di caccia: gusto deciso, una goduria per gli appassionati di selvaggina. Straccioni di farina semintegrale con carciofi e velo di pecorino: delle enormi pappardelle con julienne di carciofi fritti croccantissimi (la mano asiatica in cucina?), il cui piacevole tono amarognolo si fonde nella cremosa dolcezza del pecorino. Lasagne al ragù bianco e tartufo scorzone: generose. Gnocchi di patate al tartufo scorzone: soffici, grossi, gustosissimi. Botti e le sue fragoline mi hanno incantato: accompagniamo i secondi con il Merlot della stessa casa. Guancia di vitella brasata al Barbera con purè e cipolle croccanti: carne tenerissima ed aromatica, purè magistrale. Controfiletto tiepido al coltello su grassagallina con scorzone e olio extravergine di Romagna: materie prime eccellenti, piatto ottimo, la perfetta scappatoia per chi non gradisce la corte e gli umidi. Selvaggina del giorno: lepre con patate al pomodoro e frutta con la saba. Il futuro "pollo Samoggia" al forno con le patate (divino!), il petto alla griglia, "il resto" in salsiccia con finferli e pomodori. Il sale grosso sul petto era un po' troppo per me, che trovo salate perfino l'acqua minerale; ma è probabile che il difetto sia intrinseco al mio palato. Il maialino brado di Mora Romagnola in tre cotture con tortino di cipollotto: ho sgraffignato, al mio solito, il fegatino :) Non ci manca il coraggio, e chiediamo due piatti completi di degustazione di formaggi, uno dei quali servito con miele di castagno e confettura di pere: li accompagna il caldo pane integrale con frutta secca. Spiccano tra gli ottimi Parmigiani la toma, il pecorino di fossa e un prepotente erborinato. Immancabile il sorbetto che annuncia il dessert: il Lambrusco cede il posto a frutti esotici e Madera, che non fanno la mia felicità; provoco l'ilarità dell'intero tavolo sostenendo che sa di nigiri di tonno :) Dessert: Torta di noci e cioccolato con zabajone montato (per due): non mi ha conquistata, ma conquistarmi con i dolci è difficile. Infatti chi l'ha mangiata ne è stato entusiasta. Pera al vino rosso con gelato al caramello: il dessert per i gentiluomini d'una volta, il gusto deciso e la dolcezza nel boccone di gelato. Gelato alla crema "d'altri tempi" (per due): insuperabile, perfino stavolta che mi è sembrata più leggera del solito. Verrei solo per questa delizia! Chiudiamo con due caffè, accompagnati dagli spumini. Il conto è di 55 euro a testa, contando le tre generose brocche d'acqua, ottimamente spesi per una cucina onesta in tutti i sensi, in cui i sapori antichi giocano sorretti da una innegabile capacità tecnica.

18 commenti

grog
18/01/2009
Che spettacolo !!!!!!! E' un bel po' che non godo del tartufo.....rimembro il lontano 1979...avevo a mano una ragazzotta del pesarese conosciuta all'università a Modena, aveva uno stretto parente che trafficava col tartufo di Acqualagna, mi mollò dopo un annetto perchè asseriva che stavo con lei solo per il tartufo..... me lo sono sempre chiesto anch'io.
g.falconline
19/01/2009
Grande Erbamedica, che esperienza!! Bisogna assolutamente organizzare una visita. :) :)
damiani
19/01/2009
Sono stato solo una volta da Amerigo e ricordo che non mi aveva conquistato come speravo...forse ero rimasto un po' indispettito dalla strada lunga e tortuosa (da Mantova non si arriva mai..) e probabilmente ho ordinato "male".Ricordo solo dei buonissimi borlenghi. Fatto sta che le tante bellissime recensioni (senza contare il gran rumore per i 3 gamberi del Gambero Rosso) mi hanno messo il tarlo di tornarci. Qualcuno sa dirmi da dove arriva il tartufo? Ciao erbamedica, complimenti per la recensione appassionata
Patatone
19/01/2009
Vorrei fare una precisazione, Amerigo è un bel locale, storico e in cui si sta divinamente.. c'è però un problema di fondo ossia che un posto in cui si spendono 40/45 euro vini esclusi non può essere definito una trattoria! Per questo mi sembrano ridicoli i tre gamberi! Se vogliamo premiare le trattorie premiamo chi prepara pasti curati a 25/30 euro gli altri sono ristoranti. Ripeto, questo non toglie nulla alla bravura di una famiglia che gestisce un locale da 70 anni con annessa locanda.
Sissy
19/01/2009
[falcon] verissimo, una visita da Amerigo è sempre favolosa ;) [damiani] il tartufo viene dall'Appennino bolognese; Savigno in effetti è rinomata proprio per i suoi tartufi, cui è dedicata una bella fiera nel mese di novembre: la dispensa di Amerigo in quel periodo ne vende, anche. Per il viaggio, è un peccato che ti sfianchi: da casa mia è breve e piacevole, ma da mantova... [Patatone] comprendo la tua lamentela; d'altra parte il locale nacque come locale di paese e alla sua storia è particolarmente legato: e sedendo sulle durissime sedie te ne rendi fisicamente conto :) Trattoria si autodefiniscono: e della trattoria hanno ancora tantissimo. Certo non più i prezzi: ma la grandissima attenzione per le materie prime (niente grassi aromatizzati, niente surgelati, cacciagione, razze locali..) li motiva pienamente, e comunque non mi paiono un indicatore valido di categoria gastronomica o culturale. O che "trattoria" si fa solo col prezzo? Per i suoi premi, poi, il Gambero Rosso è l'unico responsabile.
Patatone
20/01/2009
La grandissima attenzione per le materie prime, il fascino del locale e l'investimento in cantina sono caratteristiche che apprezzo profondamente e ne sono uno dei più caldi sostenitori; sarebbe interessante aprire una discussione su quali sono le caratteristiche che differenziano una trattoria da un ristorante. A mio modesto avviso è l'atmosfera diversa che si respira, più conviviale, nessun formalismo, insomma la trattoria per me è Ermes dove se esageri spendi 20 euro, dove si fa un gran baccano, dove tra una mangiata e una bevuta ci si prende sempre in giro. Amerigo è un ottimo ristorante dove mangiare piatti tradizionali magistralmente eseguiti, dove puoi bere i vini di Masciarelli o Antinori e ne paghi il giusto prezzo. Si definiscono trattoria perchè storicamente lo sono stati, ora hanno alzato il tiro!
Frittella
20/01/2009
Ciao a tutti, nonostante io adori Amerigo, visitato varie volte, trovo che l'appunto di Patatone sia perfetto. "La trattoria è un esercizio pubblico, prevalentemente di tipo popolare, destinato alla somministrazione dei pasti; spesso presente nei quartieri centrali popolari delle città o nei piccoli centri dove l'organizzazione del ristorante poco si giustificherebbe per il tipo di clientela. Alcuni di questi esercizi possono essere rinomati e ricercati per la qualità dei cibi e per la caratterizzazione, quasi sempre di cucina locale-regionale, delle preparazioni. L'economicità dei prezzi praticati è un'altra attrattiva di questi locali a cui fa riscontro una maggiore semplicità nel servizio e negli arredi." Tratto da wikipedia.
Sissy
20/01/2009
In realtà sarei (quasi) d'accordo con voi: il punto è che lo snaturamento delle trattorie è un fenomeno di proporzioni assai ampie, e se spulciassimo i vari "tre gamberi" ne troveremmo diversi esempi. Tra i locali recensiti su GM e che conosco in prima persona, la Trattoria del Borgo ne sarebbe un altro. Nello specifico, Amerigo (come, appunto, la T.del Borgo)conserva della trattoria molti aspetti e ha assunto del ristorante tanti altri; io non saprei come classificarlo. D'altra parte mi devo ascrivere anche il crimine :) di non conoscere Ermes. Conosco il Rosso: che dire, ne apprezzo le proposte e i prezzi, ma la cucina cade qualche volta nell'approssimativo più che nel casalingo. Ma penso che il Rosso non assomigli per niente ad Ermes: una piccola folla in cucina, tre giovani camerieri nella sala affiancano l'oste. E' comunque una trattoria? E cos'è che la rende tale, il menù a 10 euro? Il vecchio "E' Cucina" di Marretti, ormai chiuso, cos'era? Trattoria a mezzodì e ristorante la sera? Insomma, che cosa è una trattoria, io davvero non lo so. Personalmente non mi ritengo in grado, almeno per il momento, di sostenere una dissertazione sul discrimine tra trattoria e ristorante: me ne chiamo fuori, e mi limito ad apprezzare il locale per quello che è e non per la categoria di cui fa parte. Nè saprei proprio motivare per quale motivo per il Gambero Rosso certi locali abbiano "tre gamberi" e non "una forchetta": ma questo sospetto che me lo possano dire solo i redattori... oppure qualcuno di noi più esperto. Passo la palla, eventualmente, proprio a Patatone o a chiunque altro conosca i meccanismi delle guide gastronomiche. Datemi delucidazioni... oppure invitatemi in trattoria ;) :)
coste66
20/01/2009
e delle osterie..... che cosa vogliamo dire?
Frittella
20/01/2009
@Erba:per delucidazioni sulle guide, patatone ne sà sicuramente più di me, io posso farti da cicerone da Ermes! ;) Per la precisione: "Osteria: pubblico esercizio originariamente dedicato alla somministrazione di vino e bevande alcooliche; in alcuni casi c'è la possibilità di consumare spuntini o pasti; caratterizzato da un ambiente di tipo popolare o caratteristico" Tratto da wikipedia.
coste66
20/01/2009
bene... non siamo la categoria messa peggio....
candy
20/01/2009
Intervengo nel dibattito pur essendo in parte daccordo su parte delle cose lette. Ma in fondo a tutto personalmente quando vado in un locale , a parte come si chiama, o quante forchette ha, o quanti gamberi ha...quello che cerco e' sentire l' amore , la passione , con il quale il cuoco ha cucinato il piatto. A volte mi e' capitato di sentirlo nella trattoria o osteria piu' anonima, a volte non l' ho sentito nel ristorante piu' di grido mai visitato. Sono sicura che certi schemi o nomi valgono entro certi limiti anche per Voi.... quello che conta e' il gusto ! poi l' ambiente, beh, per tutti a volte e' adatta un certo tipo di atmosfera, a volte ce ne vuole un' altra !
furzeina
20/01/2009
Salve a tutti!Purtroppo di "sedicenti trattorie" ho il callo:pelate memorabili.Quando un'insegna(trattoria)può trasformarsi in un portentoso specchietto per allodole.Occorrerebbe un po' più di rispetto per gli avventori(in particolare quelli di passaggio).Rimango un po' perplesso quando osservo antiche trattorie che nel tempo diventano "localini per pochi intimi";non si vuole rinunciare a chiamarle trattorie.Forse è il fascino di frequentare un locale storicamente popolare ma con una impostazione di ristorazione di alto profilo? Ma perchè allora non chiamare le cose per quello che in realtà sono?E' così difficile? Perchè nascondere tanta qualità dietro ad una "modesta insegna"? Un salutone a tutti!!
Patatone
21/01/2009
Vi ringrazio per la fiducia sulla mia conoscenza delle guide, essendone assolutamente al di fuori posso ipotizzare che la classificazione avvenga in base all'atmosfera del locale, al tipo di cucina, al servizio e al conto. Non voglo ripetermi sui motivi per cui Amerigo a mio avviso non è una trattoria, penso di averli già chiariti. [candy] Purtroppo l'amore e la passione con cui si cucina non sono garanzia di successo! [furzeina] (bel nick) il tuo discorso è un filo generalista ma certamente parli di un fenomeno che anche in città come Modena è presente. A scanso di equivoci Amerigo non è una "pelata memorabile" ma un ottimo locale in cui si sta davvero bene. Sia ben chiaro che la mia critica non era rivolta ai ristoratori che con il tempo hanno trasformato le loro ottime trattorie in un locale più strutturato (magari diminuendo i tavoli ed investendo in cantina o in ristrutturazioni) ma a chi li inserisce nella categorie trattorie in guide e riviste di settore. Ci sono tante trattorie in cui si mangia divinamente che non vengono mai citate mentre si parla sempre di alcune che costano 40/50 euro (Osteria di San Cesario vicino a Roma, Amerigo..). Io premierei più i locali che riescono con 30 euro vini esclusi a darti piatti tradizionali magistralmente eseguiti...
furzeina
21/01/2009
Ciao Patatone!Con le mie "pelate memorabili" non mi riferivo ad Amerigo(non ci sono mai stato);ma le ho collezionate a Modena e provincia,nel reggiano,e nel parmense. Rimango nell'idea che un locale che si definisce TRATTORIA(con tanto d'insegna)non può,storico che sia,alterare le aspettative di quell'insegna.In altri contesti si potrebbe definire pubblicità ingannevole;purtroppo manca un minimo di normativa in merito,e credo proprio ci vorrebbe. Possibile che Ermes sia uno dei pochissimi ad aver avuto negli anni una linea di gestione sempre coerente con la REALE tipologia del suo locale?E credo che comunque questa sua coerenza paghi!?O no!?Per me,Ermes, rimane un esempio di etica imprenditoriale nella ristorazione!!Merce sempre più rara... Un salutone a tutti!!
Funghetta
17/03/2010
Ci sono stata domenica sera col Mirlino...... che posto........merita una visita....indimenticabile!! :)
Sissy
17/03/2010
concordo :) che avete mangiato di buono? manco da qualche mese, dovrei proprio andare per i funghi primaverili, gnam!
Funghetta
17/03/2010
Ciao erbetta....spero di afre recensione oggi pomeriggio...cosi ti racconto tutto...un bacione!!!
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