Recensione su Ristorante L'Appennino Firenzuola - loc. Bruscoli
visitato da mauribe il 07.02.2009

Questa sera vogliamo provare, io e lei, un ristorante che ci è da tutti stato decantato come uno dei migliori della zona (appennino tra Bologna e Firenze) nella preparazione di fiorentine e carni alla griglia in genere. Andiamo, in autostrada, verso sud ed usciamo a Pian del Voglio, e ci dirigiamo al ristorante l'Appennino: all'uscita dall'autostrada si gira verso Pian del Voglio paese, prima di entrare fra le case, si prende a destra verso la Futa e dopo qualche chilometro si arriva a Bruscoli. Parcheggiamo (lungo la strada) a 50 metri dal ristorante, ed entriamo: subito il banco bar, deserto, da una porta dietro il banco si intravede parte della cucina con una stufa a legna accesa, odore di legno che brucia (classico montanaro) forse anche proveniente da una griglia, poi finalmente appare una signora che ci fa accomodare nella successiva sala da pranzo, che ha una quindicina di tavoli apparecchiati, ma al momento (sono le 19.45) vuoti. Tavoli e sedie tipo pizzeria, vecchie tende giallastre alle finestre e un po' di rivestimento in legno alle pareti, piuttosto datato (avrebbero bisogno di una rinfrescata); alle pareti ci sono diversi quadri raffiguranti scene di paesi di montagna sotto la neve ma anche gioghi di buoi (o vacche) bianchi con grandi corna (forse allusione al menù di carni?). Ci sediamo in un tavolo da quattro (in due stiamo più comodi) e ordiniamo una sola fiorentina (da dividere), contorni di patate fritte e fagioli cannellini e una bottiglia di acqua minerale gassata. Sul tavolo c'è già un fiasco di rosso toscano proveniente da San Piero a Sieve che si rivelerà corposo ma abbastanza morbido, adattissimo alla carne. Intanto il locale comincia ad affollarsi, ed alla fine saremo in una trentina di persone, meglio così perché il brusio dei clienti rimane ad un livello più che accettabile. Sempre la suddetta signora, che è l'unica persona a servire ai tavoli, e comunque sufficiente per la clientela presente, ci porta la fiorentina: bellissima, cinque centimetri di spessore, senz'altro più di un chilo, col suo osso a T, già tagliata in quattro pezzi ma con ancora un po' di carne attaccata all'osso (la migliore), un piatto ovale con le patate fritte e un tegame di coccio con i fagioli cannellini all'uccelletto. Sale, macinino del pepe e olio d'oliva sono già sulla tavola, e pane montanaro poco salato. All'interno la carne è di un bel colore rosa scuro, ma non sanguinolenta, tenera, senza nervetti , cotta magnificamente e di ottimo sapore, i contorni sono nella norma. Dopo venti minuti di “lavoro di coltello”, chiediamo se è possibile scaldare un po' la carne che è rimasta: dopo poco ce la riportano ben calda e lievemente abbrustolita all'esterno, ma sempre buonissima e non troppo cotta. Alla fine del pranzo prendiamo due grappe (a testa) e rimaniamo un po' seduti per dare inizio alla digestione Poi andiamo al bar a chiedere il conto, che così dice: 2 coperti 3.00 euro, ½ fiasco di vino 4.00, una bottiglia di acqua minerale 1.30, la carne 39.60, 2 contorni 5.00 e 4 liquori 8.00, totale 60.90, arrotondati a 60. Rimaniamo molto soddisfatti della cena: per la qualità della carne e anche per il prezzo: il ristorante è senz'altro all'altezza delle voci che lo decantano anche per il suo rapporto qualità/prezzo: vale certamente quattro cappelli. Terremo a mente l'esperienza in caso ci si trovasse di nuovo da queste parti o ci venisse voglia di una fiorentina.