Imperdibile!!! Scritta da
Patatone Servizio:
Ristorante Spesa a testa:
62.50 Coperti:
1 11 commenti Direte che siamo in una cittàuniversitaria tra le più antiche, che conta innumerevoli punti di ristoro per studenti con poche pretese, mi direte che i bolognesi prediligono gite gastronomiche fuori porta verso la Riviera o i colli, ma è un dato di fatto che la ristorazione in cittànon sia riuscita a produrre locali di vertice, di elevata qualità.
Nessuna stellina tra le mura, non un locale che riesca a raggiungere gli 80/100 nel gambero e la sola osteria di cui vi andremo a parlare che arriva a 15/20 nell'Espresso. Un panorama desolante, ne converrete.
E' domenica, possiamo prendercela comoda, parcheggiare al Baraccano e farci una lunga passeggiata nel centro storico, rilassante se non fosse per le mie battute sottili, da ridere a denti stretti(O da piangere fate voi).
Prima di recarci a rifocillare corpo e anima in via Santa Caterina passiamo in rassegna una novità: Eataly, aperto da soli tre mesi all'interno di un ex cinema in via degli Orefici.
Gli spazi dedicati alla vendita dei prodotti sono divisi nei tre piani dell'edificio, tra gli scaffali troviamo anche una caffetteria, una trattoria e una sala per la degustazione di vini e birre. I prodotti venduti paiono di assoluta qualitàe rigorosamente italiani, dalla pasta di Gragnano agli oli extravergine d'oliva e i prezzi di conseguenza non sono proprio abbordabili. La ristorazione è curata da Alberto Bettini della trattoria Amerigo di Savigno, ma i tavoli tra gli scaffali non mi sembrano il posto più tranquillo dove consumare un pasto.
La sezione sul vino è abbastanza limitata e presenta per la maggior parte etichette blasonate. In sostanza abbiamo visitato una grande boutique dell'enogastronomia italiana!!
Due passi per il centro di Bologna, di indubbio fascino, piazza Santo Stefano, la basilica e le sue "sette chiese"...Le due torri (Garisenda a sinistra e Asinelli a destra)..e gli immancabili portici, fino alla meta..
Puntuali come un orologio svizzero varchiamo la porta di quella che è a tutti gli effetti un'osteria, vi confesso che l'ambiente a prima vista può lasciare perplessi: i tavoli sono molto vicini, le tovagliette sono di carta ma in seguito ho capito lo spirito, che ritroviamo anche nella figura dell'oste, qui si privilegia la sostanza,
senza orpelli, tanta, tantissima materia prima. E' aperto da pochi anni ma il gestore è noto nel bolognese per il suo passato al Dandy di Manerbio e questa "bottega" è ormai un riferimento assoluto tra le mura.
Ci accomodiamo nel tavolino (qui la prenotazione è realmente necessaria, anche durante la settimana) proprio al di sotto della meravigliosa Berkel (oltre alla celebre affettatrice c'è anche una bilancia) e sfogliando un menù che è sinfonia di tradizione del territorio ci troviamo spaesati, mai come questa volta vorrei ordinare TUTTO!
Chiedo lumi al mio ben più esperto amico che mi indirizza su due specialitàa cui non devo rinunciare, mentre per gli antipasti ci affidiamo all'oste Daniele Minarelli.
Dopo aver sopportato le mie digressioni siete finalmente giunti al sodo, ecco gli antipasti: salsiccia cruda ("che produciamo noi" recita la carta) e una versione di spalla cotta molto particolare. La prima condita con una buona dose di pepe e rosmarino è un piatto orgasmico per chiunque ami la carne cruda, una persistente nota grassa che si scioglie al palato con incredibile facilità, con un notevole finale pepato.
Accanto un salume molto più dolce e delicato, che lo stesso Minarelli non sa come classificare, si tratta della zona della spalla del suino ma cotta con un procedimento molto lontano dalla classica versione di San Secondo (al vapore).. conclude laconico l'oste: lo chiamerei prosciutto cotto ma viste le schifezze che ci sono in giro mi pare un offesa! Il sapore è avvolgente, dolce, ruffiano, l'esatto contrario del precedente.
Ad irrorare i nostri palati asfaltati :-) sugli antipasti e i primi piatti una riserva di Corte Manzini di Castelvetro: Lambrusco Grasparossa L'Acino.
Una maestosa versione di tagliatella, abbinata ad un culatello di assoluto livello e ad una spolverata di parmigiano (grattato sul momento a richiesta) che mi hanno letteralmente estasiato, pare che si avvalgano di una signora che ogni mattina da brava sfoglina prepara questi deliziosi manicaretti. Sono sicuro che qualcuno di voi provandole potrebbe notare un eccesso di sapidità, certamente anche questo è un piatto dal carattere notevolmente arrogante, questione di gusti..
Ecco invece una preparazione più delicata, i tortelli di ricotta conditi con burro e salvia ed anche qui una spolverata di parmigiano, pur avendoli sentiti non ho provato nessuna invidia per la scelta del mio commensale, notevolissima anche qui la morbidezza e il gusto della pasta ma continuo a tifare per le mie tagliatelle ruspanti!!
Nel frattempo la bottiglia di Lambrusco ha visto il fondo e per il secondo piatto ci affidiamo nell'abbinamento all'oste che ci propone un sangiovese di Romagna Superiore, Fermavento di Giovanna Madonia che avràvita breve come il suo predecessore.
E' giunto il tempo di sua maestàla cotoletta alla bolognese (detta "Petroniana" ,in onore del patrono di Bologna), accompagnata da una generosa porzione di patate al forno, che porta in dote il tragico inconveniente di doverla ordinare per due persone avendo dimensioni assai generose. La carne arriva da Carrù nel piemontese (le altre materie prime sono il parmigiano e il prosciutto rigorosamente autoctoni), viene impanata con l'osso e finita di cuocere, a rigor di tradizione, con il brodo di cappone. Il piatto è molto robusto anche in questo caso ma al mio palato è un trionfo di sapori decisi che mi soddisfano appieno.
Il mio compare sensibilmente più anziano di me rinuncia al dolce e opta per un sorbetto agli agrumi che non ho assaggiato, io scelgo una torta di riso abbastanza anonima, forse avrei avuto maggior fortuna con la zuppa inglese.
Un'osteria ricercata, con sapori che fatichi a dimenticare, che ti lascia addosso una irrefrenabile voglia di tornarci e portare gli amici.
Il conto, su un foglio di carta gialla "da fritto" molto rustico (seguito da regolare ricevuta fiscale), recita: 1/2 spalla 9€, 2 rondelle di salsiccia 4€, 1 tagliatella al culatello 13€, 1 tortello burro e salvia 12€, 1 cotoletta x2 32€, 1 patata 5€, 2 dolci 12 €, 2 caffè 4 €, 1 Lambrusco 16€, 1 Sangiovese 22€, 1 acqua 2€. Totale 131€ scontati a 125€. 40 euro vini esclusi non sono certo pochi per una trattoria, secondo noi sono ben spesi..
All'Osteria Bottega
via Santa Caterina 51,
40123 Bologna.
tel. 051-585111
11 commenti
18/03/2009
La tagliatella al ragù della Bottega è una delle più buone di Bologna.