Recensione su Coopershill House Restaurant County Sligo - Ireland
visitato da Rainman il 20.06.2009

Recensione su
Coopershill House Restaurant
County Sligo - Ireland

Visitato il 20.06.2009
Imperdibile!!!
Scritta da Rainman
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 59.00
Coperti: 1
20 commenti
RaInMaN's IrIsH cRoNiChLeS (chapter one :) ) "...Non ho mai sentito la magia così follemente Mai ho visto lune o conosciuto il significato del mare, Non ho mai stretto emozioni nel palmo della mia mano O sentito dolci brezze sulla cima degli alberi..." Nick Drake, "Northern Sky", dall'album "Pink Moon" Questi pochi versi dipingono al meglio i tratti di qualcosa di umanamente indescrivibile, ovvero il paradiso. La triste realtà è che siamo immersi nel pieno flusso di um mondo caotico ed esasperato, e la pace che ci sembra di trovare all'interno della soffocante città è assolutamente minima, se non irrisoria, rispetto a quella che sopraggiunge dinnanzi al puro e semplice contatto con la natura (lo so, sono un po' "hippie", ma lo penso davvero). Nella terra irlandese, dove le pacifiche onde blu del mare si incontrano con l'intenso verde della speranza, si trovano veri e propri tesori naturali, nonchè "punti di contemplazione", che avvicinano anche i meno "spirituali" alla bellezza del creato. Nel sereno giorno di sabato venti giugno, gli alberi scorrevano veloci in Irlanda, mentre la macchina si addentrava lungo stradine sempre più strette e tortuose, fino a giungere nel cuore più profondo del nulla, dove il grigio della città è un lontano ricordo, e dove i problemi sono sfumature dimenticate e trasparenti di un cielo indaco e bianco. Qualche piccolo cartello spunta dai cespugli, indicandoci la "via per l'Eden", che avevamo visitato anche l'anno scorso, nel nostro precedente viaggio. L'Eden ha anche un altro nome, ovvero "Coopershill House", e si tratta di un immenso bosco di 500 acri, dove i cervi pascolano liberi in appositi recinti, e al centro del quale sorge una antica villa di campagna del 1774, governata da ben otto generazioni dalla famiglia O'Hara. In realtà è molto difficile definire specificatamente la funzione di questa enorme casa, ma so di sicuro che non è un albergo, quindi forse è meglio chiamarla "Manor House" (maniero). Dopo circa sette minuti di viaggio nel parco antichissimo (che di sicuro sarebbe la gioia di un qualsiasi poeta romantico ottocentesco :) ), iniziamo finalmente ad intravedere la magnifica struttura in pietra che ci fornirà vitto ed alloggio per una giornata. Con gli occhi sgranati, parcheggiamo la macchina davanti alla tenuta, e ci incamminiamo a lenti passi verso la porta, mentre il nostro spirito è irrimediabilmente segnato dalla visione "dell'Arcadia fattasi casa" :) . La gentilissima moglie del proprietario ci apre, e ad accoglierci sono subito le gentili attenzioni della simpaticissima cagnetta "Alice", nostra grande amica, che svolgerà anche il ruolo di anfitrionA nelle interminabili passeggiate tra le immensità del bosco circostante :) . I saluti di circostanza vanno anche al disponibilissimo padrone, ovvero il signor Simon O'Hara (gentilissimo ed educatissimo discendente della famiglia, che ci darà curatissime delucidazioni sui vari cimeli della casa e mi permetterà addirittura di suonare il meraviglioso pianoforte ottocentesco del salotto), dopodichè siamo scortati nelle due camere. Dalle stanze da letto (ce ne sono otto, raffinatissime, in tutta la tenuta), si può rimirare lo splendido paesaggio e la ancestrale fattoria, che produce sussistenza autonoma a tutta la famiglia ed agli ospiti. Certo, proprio così, tutto quello che si mangia, dall'agnello allo zenzero, è genuinamente coltivato in fattoria con sistemi biologici, chiaro indice di estrema qualità del prodotto :) . Mentre mi concedo un caldo e rilassante bagno nella stupenda vasca, la mia mente viaggia già verso le squisite prelibatezze che ci attendono per cena, ed ovviamente le mie aspettative non saranno minimamente deluse. Verso le 20:00 usciamo dalle camere (a fatica, vista la stanchezza delle membra e la bellezza della stanza) e ci indirizziamo verso la "Dining Room", ovvero uno spazioso e pittoresco salotto, dove meravigliose collezioni di quadri antichi e piatti in ceramica sono appesi al muro e, assieme allo scoppiettante fuocherello del camino, conferiscono un'atmosfera elegantissima ma al contempo di domestica rilassatezza. Le danze enogastronomiche si aprono, partendo dagli "starters" e dalla nostra scelta dei vini. Il gradevolissimo e "scorrevolissimo" contenuto di una bottiglia di Sancerre prèmier cru (annata 2007) accompagna con magistrale leggerezza i nostri fantastici antipasti. Mia madre si accaparra un freschissimo piatto di "Prawns in a creamy suffron sauce", ovvero dei delicatissimi gamberetti in salsa di zafferano, con erbette fresche (inutile dirlo, provenienti dal giardino). Le piccole e gustose creaturine acquatiche sono adagiate all'interno di una cappasanta dai marmorei ed accattivanti colori. Per me e Piggo, ovviamente "Coopershill venison liver plate with melbot toast and cramberry sauce", ovvero tre bellissimi e squisitissimi tondini di patè d'oca (uno dei migliori che abbia mai assaggiato), accompagnati da tre toast caldi con salsa di mirtillo rosso in disparte.Il tutto è rinforzato da una manciata di piccoli e (stranamente) delicati fiori d'aglio. Cosa dire? iniziamo meravigliosamente :) :) :). A spezzare l'attesa dei secondi, mentre lo Chablis volge al termine, arriva una calda e deliziosa zuppa di sedano, presentata dentro ad una vecchia e pregiatissima zuppiera in ceramica, sempre rinforzata dalle accattivantissime erbette speciali della casa :). Ok, ora il Prèmier Cru è finito, ed ecco che inizia il dilemma: come accompagnare il "Rack of Riverstown lamb with creamy pesto"? La scelta di Piggo è particolare quanto vincente. Con una punta di aspettativa, pur sapendo che andiamo su campi vinicoli a noi pressochè sconosciuti, ordiniamo una bottiglia di vino rosso australiano, ovvero lo Shariz Swallow's Tale, prodotto proprio da un amico di Simon O'Hara. Non posso dire molto sulla natura di questo vino, in quanto in materia sono totalmente e dichiaratamente ignorante (lascio semmai il compito a Piggo :) ), ma posso affermare che è veramente impeccabile ed intenso, con un forte ed estasiante retrogusto vanigliato. Il "racconto della rondine" è insomma l'ideale complemento alle due ottime costolette d'agnello, servite con un delicato e superbo pesto di basilico e, ancora :), varie erbette aromatiche "from the garden" :) :). C'è inoltre da dire che la già eccellente e tenerissima carne, è accompagnata da una fantastica terrina di broccoli, fagiolini, finocchietti e patate arrosto, che conservano ancora un genuino sapore di "terra bagnata" (non saprei come altro chiamarla :) ), chiaro indice della freschezza degli ortaggi. Dal momento che non li mangio, tralascio la descrizione della successiva "ondata di formaggi" (per altro molto apprezzati da Piggo e consorte) e mi butto direttamente sul fantastico dolce, gradito molto anche dagli altri, ovvero la mousse di cioccolata con arancie affettate e cointreau.Strepitosa. Già totalmente pieni, cediamo comunque alla ulteriore tentazione del "dopo pasto", prendendo un irish coffee (wow, che bomba! :) ) e un fantastico whiskey black bush. Il tutto si chiude con un conto di 59 euro a cranio, meritatissimi visto il contesto. Quella che ho appena descritto è stata una delle cene più colorite, caratteristiche ed irripetibili a cui abbia mai avuto il piacere di partecipare. La vera magia, oltre a quella del maniero immerso nel verde, è la mirabolante ed inspiegabile fusione tra eleganza e semplicità. Va bene, i cristalli sono Waterford, ed i coltelli Sheffield, ma nessuno ci ha guardato storto perchè eravamo in polo, anzi, lo stesso Simon ostentava un carattere straordinariamente umile, nonostante la sua immensa fortuna terriera. Il servizio è stato semplicemente gentilissimo, disponibilissimo e cordialissimo, ed il cibo assolutamente da 5 cappelli. Ha ragione Alistair Sawday, giornalista dell' Irish Independent, che nell'agosto 2008 scrive: "Coopershill is out of this world" (La Coopershiil è fuori da questo mondo). Ci sono luoghi che ti fanno dimenticare le preoccupazioni, luoghi magici, incantati, favolosi, e di sicuro la Coopershill House è uno di questi. Attribuisco 5 cappelli, con la forte speranza di poterci ritornare per la terza volta (non c'è due senza tre, del resto :) ) e consiglio a chiunque si trovasse in Irlanda di prendere in seria considerazione una permanenza di una notte in questa casa favolosa. Grazie a chi ha avuto la pazienza di leggermi fino a qui, spero che la mia recensione vi sia in qualche modo utile. __________ Rainman

20 commenti

togo
26/06/2009
Bentornato!!! :) :) :) Che dire??? Quasi quasi domattina vado in agenzia di viaggi....
gi
26/06/2009
:) grande rainman, bentornati :) :)
candy
26/06/2009
Che meraviglia !!!!! Bentornati e complimenti per la scelta di una vacanza in terre che io non ho mai visto, ma come confermi anche tu, sono un vero incanto :) Favolosa questa recensione, caro Rainman :)
babbuzzo
26/06/2009
scommetto che piggo ha dormito nella "pink room"
gi
26/06/2009
babbuzzo, ti ho perso di vista all'aperitivo, hai preso su i gadget?
g.falconline
26/06/2009
Grandissimo Rainman, hai magicamente coinvolto anche il mio spirito, che è volato attraverso il cielo d'irlanda, lo stesso meravigliosamente descritto e cantato da Massimo Bubola, sino alle paradisiaca tenuta della famiglia O'Hara! :) Come dire... Via col vento!! :) PS Spero tanto tu non ti sia fatto tentare dalle sue cantine sotterranee, colme di antiche quanto prestigiose bottiglie.... :) A buon intenditor... :)
babbuzzo
26/06/2009
sì grazie, ho avuto tutto; a dire il vero ti ho anche salutato...
gi
26/06/2009
ah, fantastico, allora ero suonato, sorry :)
momoz
26/06/2009
io non è preso nemmeno uno, mi sono dimendicato
gi
26/06/2009
:) :) meno male che non ero tuonato solo io :) al prossimo aperitivo (oppure passa in sede :) )
momoz
26/06/2009
sarà per il prossimo aperitivo :)
Piggo
26/06/2009
Per farsi un'idea ancora più precisa suggerisco di visitare il sito http://www.coopershill.com/food.html :) :) :)
Rainman
26/06/2009
Ringrazio tutti quanti per i commenti! A proposito, aprofitto per correggere alcuni errorini che ho commesso 1) "Northern Sky" appartiene al disco Bryter Layter (quale eresia ho pronunciato prima!) 2) A quanto ho capito esiste lo Chablis Premier Cru ed anche il Sancerre Premier Cru....ecco....noi abbiamo preso il Sancerre... ;) @ Falcon Ci siamo capiti perfettamente ;) , in effetti avevo il timore che il "marchese" mi invitasse nei profondi recessi delle sue cripte, magari per degustare quella vecchia bottiglia di Chablis.... :) :) :). Presto ti passerò una mail con un altra delle mie stranezze :)
mizoguccini
27/06/2009
Ah, ecco: avevo notato una discrepanza nel vino... Chablis e Sancerre sono vini piuttosto diversi, il primo è uno chardonnay della Borgogna, e il secondo un sauvignon blanc della Loira. E' vero che lo Chablis, per lo meno quello tradizionale, è più minerale e meno burroso dello chardonnay della Cote d'Or, il che lo avvicina un pochino alle note del Sauvignon, ma restano vini non apparentati. Ho un altro dubbio: venison è il nome alimentare del cervo (e a quanto pare anche del daino): mi sa che avete mangiato il fegato di uno dei parenti di quelli che avete visto pascolare... ;) Io in tutti i tre stelle in cui sono stato ero sempre in polo, il dress code sta scomparendo ormai in tutta Europa, resiste se mai in certi locali notturni, non nei ristoranti. In ogni caso, che invidia! Però mi siete mancati al compleanno GM.
Frittella
27/06/2009
Applausi! Quasi mi viene da piangere. La mia amatissima Irlanda non può che ringraziarti dal profondo del suo cuore verde per questo dolce e appassionato racconto. Nostalgia canaglissima!!! Grazie davvero per avermi emozionato, visto che conosco bene queste ambientazioni (non la Coopershill House ma manieri simili), mi hai ricordato le sensazioni che in alcuni casi ho provato anche io nell'Irish Paradise. Complimenti sinceri. P.s.:Alla citazione iniziale avevo pensato subito di evitare di fare il professorino, ma per fortuna ci hai pensato tu ;) Anche se non è irlandese, la musica povero Nick rappresenta benissimo l'atmosfera di questo paese. Five Leaves Left rimane però il mio preferito. ;)
Rainman
27/06/2009
@Mizoguccini Grazie mille della precisazione Mizo. Tendo a sottolineare nuovamente la mia marcata ignoranza in campo di vini, pertanto spero che mi si perdoni l'errore compiuto nella scrittura: nella mia permanenza ho assaggiato entrambi i vini (sebbene in posti diversi) ed ho fatto un pò di confusione, ancora scusa. Chiedo anche scusa per il fraintendimento del patè, effettivamente avrei dovuto chiedere delucidazioni prima di mettere "oca" a cuor leggero, però, a quanto ne sapevo, "venison" vuole indicare generalmente la cacciagione (ed infatti in molti pub il "venison" non era cervo). Per quanto invece riguarda il "dress code", ti posso dire che in molti ristoranti (anche non particolarmente di lusso) ci è stato richiesto di venire vestiti elegantemente, quindi polo e t-shirt= tabù. Siamo mancati al compleanno di Gm, è vero, ma non avevamo molta scelta: l'unico volo disponibile Dublino-Bologna era il 25 alle undici di mattina :( . @Frittella Che bello vedere un appassionato di Nick Drake! Ti posso chiedere quale è la tua canzone preferita di "Five Leaves Left" ? Io personalmente preferisco l'album "Pink Moon", perchè trovo che sia di una semplicità assolutamente disarmante, soprattutto nel contesto caratteriale dell'autore, che sarebbe morto di lì a poco per una overdose di Trypizol (se non sbaglio nel novembre del '74). Ti posso consigliare una lettura interessante in merito? "Nick Drake. La biografia" di Patrick Humphries. L'ho trovato molto costruttivo ed interessante, oltre ovviamente a "Nick Drake, tutti i testi con traduzione a fronte" edizione Giunti, direi. Adìo Zèmian (è un bel saluto, te lo rubo per questa volta) :)
mizoguccini
27/06/2009
Credo che venison possa indicare cacciagione in generale, ma di pelo, non di piuma. Ciò detto il termine si usa correntemente solo per i cervidi, e inoltre l'oca non è cacciagione. Infine proprio il nome del piatto "Coopershill venison liver plate" stia a indicare qualcosa che in loco abbonda, il che mi induce a pensare proprio ai cervi.
Rainman
27/06/2009
Provvederò dunque a contattare il proprietario via mail ed integrare con un ulteriore commento. ;)
Frittella
27/06/2009
"When the day is done Down to earth then sinks the sun Along with everything that was lost and won When the day is done.... When the party's through Seems so very sad for you Didn't do the things you meant to do Now there's no time to start anew Now the party's through" :) Anche se la sequenza delle prime quattro è da pelle di oca. Grande Nick. Adìo Zèmian.
Rainman
28/06/2009
@Mizo Ho contattato via mail il proprietario della Manor House, che mi ha gentilmente spiegato e risolto il dilemma. Con "venison" si intende sì la carne di cervo, ma più in generale "...hunted animals...". Sinceramente non ho capito se intendesse dire "cacciagione" (da pelo) o "selvaggina" (da piume), ma mi è stato spiegato che il piatto comprendeva ambedue le cose, ovvero patè d'oca cacciata a Riverstown (ed infatti vi era anche una scelta nei secondi di questo animale) e due blocchetti di patè di cervo, da loro stessi allevato. In effetti vi era anche una differenza cromatica e gustativa tra i patè, che ho però ingenuamente attribuito alla eventuale diversità degli animali della stessa specie. @Frittella Confermo che "Day is Done" è particolarmente bella, nella sua vincentissima aura musicale quasi barocca. La mia preferita di five leaves è però "Man in a shed", assieme a "Three Hours", di cui una versione alternativa con flauto si può trovare nel disco "Made To Love Magic". Se non sbaglio, le strofe che hai citato sono la prima e la penultima... a me piace molto la quinta: "When the game's been fought You sped the ball across the court Lost much sooner than you would have thought Now the game's been fought" Grandissimo Drake!
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