Consigliato! Scritta da
Frittella Servizio:
Ristorante Spesa a testa:
21.00 Coperti:
1 10 commenti Oggi ho voglia di respirare terra.
Ho voglia di immergermi nel verde dell'erba matura e sentire il caldo umido di un campo bagnato.
Oggi è uno di quei giorni in cui ti svegli spaesato e stanco, e sento il bisogno fisico di contatto con le mie radici, forse per ricordarmi che sono un uomo di carne e sangue e non fatto di mutui e cellulare.
E' una giornata grigia e leggermente piovosa e avrei tanto bisogno di una golena o di un'insenatura di un fiume… avrei bisogno del mio amato fiume Secchia o del mio amico Po.
A volte non ho voglia di scappare dalla tristezza o dalla malinconia, ma ho voglia di ficcarci dentro tutte le mie spoglie, ed è proprio in quei momenti che si staglia nitida nella mia mente la dolce cadenza di un fiume.
Sin da piccolo ho sempre visto i fiumi come le vene della terra, pacate correnti che portavano vita in terre aride, altrimenti prive di quella forza vitale che è composta dalla flora e dalla fauna che vive nel corso d'acqua.
Ma come faccio a seguire il Secchia?
Sono a Cervia!
Dopo qualche minuto di sconforto, accedo triste al terrazzino dell'appartamento e vengo rapito dal ricordo di una poesia letta qualche tempo addietro:
” La domenica specialmente,
quando non c'è nessuno in casa,
vado fuori sul terrazzo
per stare a sentire,
che al di làdei muri
la cittàsta zitta”
Ma di chi erano queste righe?
Ah sì, Tonino Guerra!
Proprio quello dell'ottimismo è il profumo della vita! :)
E allora mi si illumina il viso: Ele, vesti il pupo che andiamo a Santarcangelo di romagna!!!
Che bello! Non ci saràun fiume ma sicuramente riuscirò a trovare il cuore pulsante della tradizione di questa terra!
Per tutto il tragitto, una ventina di minuti, rimbambisco l'Eleonora parlandole del poeta, del festival di Santarcangelo e soprattutto della Sangiovesa, mitica trattoria fondata proprio da Tonino Guerra insieme a Manlio Maggioli, ormai vent'anni orsono.
Sono emozionato perché la Sangiovesa è uno degli ultimi baluardi della cultura gastronomica romagnola ed è un'osteria piena di storia e fascino, e non sono mai riuscito a visitarla.
Ma oggi è tempo di congiure, arriviamo davanti all'entrata e scopriamo che è aperto solo a cena! :(
Quasi vorrei piangere!
Edo mi capisce al volo e sgrana un sorriso a trentasei gengive, che ancora non si era degnato di esibire in questa giornataccia, e tutto d'un tratto le nuvole scompaiono dentro di me.
La mia compagna mi dàun bacino sulla fronte e mi dice: “Dai andiamo a mangiare là, qui torneremo una sera di luglio”.
Là, è la Trattoria del Passatore, e saràche c'è scritto che fanno solo cucina romagnola, saràche il nome mi rievoca la famosa imbarcazione, saràche mi viene in mente il famoso brigante romagnolo che rubava ai ricchi per elargire ai poveri, che approvo volentieri con nuova linfa nel cuore.
Smetto di fare il mescolino e mi apro in un tiepido sorriso.
Il locale è accogliente, mediamente elegante con tonalitàche spaziano dall'ocra al mattone per sconfinare al legno dei vari mobili contadini tutti ben restaurati.
Ci fanno subito accomodare in un tavolo tondo e ampio e ci portano una bottiglia di acqua San Bernardo naturale.
Dal menu escono come conigli dal cilindro, numerosi piatti interessanti ma, come spesso mi accade, la mia scelta rimane al primo colpo d'occhio.
In questo caso optiamo per due bei piatti di passatelli romagnoli con salsa di porcini e tartufo nero.
Non me la sento di smentire la mia voglia di terra :)
Come secondo prendiamo un piatto di castrato alla griglia accompagnato da patate arrosto.
Mentre atterra sulla nostra tavola un mezzo litro di sangiovese sincero e sbarazzino, faccio un giretto fuori cercando di addormentare il minuscolo che presto si adegua alla mia cantilena ;) e così mi presento al tavolo quando arrivano i passatelli.
Sono bellissimi, grandi come dei vermicelli da orto, molto più grandi rispetto ai nostri, proprio romagnoli veraci. ;)
E che dire, sono pure molto buoni, sospinti delicatamente dal sapore fresco e legnoso dello scorzone e abbracciati dalla salsa ai porcini che amalgama sapientemente tutta la scena.
Ottimi e abbondanti.
I riflettori si accendono ora sul castrato che si rivela abbondante nelle porzioni e anche nel gusto, appena troppo salato e leggermente nervoso in alcune parti, ma gustoso e degno di essere assaggiato.
Le patate sono deliziose, morbidissime all'interno e belle “crostose” fuori. Squisite!
Finiamo con due decenti caffè e paghiamo il conto di quarantadue euro complessivi, direi ben spesi.
Siamo alla soglia del quarto cappello ma con l'umore di oggi proprio non posso dare di più.
Usciamo a passeggiare per il paese e devo dire che Santarcangelo è davvero bellissimo, un borgo tenuto perfettamente, che ha poco o nulla da invidiare a tanti decantati borghi toscani o umbri.
Respiro profondamente e sento nitido e pungente l'odore dei secoli trasparire dai muri di pietra.
La giornata volge al bello ormai, ed anche il mio umore risente benevolmente della cura della Romagna, del Passatore e della mia famiglia.
Ricorderò tutto di oggi, e saràun giorno degno di entrare nel calendario dei ricordi.
Adìo Zèmian.
10 commenti
04/07/2009
Frittella, io mio commento non sarà fatto di parole, non perché io non creda nelle loro potenzialità, ma perché cene vorrebbero troppe di normali, oppure ne basterebbero poche ma di quelle preziose, e io attualmente non le ho. Però... beh, spero che tu capisca che io ti capisco, o almeno credo.