Consigliato! Scritta da
barbe Servizio:
Ristorante Spesa a testa:
40.00 Coperti:
1 9 commenti 15 agosto
Forse non è la giornata più indicata per provare un nuovo locale, ma non possiamo proprio evitare di farlo ... la curiosità è troppa!
Avevamo prenotato per cena (a pranzo era tutto riservato) verso le otto.
Arrivati a Festà , la strada sembra finire davanti alla chiesa, il locale è lì a destra, impossibile non trovare la bella ristrutturazione con pietra a vista.
Fortunatamente arriviamo con un po' di anticipo e trovo un parcheggio … c'è la festa del paese!
Interrompiamo lo “staff” negli ultimi momenti di riposo prima del gravoso impegno della cena.
Ci fanno accomodare all'aperto, dove sono apparecchiati dei bei tavoli da giardino in legno con tanto di ombrelloni in tela per un totale di circa 20-30 coperti. Spingi si siede sulla sedia ed io sul muretto, “confortato” da un morbido cuscino :) ed arrivano subito menù e carta dei vini.
Dopo una rapida occhiata alle accattivanti proposte decidiamo di trasferirci all'interno. Nessun problema da parte dei ristoratori.
Menù alla mano :) seguiamo la giovane cameriera.
All'ingresso del locale, che dispone anche di 7 camere, c'è l'angolo bar ed in sala spicca un Juke-Box Wurlitzer anni '70 funzionante. Non avremo la fortuna di farlo suonare grazie alle vecchie monete da 500 lire disponibili in un piattino in quanto c'è già il sottofondo musicale della sagra.
Saliamo le scale ed attraversiamo una prima, piccola, sala con un tavolo ovale da sei coperti. Noi ci accomoderemo definitivamente nella seconda saletta, dove ci sono 5 tavoli da 4 ed il nostro tavolino per due.
Moderni i tavoli in legno, tovaglia “minimal” su cui è adagiato un coperto curato (forse i calici dal lungo piede sono due misure più piccoli di quello che dovrebbero essere per vino ed acqua, evidentemente avevano preparato principalmente lo spazio all'aperto), comode le sedie.
Pietra e travi a vista ed un bel pavimento levigato e lucidato realizzato con mattonelle tipo cotto creano un'atmosfera calda e piacevole anche grazie alla doppia illuminazione (appliques alle pareti e faretti alogeni al soffitto) .
Siamo pronti per ordinare, sul tavolo ci sono già una bottiglia da litro di acqua naturale Boario, un bel cestino con focaccina all'olio e paninetti .
La giovane e precisa cameriera, che ci seguirà per tutta la cena, ci porta uno sfizioso “benvenuto”, prende l'ordine e ci consiglia il vino.
Abbiamo giusto il tempo di gustarci il crostino di pane nero con crema di ricotta su salsa di basilico, che ci portano il Muller Thurgau dai morbidi profumi in un secchiello con acqua fresca. La cosa mi garba molto, la temperatura è perfetta.
Molto piacevole il crostino con la ricotta lavorata con erbette ed una punta impercettibile di piccante.
Si comincia!
 Tartare di tonno fresco marinato agli agrumi, servito con julienne di finocchi, filetti di pomodoro ed un trito di olive nere e prezzemolo;
 Carpaccio di Marlin affumicato servito con misticanza di insalate e sedano guarnito con emulsione al limone e fiori croccanti di capperi;
 Ravioli ripieni di pesce San Pietro serviti in guazzetto di calamaretti alla maggiorana;
 Gnocchetti di patate al profumo di basilico spadellati con crema di parmigiano e julienne di porri croccanti;
 Trancia di pesce spada in crosta di panura alle erbe aromatiche servita con emulsione al limone e misticanza di insalatine novelle;
 Medaglioni di filetto di maiale sfumati al vino rosso, serviti con patate e funghi misti saltati in padella.
Tutte le proposte sono risultate decisamente buone, molto curate nella scelta degli ingredienti, nella preparazione e nella presentazione dei singoli piatti.
Il servizio è stato molto rapido e preciso, perfetto.
Chiudono la cena un sorbetto preparato al momento ed un caffè (liquido e bollente come quello della moka) il tutto per 79€ spesi volentieri.
Come prima visita mi fermo a 3 cappellini, che sono forse scarsi anche tenendo conto della giornata particolare.
3 cappelli è pur sempre “consigliato” ma sono sicuro che, a breve, la prossima esperienza sarà da 4 :)
9 commenti
21/08/2009
Beh, la descrizione delle pietanze e il prezzo pagato appaiono decisamente invitanti. Una nota da precisino rompimaroni: giacché è stata assegnata mi accorgo della tag "whiskey scozzesi", ora, a voler essere pignoli questa dicitura è scorretta; "whiskey" infatti è il nome del distillato irlandese, e di alcuni distillati americani (nel Nuovo Mondo si usano entrambe le grafie, anche se prevale whiskey negli USA e whisky in Canada), mentre il prodotto scozzese si chiama sempre e solo "whisky".