Consigliatissimo!! Scritta da
grog Servizio:
Ristorante Spesa a testa:
34.00 Coperti:
1 6 commenti TUSCANY: FUORI 3
Lasciamo Volterra e ci avviciniamo a Siena. Tappa d'obbligo San Gimigniano (1), sempre splendida. Proseguiamo il viaggio e raggiungiamo Monteriggioni (2). Qui non ci ero mai stato. E siccome arriviamo verso mezzogiorno e la camera a Siena ce la darebbero nel primo pomeriggio, decidiamo di fermarci lì a pranzo. Non c'è troppo casino di turisti, per ora, la calura è quasi insopportabile, l'aria è pesantissima e la terra brulla è pallidamente colorata, sembra non ci sia più erba, ma deserto………..mi aspetto di veder spuntare Zorro da dietro qualche ulivo……
Memore di una recensione di Kava su un locale qui, decido di fermarmici. In tutta Monteriggioni, quattro case in croce, molto suggestivo, i locali sono tre e tutti nella piazza principale, dentro le mura. Quella mattina uno era chiuso. In fondo alla piazza, verso l'altra uscita, sulla destra trovasi l'ingresso di questo ristorante (3). Fuori i tavolini sembrano di burro, stanno sciogliendosi al sole. Sto per demordere e puntare sull'altro locale all'ombra, poi scorgo un cartellino che recita: “Giardino estivo all'interno”.
Piatto ricco mi ci ficco.
E così eccomi dentro. Locale extrafine, molto suggestivo, di gran classe. Sul retro giardino estivo ben apparecchiato e fresco, per fortuna, immerso ma distaccato dalle piante di ulivo che la fanno da padrone. Verandato e quasi completamente all'ombra. Niente a che vedere con la piazza del Paese, sembra un'oasi, questa. Tutto l'arredamento è in stile rustico toscano, molto bello e gradevole alla vista.
Scegliamo un tavolino in disparte. Subito arriva un cameriere vestito di tutto punto che ci porta i menù: la lista dei piatti e la carta dei vini. Encomiabile scelta enologica. Anche la lista dei piatti è interessante, soprattutto per certe ricette stravaganti.
Si parte subito con una bottiglia di gassata, gelata. Ci viene portato anche un cestino di pane, di misto pani sarebbe meglio dire, dal toscano classico alla pagnottella all'uva passa fatta in casa.
Non so cosa ordinare. Tutto è assai interessante, vorrei qualcosa di diverso….
Da bere chiedo se hanno vino in caraffa o perlomeno mezze bottiglie. Di mezze solo alcuni vini, nessun bianco. Allora mi butto, e la mia scelta risulteràperfetta. Per mia moglie un calice di Vernaccia (4), Azienda Le Rote, 2007, strepitoso. Per me una mezza di rosato, Cipresseto (5), Santa Caterina, 2008.
CROSTONI – per uno. Simil piatto con bruschette e crostini, ma più grandi e più ricchi del solito.
RISOTTO ALLA ZUCCA – per uno. Non l'ho sentito, ma mia moglie ha asserito essere incredibile, con una zucca fenomenale, non troppo dolce non troppo sunsa.
BOCCONCINI DI CINGHIALE (6) – per uno. Ecco, qui urge spiegazione. Mi sono fatto abbindolare da questo piatto e sono stato contento che ciò sia accaduto.
Non sapendo che prendere, appunto, il cameriere mi ha proposto appunto i bocconcini, fin qui niente di strano, lo strano era il condimento, che mi ha impressionato inizialmente, ma che poi mi ha aperto gli occhi verso nuovi orizzonti culinari…… i bocconcini, tanti per l'esattezza, un piatto veramente tosto, erano brasati e conditi con una crema a base di aceto balsamico e cioccolata fondente. Si sentivano tutti i sapori, ma tutti. Ho faticato a finirli perché erano molti, ma buonissimi.
Non è detto che prima o poi mi cimenti anch'io in una rievocazione simile, in quel caso qualcuno di voi saràavvertito ed invitato all'assaggio……
PATATE ARROSTO – per uno. Strepitose, buonissime.
Qui in Toscana hanno alcune prerogative, i pomodori freschi, gli spinaci cotti e le patate arrosto….come li fanno loro……..
2 deca e conto.
Qui il servizio non si paga, ma c'è il coperto.
In fin dei conti preferisco così, alla vecchia maniera. Con il coperto si comprende il companatico, la tovaglia e i tovaglioli di stoffa. Con il servizio mi ritrovo sempre col piatto sopra uno straccetto di carta da pacchi disegnato, con un tovagliolino anch'esso di carta non sempre morbido, che alla prima folata di vento se ne va, o che al primo sprizzo di unto è giàche belle fottuto…… e poi col servizio se mangi poco spendi poco, se mangi tanto i camerieri fanno dei festini…. Insomma, non una tassa per la lavanderia, ma un incentivo per i camerieri a farti consumare di più, come le entreneuse al “night”…..
Totale della spesa, e spesi decisamente bene: 67.90 €
02,90 € coperto per due
02,60 € acqua gas per due
04,50 € calice di Vernaccia
10,00 € Rosato da 3,750ml
08,90 € crostoni
06,90 € risotto
16,90 € bocconcini
05,90 € patate
01,90 € deca per due
Sarò molto generoso, anche perché probabilmente di làci ripasserò in un'altra vita. Sarei per i 3 cappelli, ma considerato quello e come ho mangiato, e quello e come ho bevuto, la qualitàe l'estro del cuoco sui fornelli, mi spingo tranquillamente a 4. Tutti meritati.
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(1)
Tratto da: http://www.sangimignano.com/sstoria.htm
San Gimignano si erge con il profilo delle sue torri, su di un colle (m.334) a dominio della Val d'Elsa. Sede di un piccolo villaggio etrusco del periodo ellenistico (III-II sec. a.C.) inziò la sua storia intorno al X secolo prendendo il nome del Santo Vescovo di Modena: San Gimignano, che avrebbe salvato il borgo dalle orde barbariche. Ebbe grande sviluppo durante il Medioevo grazie alla via Francigena che lo attraversava. Tant'è che San Gimignano ebbe una straordinaria fioritura di opere d'arte che adornarono chiese e conventi. Nel 1199 divenne libero comune, combattè contro i Vescovi di Volterra ed i comuni limitrofi, patì lotte intestine dividendosi in due fazioni al seguito degli Ardinghelli (guelfi) e dei Salvucci (ghibellini). L'otto maggio 1300 ospitò Dante Alighieri, ambaciatore della lega guelfa in Toscana. La terribile peste del 1348 ed il successivo spopolamento gettarono San Gimignano in una grave crisi. La cittadina dovette perciò sottomettersi a Firenze. Dal degrado e abbandono dei secoli successivi si uscì soltanto quando si cominciò a riscoprire la bellezza della città, la sua importanza culturale e l'originaria identitàagricola.
(2)
Tratto da: http://www.comune.monteriggioni.si.it/modules.php?name=News&file=article&sid=28
.....Paolo Cammarosano.....in un brillante libro sulla storia di Monteriggioni, definisce Monteriggioni come uno spazio la cui "origine non (è) naturale, insomma bensì storica. Per questo motivo , per cercare di comprendere Monteriggioni è necessario attraversare le sue vicende dalla via Francigena, l'importante strada che collegava l'Europa centro settentrionale a Roma, alla fondazione dell'abbazia di Isola d'Arbia (1001), dalla costruzione del Castello di Monteriggioni da parte del comune di Siena (1213) e dalla sua resa a Cosimo dei Medici (1554), e infine il suo sviluppo successivo con tracce forse meno evidenti ma non meno importanti. Se le vicende più salienti e specifiche di Monteriggioni, legate al suo essere terra di frontiera con Firenze, si consumano soprattutto fino al Cinquecento, nel periodo successivo, in modo talvolta minuto e spesso frammentariato, assistiamo a grandi cambiamenti e modificazioni. Dai castelli medioevali alle ville rinascimentali (S.Colomba) e settecentesche (Basciano), dalla bonifica di Pian del Lago alla costruzione della ferrovia per Empoli con la galleria di Montarioso.....
.....Eppure è proprio nel paesaggio ordinato, nell'intercalare di campi coltivati e di boschi, nelle vecchie viti rette ancora dei testucchi che ritroviamo i segni di una lunga attivitàche rappresenta la comunitàsilenziosa di questa terra: la mezzadria. È una storia silenziosa fatta nel Seicento e nel Settecento di quadri statistici, di carestie e di pestilenze, di numeri dietro cui, in questa zona come in tutto il senese, si nasconde il lavoro continuo delle masse senza voce (storica) dei contadini. Nell'Ottocento si sviluppa un interessante dibattito all'interno della comunità, il quadro si presenta più ampio o meglio abbiamo un maggior numero di documenti che esprimono le diverse tendenze politiche postunitarie, basti pensare al diario del parroco "papalino" don Merlotti e agli scritti del maestro socialista Veltroni Poderetti. Due cittadini i Monteriggioni che vedono e vivono in modo opposto la loro terra e che presenteremo proprio per mostrare la ricchezza di voci. Ricchezza che si presenteràanche nel dibattito sui confini nel Novecento dove troveremo sia nel sindaco ai primi del Novecento sia nelle sezioni del partito comunista a metàsecolo la rivendicazione dell'autonomia di Monteriggioni rispetto al suo assorbimento nel comune di Siena. La prima guerra mondiale ha lasciato tracce di morti presso la popolazione, e nelle stele di pietra di molti borghi troviamo i nomi delle numerose vittime di un evento che si è consumato altrove, lontano. Diversamente è avvenuto durante la seconda guerra mondiale. Nel Monte Maggio, Casa Giubileo è stata teatro di un tragico episodio della lotta di Liberazione; dopo uno scontro a fuoco diciassette partigiani vennero catturati e poi, poco lontano, fucilati. Per ricordare quei giovani è stato recentemente ristrutturato l'edificio dove avvenne lo scontro a fuoco e aperta una Casa Vacanze con Laboratorio di Storia del territorio per i ragazzi di oggi. Il rapporto tra Siena e Monteriggioni è sempre stato complesso, sia per la nascita senese del Castello, sia per la nascita senese del Castello, sia per la proprietàfondiaria per lo più in mano ai senesi, sia infine per la vicinanza delle due comunità. Riflesso di questo intreccio è proprio la difficoltàdi tratteggiare una storia locale autonoma, perché troppo sovente per spiegare le vicende di Monteriggioni, occorre risalire alla situazione senese. Questo continuo passaggio tra storia generale e storia locale può in qualche punto frastornare il lettore, soprattutto nella prima parte, ma è una difficoltàmetodologicamente necessaria per poter spiegare i fenomeni che, nati a Siena, svilupparono i loro effetti nel territorio dell'attuale comune di Monteriggioni.
(3)
Tratto da: http://www.ristoranteilpiccolocastello.com/storia.php
All'interno di Monteriggioni, inconfondibile borgo medioevale racchiuso nell'abbraccio delle sue mura turrite, si trova il Ristorante il Piccolo Castello. Arredato sobriamente in stile rustico, dispone di 100 posti nel suo interno e 60 posti nel giardino con vista sulle splendide mura dell'intatto Castello di Monteriggioni. Il gusto dei suoi piatti tipici toscani, sempre improntati alle ricerca di antichi sapori, pasta fatta in casa, tartufi, cacciagione, griglia al carbone e la visione di queste mura medioevali creano un'atmosfera particolare ed irripetibile. Durante la Festa del Tartufo Bianco e delle Antiche Ricette, rispettivamente da Ottobre a Dicembre e da Febbraio ad Aprile, vengono preparati anche menù speciali che esaltano i prodotti della campagna toscana. Il Ristorante è sempre aperto. È consigliata la prenotazione.
Il Ristorante " Il Piccolo Castello " è chiuso nel cuore della fortezza Medioevale di Monteriggioni che si erge con le sue 14 torri a simbolica difesa di un territorio di una bellezza dolce e ricca, piena di vigneti, oliveti e antichi casolari.
(4)
Tratto da: http://www.aislombardia.it/articolo.php?id=703
Vernaccia di San Gimignano 2007, Az. Agraria Le Rote – Loc. Le Rote
Oro vivo nel bicchiere, con sfumature di pera e note di pomplemo. Grintoso in bocca, polposo, con un centro bocca di buona larghezza ed una vena fresca e sapida di bella fattura. L'azienda risale al 1894 ed attualmente è condotta da Lina e Massimo Scotti con vigneti che si estendono su circa 25 ettari. 85/100
(5)
Tratto da: http://www.informacibo.it/vini/rosati/due-vini-antinori.htm
Cipresseto
Toscana - Indicazione Geografica Tipica Rosato 2006 Antinori
85% Sangiovese, 15% Canaiolo e altre varietàrosse complementari
Le condizioni metereologiche invernali e primaverili hanno favorito un rigoglioso sviluppo vegetativo. In alcune zone il freddo prolungato ha ritardato in maniera consistente la fioritura e l'allegagione. Ritardo recuperato quasi totalmente grazie alle temperature elevate delle ultime due settimane di Giugno e di buona parte di Luglio. Le basse temperature e le piogge cadute nel periodo centrale del mese di Agosto hanno rallentato i processi di accumulo, determinando un leggero ritardo di maturazione di 7-8 giorni, rispetto al 2005. Alla vendemmia le uve si presentavano sane con un rapporto ottimale tra zuccheri e acidità.
I grappoli sono stati diraspati, pigiati e pressati in maniera soffice. Il mosto ottenuto è stato raffreddato ad una temperatura di 10°C per favorirne la chiarificazione naturale e trasferito in serbatoi di acciaio inox a temperatura controllata dove ha avuto luogo la fermentazione alcolica ad una temperatura non superiore ai 15°C. Il vino è stato poi travasato e conservato per un breve periodo in serbatoi di acciaio inox ad una temperatura di 10°C, per mantenerne inalterati gli aromi caratteristici, e poi imbottigliato. Alcool : 11,0% Vol.
Con l'annata 1998 il vino viene chiamato "Cipresseto". Precedentemente si chiamava "Rosé Antinori" e fa parte della gamma Antinori ormai da anni ed è stato tra i primi vini rosati in Italia.
Colore rosato, con sfumature ciliegia. Ha un profumo ampio, aperto con note persistenti di frutta. Al gusto è morbido ed equilibrato, di buona lunghezza e acidità.
(6)
Qui ho trovato una ricetta alquanto simile: http://www.ciao.it/Secondi_Ricette_in_generale__Opinione_320289
6 commenti
05/09/2009
Cinghiale in dolceforte il 31 di agosto. Complimenti Grogghino...stomaci ruggenti! Complimenti anche per la location, Monteriggioni è spettacolare