Recensione su
Belvedere
Montese
Visitato il
05.09.2009 Buono Scritta da
Kava5150 Servizio:
Ristorante Spesa a testa:
33.50 Coperti:
1 2 commenti
C'è una cosa che non ho mai capito di quelli di Montese: quando si deve uscire a mangiare o si va al Belvedere o si va da Martino.
Riga.
Non ci sono alternative.
Senza nulla togliere a questi due locali, per carità, ma l'appennino è pieno di ristopizzatrattobar :)
Ma non c'è verso; Belvedere o Martino.
In occasione di una rimpatriata organizzata da alcuni vecchi amici "villeggianti" della montagna, colti da improvvisa saudade, ci ritroviamo un sabato sera dopo anni in piazza a Montese.
Siamo in nove: chi da Bologna, chi da Modena, due sono del paese.
Qualcuno è invecchiato bene, qualcuno male, con altri il tempo è stato impietoso :)
Siamo comunque sempre noi.
Quello che faceva ridere tutti è sempre lo stesso, il fenomeno è rimasto tale e quello che invece frantumava le palle a chiunque ora fa il consulente alla cgil. C.v.d.
Tuttavia mi fa piacere ritrovare alcuni amici che non vedevo e sentivo da più di dieci anni -e che grazie a quella trappola di fb mi hanno scovato-
Aperitivo veloce all'Ex Fantini, che da qualche anno si chiama Caffè della Piazza, ma che fa ancora dei dolci e delle paste spettacolari, ed ecco quindi la fatidica domanda: dove si va?
Eggià, perchè il mago che ha organizzato il lieto evento ha pensato bene di radunare la gente ma non di prenotare da qualche parte ;)
Machissenefrega! E' giàtanto essersi trovati.
"Poi con la crisi i ristoranti sono vuoti di sabato" dice uno.
"Sì, buonanotte..."
Dopo un paio di idee, ecco quella che temevo: "Belvedere o Martino".
E dagli!
Il sindacalista si oppone al viaggio in macchina (con la sua naturalmente, che tanto, precisa, non avrebbe mosso dal parcheggio).
Vabbè, è sabato sera, sono giàle 21.00 passate, non ci sono prenotazioni, dove cavolo si va?
Sembra sensato provare davvero il Belvedere.
Arriviamo a piedi davanti all'entrata.
Il locale è imballato. Strano però, c'è la crisi...
Fortunatamente, il fatto che due dei nostri siano del posto fa sì che si riesca a creare un tavolo anche per noi in men che non si dica.
Il ristorante si trova all'interno dell'omonimo albergo, una struttura con diversi decadi sulle spalle, ma ben conservata e ristrutturata.
Le sale sono due, grandi, con un bel numero di coperti.
Veniamo fatti accomodare nella prima, in un tavolo spazioso. Belli i piatti e la posateria.
Il menù è a base di piatti tradizionali, paste fatte in casa e carne.
Sullo stesso menù viene specificato che nelle tavolate oltre le 6 persone è consigliabile fare una proposta di assaggi uguali per tutti, per non incasinare la cucina.
Comprensibile, ma non deve essere imposto, come ci è sembrato più tardi.
Comunque sia, decidiamo di fare un tris per tutta la tavolata.
Ci facciamo tentare da tortelloni con ripieno di porcini e speck, dal risotto porcini e tartufo e, visto che siamo a Montese, patria delle patate, dagli gnocchi "deliziosi".
Da bere, diverse bottiglie di acqua, una bottiglia di Falanghina ed una di Lambrusco per cominciare.
Arrivano sul tavolo sei pirofiline suddivise in parti uguali: ogni primo in due di queste.
Cominciamo a servirci, senza esagerare, perchè le quantitànon sono certo abbondanti.
Infatti, alla fine verràfuori sì e no la quantitàdi un primo scarso a testa.
Il sapore però non è male, anzi. Buono il risotto, buoni gli gnocchi (ottima la consistenza della patata), anche se dietro la dicitura "deliziosi" si nasconde un semplice sughetto al pomodoro, buoni anche i tortelloni, ma dei funghi porcini non si sente nulla. In teoria, immagino debbano essere nel ripieno, visto che sono tortelloni verdi serviti con striscioline di speck. Ma davvero, io il sapore non lo sento.
Abbastanza anonima la falanghina, che arriva dalla mia parte del tavolo. Altrettanto mi dicono essere il lambrusco.
Passiamo ai secondi, che semplifichiamo a due scelte: stinco di maiale per cinque, entrecote con porcini per tre. Per il sindacalista una semplice insalata.
Di contorni, verdure fritte (patate, fiori di zucca e altro).
Il mio "dirimpettaio" chiede un sangiovese per la carne, e ci viene portata una bottiglia di Rocca delle Macie, niente di che.
Io prendo l'entrecote.
Buona la carne, e questa volta buoni anche i porcini, in accompagnamento.
Strano lo stinco. Di solito, soprattutto in montagna, lo si vede servito intero con l'osso.
Qui invece arriva senza osso, giàtagliato in circa 5/6 medaglioncini.
Normali i contorni.
Per concludere, alcuni di noi provano il dolce.
Io ed il mio vicino, che non amiamo i dolci, ma adoriamo il gelato, prendiamo un "tris" di gelati.
Curato l'impatto scenografico: su un bel piatto quadrato ci sono tre piccole ciotoline, una con gelato di fragole, una con gelato di ananas e l'ultima con gelato di macedonia.
Normale.
Caffè quasi per tutti (io salto), grappina per quattro persone.
Il sindacalista "ha giàfatto una certa", nel senso che sono giàquasi le 22.45 e saluta tutti e se ne va. Simpatico era e simpatico è rimasto.
Noi altri rimaniamo un po' a parlare, per poi proseguire la serata verso l'Indio.
Questa cena, alla fine dei conti, è costata 33,50 euro a testa.
Voto 2.
Il motivo è semplice.
La qualitàc'è, anche se personalmente non ho trovato un piatto memorabile.
Le quantitàperò sono state davvero striminzite, soprattutto per il primo e per lo stinco.
Inoltre abbiamo bevuto tre bottiglie in nove, e non era certo Ornellaia o Soldera 2001.
Con 33,50 €, soprattutto da quelle parti, posso godere molto di più in altri locali, sia per il cibo che per il vino.
Sicuramente tornerò, la sera che non vorrò fare molta strada da casa, ma allora vedrò di fare un tavolo ben più piccolo, per capire se il discorso delle quantitàcambia in positivo.
2 commenti
13/09/2009
Bellissimo spaccato...mentre leggevo mi sembrava di rivedere il film "compagni di scuola" e mi sono sganasciata dalle risate col sindacalista :) :). Mi dispiace per l'esperienza mangereccia non positiva, ma credo che il divertimento, invece, sia stato da 5 cappelli. Grande come al solito Fratellino Luca, complimenti :)