Recensione su Sayonara Casona di Marano sul Panaro
visitato da benandante il 27.11.2009

Recensione su
Sayonara
Casona di Marano sul Panaro

Visitato il 27.11.2009
Consigliato!
Scritta da benandante
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 20.00
Coperti: 1
3 commenti
salve a tutti, ieri sera al rientro da fanano abbiamo deciso di fermarci in questo vecchio ristorante, che frequentavamo secoli fa. naturalmente abbiamo trovato tutto cambiato e rinnovato, con una trasformazione che, a mio parere, deve essere costata non poco. Il locale si presenta arioso, ma a sala unica, quindi quando è pieno deve essere rumoroso, ma con i tavoli grandi e ben distanziati. La sala era calda a dovere. Sia la sala che i servizi igienici si presentavano puliti a specchio. Abbiamo ordinato un tortellone alla boscaiola, una scaloppina ai funghi, gnocco e tigelle per la consorte, un borlengo e un dolce, acqua non gasata. A parte era disponibile un servizio di antipasti a buffet libero, per cui ci siamo serviti di varie verdure fritte, buone ma tutte purtroppo fredde. Il tortellone è arrivato in fretta complice anche il fatto che in sala c'era solo una quindicina di persone, per cui la cucina non era certo sotto stress. Per i tortelloni, quindici per l'esattezza, quindi non pochi,il ripieno molto buono con formaggio parmigiano stagionato, verdure a pezzetti e non le solite frullate, ma la pasta molto dura nella congiunzione e il condimento infestato da una marea di panna che ne copriva il gusto. La scaloppina di maiale ai funghi era in porzione abbondante, due pezzi, ci avremmo mangiato in due, i funghi abbastanza buoni, la carne tenerissima, ma anche qui panna e panna, tanto è vero che stamattina alle 3,40 mi sono alzato a farmi un thè, perchè alla panna proprio non sono abituato. nel frattempo è arrivato un borlengo, a sentire la consorte molto buono, ed un cestino di gnocco fritto ottimo, e a seguire prosciutto invero molto salato, accompagnato da salame affettato a spessore di prosciutto, possibile che non si riesca a far capire ai ristoratori che ogni salume ha il suo spessore di taglio? e ancora un piattino con lardo macinato, un altro con un panetto di stracchino, e infine delle crescentine non eccezionali perchè cotte nella famosa e malefica tigelliera elettrica che non permette loro di lievitare, infatti erano sottili ma non lievitate al centro. il servizio è stato puntuale e discreto, ma non insistente, il dolce, una zuppa inglese, "ottimo e abbondante", quasi per due, il conto quaranta euro in due. fate voi, una cena buona senza infamia nè lode, peccato solo che l'eccesso di panna coprisse troppo il gusto dei piatti e che le crescentine non fossero al massimo delle loro possibilità. assegno tre cappelli perchè so quanto è difficile accontentare tutti....

3 commenti

candy
28/11/2009
Ciao benandante, ogni volta che compare il nome di questo locale, penso sempre alla cucina orientale, e mi frega tutte le volte :) Io, purtroppo per me , adoro tutte le pietanze pannose , pero' concordo con te sul fatto che se la ritrovi abbondante in diverse portate, il giorno dopo fai 24 ore di the. Forse, il personale del locale potrebbe segnalare ai clienti al momento dell' ordinazione, consigliando una successione delle portate che spezzi l' accumulo di panna + panna :)
Lucy...ah
28/11/2009
Ciao benandante, cosa sono i borlenghi? perdonami ma non essendo di Modena è un piatto a me sconosciuto..... uffa la panna!!!!!...ma la usano ancora????
benandante
28/11/2009
Il borlengo, ma in alcune zone del nostro appennino ha anche un altro nome, ovvero zampanella, non sono altro che sottilissimi pani, naturalmente non lievitati e croccanti, molto più sottili ad esempio della carta da musica sarda, ottenuti colando su di un testo di rame stagnato rovente una certa quantità di colla ottenuta con farina di grano tenero, acqua e sale. il testo prima è stato unto strofinandolo con un pezzo di gola di porcello. a cottura completata, poco tempo, si condiscono con un misto di parmigiano grattuggiato e pancetta o salsiccia tritata, magari con una bella dose di aglio. Si piegano in due o in quattro (a seconda di quanti sono i carabinieri disponibili) e poi, ovviamente si mangiano ancora ben caldi. è un piatto rustico di estrema semplicità, che oggi molti fanno col testo in alluminio antiaderente, vista la difficoltà di gestione del rame stagnato, ed i suoi costi.
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