Recensione su
Amelia
Monte San Pietro
Visitato il
03.12.2009 Consigliatissimo!! Scritta da
Kava5150 Servizio:
Ristorante Spesa a testa:
28.00 Coperti:
1 4 commenti
Io, Chiara e lo Scuro.
C'entra poco o niente con il film, ma era l'esatta formazione di attacco dell'altra sera.
Se ne può parlare per ore, se non giorni, dell'inutilitàdei "social network" quali facebook, delle applicazioni inutili e degli altrettanto inutili giochi che ogni giorno rubano ore a milioni di persone annoiate...
Però, se lo si usa nel modo giusto, l'intuizione è geniale ed i risultati li porta (come quando si dice "cacchio, la batteria dell'I-phone dura mezza giornata!", che è vero, utilizzando però tutte le applicazioni possibili, ma se lo usi semplicemente per quello che è, cioè un telefono, allora vai avanti mezza settimana ;) ma poi allora non compreresti l'I-phone e così via...un cane che si morde la coda).
Questa breve ed inutile introduzione è per far capire come nasce questa serata: tre buoni amici che, dopo il liceo, si perdono. Uno (io), è sempre in zona, l'altro (Angelo), cambia la gelateria di sua proprietàe si sposta dal centro di Bologna a non so dove in quel di Castel San Pietro Terme, l'ultima (Marika), parte per il giro del mondo, va a lavorare per la Coca Cola in Cina due anni, poi si trasferisce in Irlanda, dove diventa una dj techno anche apprezzata, si sposa, fa un figlio, divorzia e torna in Italia con pargolo nella casa natale.
Ai tempi non avevamo cellulari, i contatti si erano tutti persi (parliamo di quindici anni fa almeno), gli amici in comune erano pressochè inesistenti e non ci sarebbe stato alcun modo di rintracciarsi, non fosse stato per FaceBook.
Veloce scambio di cellulari, alcune battute, con Angelo (che nel frattempo è tornato ad abitare nel palazzo di fianco al mio - piccolo il mondo!) si ricomincia ad uscire insieme ogni tanto finchè ecco arrivare anche Marika.
"Dove si va? Ci vorrebbe un posto alla vecchia, di quelli dove si mangia bene, tradizionale, senza troppi fronzoli"
"Pronti! Andiamo dall'Amelia"
Sapendo che i miei due ospiti non lo conoscono, vado a colpo sicuro convinto di fare una bella figura.
Ritrovo a Castelmaggiore e, nel giro di mezz'ora, siamo alla Borra, davanti alla vecchia casa che ospita da ormai più di mezzo secolo questa storica trattoria.
Inutile descrivere ancora l'ambiente.
Basta dire che qui il tempo si è fermato agli anni '60.
E' come entrare in casa dalla nonna.
Ad accoglierci, Catia (credo la nipote dell'Amelia), sempre gentile e sorridente.
Qui il menù è elencato a voce.
Sette o otto primi, altrettanti i secondi, tutti della tradizionel emiliana.
L'offerta è vasta, la scelta quindi difficile. Verrebbe da prendere un po' di tutto...
Dopo un breve consulto inter nos, decidiamo per un bis e per un'assaggio di tortellini in brodo alla fine, "che pulisce", come dice Angelo.
I bis ci vengono portati in due fiamminghe, prima una, poi l'altra, appena la prima è spazzolata.
Sono garganelli speck, asparagi e (poca) panna e tagliatelle al cinghiale.
Entrambi ottimi, e in quantitàgenerose, al punto che facciamo tutti tranquillamente un paio di giri di ognuno, e Angelo arriva a tre, scarpettando i sughi rimasti.
Ecco quindi l'idraulico liquido :) ovvero l'ASSAGGIO di tortellini in brodo.
Una scodella a testa colma. Se questo è l'assaggio, figuriamoci il piatto normale.
Molto buoni. Brodo non saporitissimo, ma ci sta comunque bene.
Con i primi secchiamo una bottiglia di pignoletto frizzante ed una di acqua da un litro.
Seguiràun'altra bottiglia di acqua ed un quartino di bianco della casa.
I secondi.
Stesso problema per i primi, ma essendo giàabbastanza sazi decidiamo più facilmente: salsiccia alla griglia, filetto al pepe verde e "striccapogn" con pancetta. Come contorno, friggione! Evvai! (mai andare dall'Amelia senza assaggiare il suo friggione).
Sempre morbido e saporito il filetto. Molto buono.
Per chi non conoscesse gli striccapogn, altro non sono che un incrocio fra un tipo di radicchio e di tarassaco, serviti in una ciotolona da insalata, conditi con tanti pezzetti di pancetta saltata.
Arriviamo a fatica alla fine, tanto che rimane mezzo friggione, ma viene talmente apprezzato che senza chiedere nulla ci viene offerto in una ciotolina da asporto (che io non ho più visto, ma immagino che fine possa aver fatto :) ).
Io salto, ma gli altri due si concedono anche un dolce: torta di riso - due bei pezzettoni - e un blocco di creme caramel.
Molto buoni entrambi, dicono.
Concludiamo con tre caffè e due Jameson per Angelo, tanto guido io.
Ultime chiacchiere di rito con Catia riguardo ai bambini che non sono più quelli di una volta e alla neve appena scesa, poi siamo pronti per tornare verso la città, non prima di aver pagato 28 euro a testa, onestissimi come sempre.
Consigliatissimo.
E come sempre, ci si ritorna ;)
4 commenti
10/12/2009
Yeppa! :) :) :) Ottimo spunto di riflessione il tuo racconto. E discreta mangiata! :)