Imperdibile!!! Scritta da
cioz Servizio:
Ristorante Spesa a testa:
19.66 Coperti:
1 9 commenti Ultima tappa del nostro itinerario del centro Italia,Civita di Bagnoregio.
Civita di Bagnoregio,"la cittàche muore" è un paesino o meglio quel che resta di un borgo arroccato su una collina di tufo.Dall'inizio del '900 a causa della friabilitàdel terreno su cui è stato costruito,continue frane portano via case,strade,giardini.Gli unici abitanti rimasti sono prevalentemente anziani che non si vogliono staccare dalle loro radici.Negozi di chincaglieria,souvenirs,pseudo-trattorie hanno il sopravvento.Soltanto attivitàcommerciali rivolte alla moltitudine di turisti che affollano questo borgo.L'unico collegamento per Civita è un ripidissimo ponte.Prima d'arrampicarsi per quella che sembra una mulattiera e percorribile soltanto a piedi,urge rifoccilarci.
Alle 13 arriviamo a Bagnoregio,la scelta del ristorante è piuttosto casuale,chiediamo qualche "dritta" e scegliamo la Locanda Pucci siccome ha un nome simpatico ed è piuttosto vicina.
Parcheggiamo nella piazzetta antistante il locale,la porta d'ingresso direttamente sulla strada,l'insegna piuttosto anonima,sarà...Invece saliamo tre gradini e ci troviamo in un bel locale,piccolo,ma arredato con cura,una "bomboniera" senza però scadere nel pacchiano.Attraversiamo un salottino, con divani di un bel arancione caldo,sovrastato da un soffitto a piramide di vetro che permette di vedere i palazzi attorno,con tutta probabilitàoriginariamente doveva essere parte di un giardino interno.Entriamo nel ristorante vero e proprio,composto da un'unica sala con circa 20 coperti:i tavoli sono den distanziati e apparecchiati con cura,maioliche dipinte a mano,doppio bicchiere,tovagliati in cotone che riprendono i motivi delle stoviglie,posate in acciaio molto particolari.I pavimenti sono in pietra rossa,le travi a vista,composizioni di fiori secchi in grosse pentole in rame ed elefanti ovunque,sotto forma di quadri,ninnoli e anche dipinti sulle pareti.
Non vi è personale di sala,è la proprietaria ovvero la "Pucci",che accoglie gli avventori,prende le ordinazioni,serve ai tavoli con squisita ospitalità.
Nell'attesa delle ordinazioni,ci vengono gentilmente offerti un calice di prosecco di Conegliano Villa D'Arfanta,una ciottolina di olive nere in olio d'oliva e scorzette d'arancia piccanti,piccoli crostini di patè di fegatini e verdure.Squisiti,nonostante io non sia per nulla un'estimatrice del fegato e dei fegatini,sono gradevoli e delicati:il gusto dei fegatini non è invadente,per fortuna,prevale il gusto fresco delle verdure.Il menù è scritto a mano,in quanto cambia ogni settimana e propone piatti della tradizione dell'alto Lazio con l'utilizzo di prodotti locali e qualche proposta della cucina sarda essendo la cuoca proveniente da questa regione.Ordiniamo acqua naturale e frizzante,un mezzo litro di vino bianco locale fermo e fruttato e un quartino di sangiovese decisamente "beverino",un'assaggio di bruschette composte dalla classica bruschetta con pomodorini e olio extravergine laziale,con lardo,con un trito di carciofi ,con patè di fegatini,ottime.
Asia e Martina,le bambine,scelgono trenette al pesto,maltagliati di grano saraceno con fave e pecorino per me e Monica,tagliolini con tartufo nero per Furzeina,culurgionis per Massimo.A parte le trenette,tutta la pasta è fatta a mano e le porzioni sono abbondanti.I maltagliati sono di grosse dimensioni,ruvidi conditi in bianco con olio d'oliva,fave scottate,aneto e abbondante pecorino a scaglie.Un piatto della tradizione rurale,della "cucina povera",ma talmente ricco di sapori inaspettati.Il gusto leggermente amarognolo delle fave,contrasta con il pecorino molto saporito.I tagliolini di Furzeina,sembrano degli spaghetti alla chitarra,con abbondante tartufo nero a scaglie, sono saporiti ad estremamente profumati,buonissimi(me li ha fatti assaggiare! :) ).I culurgionis sono dei ravioli a mezzaluna con ripieno di patate e conditi semplicemente con burrro fuso.
Il pranzo scorre piacevolmente,senza fretta.
Per i secondi io e Furzeina decidiamo per una s.p.a,ovvero due portate diverse e a metàsi scambia il piatto!
Tagliata con tartufo nero e un tagliere di formaggi con una composta di frutta e miele.
La tagliata non è eccessiva,rosa e morbida con tante lamelle di tartufo.I formaggi,disposti a reggiera sono serviti su di un tagliere tondo di legno d'ulivo.Due spicchi di caciotta stagionata,due di pecorino romano,due di pecorino molto stagionato e due di emmenthal svizzero serviti con una ciottolina di miele di corbezzolo e composta d'albicocca casalinga a pezzetoni.I formaggi di ottima qualitàe prodotti in loco a parte l'emmenthal,naturalmente.Per Monica tre belle fette di coniglio farcito,spesse e servite con ciuffi di finocchietto selvatico fresco.Per Martina una tagliata al sangue e per Asia scaloppine al limone.Massimo si vuol tenere leggero e opta per un'abbondante insalata mista.Ormai siamo satolli quindi niente dolce,nè caffè,soltanto il conto.
118 euro con ricevuta fiscale così suddivisi:
vino 6 euro
3 acque minerali in bottiglia di vetro 6 euro
2 trenette 14 euro
1 tagliolino al tartufo 9 euro
2 maltagliati 16 euro
1 culurgionis 9 euro
2 bruschette 8 euro
2 tagliate 26 euro
1 coniglio 7 euro
1 tagliere di formaggi 6 euro
1 scaloppina 8 euro
1 insalata 3 euro
Politica del locale non far pagare il coperto,che sottolineo di pregevole fattura.
Ci arrampichiamo su per la mulattiera con una pendenza superiore alle nostre possibilità;),fino ad arrivare a Civita.Il paese "incerottato" da lavori di restauro un pò ovunque e da attivitàcommerciali acchiappaturisti.
Al margine del borgo una vecchietta dai grandi occhi azzurri,seduta su di un muricciolo di tufo,c'invita ad entrare in quel che resta del suo giardino,per metàfranato.
E' questa l'unica immagine vera,emozionante di Civita di Bagnoregio.
9 commenti
29/04/2010
Bellissima :)