Recensione su Trattoria al Ponte Belluno Veronese
visitato da carolingio il 23.05.2010

Recensione su
Trattoria al Ponte
Belluno Veronese

Visitato il 23.05.2010
Consigliatissimo!!
Scritta da carolingio
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 19.55
Coperti: 1
9 commenti
Dalla Chiusa di Ceraino in su, fin circa ad Ala, la Valdadige veronese, e la prima parte di quella trentina, è una meraviglia della natura. Ultimo lembo ovest della Valpolicella storica, la vallata è rimasta fuori dai circuiti edificatori per via della posizione decentrata e del sole, che, per sei mesi all'anno, i suoi abitanti vedono solo due o tre ore al giorno. Ora è un trionfo del verde, che si specchia nell'Adige e colora di smeraldo le strette anse del fiume, mirabili dall'alto delle rocce a strapiombo della Chiusa. Sopra, in un grosso sperone calcareo, il forte ottocentesco di Rivoli, in pietra, che controlla dall'imbocco tutta la valle. Tra la fine delle lezioni e l'inizio dei consigli di classe, c'era un'ora circa e, nei 15 anni che ho passato ad insegnare in questi posti, non avevo il tempo materiale per tornare a casa in macchina (mezzora di strada), mangiare e ritornar su. Quindi con i colleghi, anzi con le colleghe, perché erano tutte donne, quasi sempre ci fermavamo in questa osteria/trattoria di paese. E' in centro a Belluno, che non è una frazione molto grande: poche case in un angolo della valle, sono rimasti quattro veciòti e quattro marocchini, perché lì le case costano meno. L'edificio della trattoria è anonimo. Di fronte, l'ex caserma dei Lancieri di Montebello,in fase di ristrutturazione. Qui, fino a 90 anni fa, eravamo al confine con l'Impero Austroungarico. La grande scritta nera sul muro lo ricordava, ora vedo che è stata cancellata, spero venga ripristinata. Non ci crederei nemmeno io, se qualcuno me lo dicesse, ma la pista ciclabile esistente tra Dolcè e Peri l'ho fatta progettare ai miei alunni dodici anni fa. Ho portato i ragazzi lungo l'Adige a misurare gli spazi, a verificare le proprietà (che loro conoscevano benissimo), a decidere che tipo di lavori sarebbero stati necessari, utilizzando per lo più capezzagne esistenti. Il progetto preliminare è stato preso in mano dal Comune e, ottenuto il contributo dalla Regione, con alcune modifiche in sede esecutiva, l'opera è stata fatta, anche se non completata ovunque con l'asfalto. Per non compromettere le sacre chiappe del falchèto e per stoppare sul nascere la polemica pronta, ci spostiamo a Borghetto sul tratto asfaltato, in direzione di Avio, e poi Ala. Finito il bel giro di una ventina di km., a velocità folle (...), andiamo a mangiar qualcosa nella mia trattoria di una volta, segnalata ora da Osterie d'Italia e dal Gambero Rozzo (non Rosso). Osteria al piano terra, da mangiare al piano di sopra, servizi igienici a metà scala. Genuina (e deserta) l'osteria, servizi discreti (con una porta un po' malmessa), bellina la saletta da pranzo, con muri beige dipinti a fiori e decorazioni verde salvia. Le tovaglie sono rosa chiaro e le sottotovaglie sono beige, a fiori rosa chiaro e foglie verde salvia. Ci viene presentato il menu, abbastanza ricco, ma senza prezzi. Una piccola defaillance, per chi non conosce il locale, ma è già un passo in avanti rispetto al niente di scritto di qualche anno fa. Sappiamo già cosa prendere, non occorre che la gentile cameriera (mamma di un mio ex alunno) ci dica niente. A cinquecento metri dall'osteria c'è un bellissimo allevamento di trote, in vasche dove confluiscono le acque del Rio Molini, che scendono freschissime direttamente dal Monte Baldo. Quindi, trota salmonata in carpione per entrambi, con tranci di polentina cotta alla brace. A parte: capperoni sottaceto col manico, carciofini e peperoni, pure messi sottaceto, non so se da loro o comperati, buoni, normali comunque. La trota invece è squisita, come me la ricordavo, sempre freschissima lì. Una certezza. Il carpione pure, una ricetta della nonna, che è stata sostituita dal nipote, ora cuoco. Le poche note stonate della biciclettata riguardano l'acre odore del veleno dei vigneti, che a volte il vento ti spinge dentro i polmoni, ed il rumore dell'autostrada quando la pista vi si avvicina. Per il resto, la valle è veramente uno splendore, le acque dell'Adige luccicano al sole nei punti delle rapide, gruppi di papaveri si stagliano cremisi e ti spaccano gli occhi, il costone verso la Lessinia rigonfia di verde. Lungo la pista si vede un elegante cartello in legno con scritto: “State pedalando nella zona del Pinot”. Da bere, oltre ad una minerale gasata, ci facciamo portare mezzo litro sfuso di Pinot Bianco della Cantina Sociale di Avio, 12,5° stimati, sicuro dell'anno scorso, bello limpido, profumo delicato, sapore asciutto, lascia un leggero salino in bocca. A Belluno c'è un rinomato panificio dove fanno dei grissini eccezionali, mai mangiati così da altre parti, croccantissimi, a pasta molto fine. Stavolta, nel cesto del pane ci sono quelli alla cipolla: buonissimi. Prendiamo due primi a base di asparagi, la cui stagione sta volgendo al termine, e quindi non vogliamo farceli scappare. Crespelle al forno con crema di asparagi, delicatissime, squisite. Tagliatelle con asparagi e speck, più ruspanti, ma ugualmente prelibate. La presenza dello speck risente della vicinanza col Trentino. Il piatto di tagliatelle è superabbondante, quasi per due. Come dessert, ci dividiamo un ottimo semifreddo alle noci, fatto in casa da loro e cosparso di miele. Non l'avevo mai mangiato così, veramente molto gustoso. Il conto è di 39,10 euro in due. Capperi! Rientriamo a casa all'inizio del pomeriggio, giusto in tempo per vedere due falchetti che planano e girano insistentemente sopra il mio orto. Il mio falchèto è già dentro in casa che corregge compiti. E' meglio che rientri anch'io. Adesso mi aspetta il durissimo Zoncolàn (ma mi, però, sul divàn ;) )

9 commenti

Reginalulu
23/05/2010
Che spettacolo il Pinot bianco.....pur non essendo un'intenditrice amo molto questo vino e il suo colore. E i paesaggi che ci offri sono spettacolari altrettanto !
carolingio
24/05/2010
Sì, Regina... ieri è stata una giornata, qui da noi, che definire spettacolosa è dir poco... e passarla in Valdadige, con 25°, in bici, con un sole limpidissimo e una trattorietta così... beh :) ...
CANNES
24/05/2010
complimenti, ci hai fatto sognare, uno scorcio di natura così, il fiume, la trattoria, il cielo terso e i falchetti.... Grazie per il racconto degno di essere inserito in un libro di cronache di altri tempi !!!! mi ricorda lo stile letterario di Mauro Corona quando descrive la vita nella sua amata Erto. Una ennesima recensione di gran class !!! Alla prossima Carolingio, continua così.
golosona
24/05/2010
Che bella passeggiata, Carlo! Ma cos'è lo "zoncolan"?
carolingio
24/05/2010
Grazie Cannes! Ehm... non esageriamo... Mauro Corona, per usare un eufemismo, ha giusto qualche "ciuffo" più di me... :) (e anca la barba, me pàr... ;) ) Come Golosona? Lo Zoncolàn è la terribile salita che hanno fatto ieri al Giro, la "porta dell'inferno" l'hanno chiamata, col 15% medio di pendenza e punte del 22%, che, se non stai in avanti col peso, ti si alza la ruota anteriore... Come ho scritto, me la son fatta tutta... disteso sul divano a guardarli, i corridori... ;) :)
CANNES
24/05/2010
Golosona, lo zoncolan è una durissima e impervia salita del giro d'italia.
golosona
24/05/2010
Mamma mia che salita! Grazie a entrambi per la risposta, si vede che non me ne intendo proprio di bici, sport in genere e salite varie :)
joy
24/05/2010
L'ho fatto anch'io lo Zoncolan, da star in sal divan... Però non ho fatto la sosta che hai fatto tu al ponte :) :)
carolingio
24/05/2010
Sì, joy, se prima c'è una sosta... diciamo tecnica... lo Zoncolàn si affronta meglio... :) :)
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