Recensione su Ostaria Alla Peschiera Fontanaluccia
visitato da Gerry il 07.08.2010

Recensione su
Ostaria Alla Peschiera
Fontanaluccia

Visitato il 07.08.2010
Consigliatissimo!!
Scritta da Gerry
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 20.00
Coperti: 1
5 commenti
Esco sa 2 mesi di “dieta” e per congratularmi del fatto che son riuscito a calar di peso in modo evidente (me l'ha detto persino mia moglie) convinco la mia consorte a fare una visita alla Peschiera di Fontanaluccia. Le ragioni son diverse: innanzitutto, in questo pezzo d'agosto, siamo di stanza a Piandelagotti e, quindi, la distanza non è improponibile (da qui le curve sono meno di 100; giuro, massimo un'ottantina!), poi le recensioni lusinghiere trovate su GM e, ancora, il fatto che in questo versante dell'Appennino Modenese l'offerta di ristorazione non sia, per la mia esperienza, gran ché esaltante, tant'è che, spesso, mi sovviene di passare la “cresta” e “scollinare” in Toscana e, quindi, dobbiamo sperimentare. Detto questo, passiamo al dunque. Confermo tutte le belle parole spese da chi mi ha preceduto nel recensire il locale. L'ambiente, inequivocabilmente montano, è accogliente nella sua semplicità: una sala luminosa (anche all'imbrunire) dove abbonda l'impressione del legno, tavoli suppellettili e luminarie come a casa, niente che ti distragga dal cibo e dalla buona conversazione, … se capita. Siamo in due, io e mia moglie. Due antipasti “della casa”, cioè un tagliere di salumi e due ciotole di verdure. M'accodo ad un precedente giudizio: il salame è veramente ottimo, varrebbe da solo le ottanta curve, con l'unico limite delle due fette a testa. …. almeno, son fette alte mezzo dito! Il resto è più che commestibile, con un plauso particolare alle carote condite con aglio olio e una punta d'aceto ( … e che altro?) che, nella loro essenzialità, sono decisamente gustose. Mia moglie ordina un piatto di tortelloni, alla ricotta, conditi con burro e salvia ed io mi lascio tentare, siamo in montagna perbacco, dalle tagliatelle ai funghi porcini. Meglio i tortelli, ché le tagliatelle son condite con un sugo di porcini e pomodoro, ahimè! A seguire la trota, .. le due trote … Mi accorgo di avere impiegato, e ora e prima, un sacco di puntini di sospensione. La ragione mi è chiara senza bisogno di pensarci più di tanto. Ero, anch'io, in attesa di parlare della trota. Come dire: volevo creare, tra me e me, il climax adeguato. Signori: la trota! Davvero speciale. Forse “rustica” nella presentazione, forse semplice nei sapori, forse un poco “fritta” (non credo che sia semplicemente grigliata!), però veramente gustosa, se voglio fare sintesi di giudizio. Al termine della trance reciproca, poche parole di commento tra un mugolio e l'altro, io e Francesca, la consorte, ci siamo accorti che quello che rimaneva nel piatto era un'immagine da “fumetto”: semplicemente la lisca, bella netta e pulita da un lavoro di “ciuccia tura” (si può dire?) quasi professionale, da gourmande stakanovista, se la Francia di De Gaulle e la Russia di Stalin me lo consentono. Non mangio abitualmente pesce d'acqua dolce preparato da professionisti della cucina, qualche volta mi ci diletto io, con tutti i limiti del caso, però non ho dubbi: la miglior trota mai mangiata! La dichiarazione è impegnativa, me ne rendo conto, e vorrei che chi dovesse mai leggerla la sottoponesse al vaglio della propria “ragion critica”, nel senso che fosse cosciente della soggettività dell'osservazione e della futilità dell'argomento, però …. Abbiam terminato con una ciotola di mirtilli senza orpelli e due caffè. Abbiam bevuto un dignitoso lambrusco della casa e acqua di fonte (credo, spero, boh!). Abbiam pagato 20 eurini a testa. Sono uscito convinto di aver avuto tantissimo in cambio della spesa contenuta. Cucina complessiva da 2 cappelli, salame da 3 o 4 cappelli, trota da 5 cappelli, rapporto qualità/prezzo da 4 cappelli, se non 5. Voto complessivo, va là, sui 4 cappelli. Decisamente un'esperienza piacevole. P.S.: il titolare è, a suo modo, un personaggio. Non lo diresti un oste né un ristoratore, per visus e gesti, soma da Solgenitsin, e non solo (“Un uomo d'ingegno sa di possedere sempre molto, e non si rammarica di doverlo dividere con altri”). Per la “fortuna” del locale si è ritagliato un ruolo, semplicemente, di maestro di sala senza apparenti ingerenze in cucina.

5 commenti

carolingio
19/08/2010
Bentornato Gerry, un rientro alla grande! :) (la trota è un pesce povero, che, se è fresco e se è trattato come si deve, dà le sue soddisfazioni... :) )
Pagnota
19/08/2010
E'una vita che non vado da Franco sù alla Peschiera, ma vedo che poco è cambiato e che lui rimane sempre un personaggio.
joy
19/08/2010
Concordo con te che quel versante dell'appennino, non sia cosi fornito di posti di ristoro come la parte orientale, Pavullo e dintorni. Posto senz'altro valido ed economico. Saluti ed alla prossima ;) (tanto la dieta l'hai finita :) )
Lucy...ah
19/08/2010
80 curve per raggiungere la trattoria?..... e al ritorno sempre 80????
Gerry
23/08/2010
Caro Lingio, ti ringrazio per l'apprezzamento (tra l'altro, ricambiato in senso generale) e per il destro offertomi per una riflessione, spero condivisa. Che sia di maggior merito trattare una materia povera con artigianale perizia e farla diventare oggetto di notevole godimento, piuttosto che gestire da artista materiali ricchi e variegati ... col medesimo risultato! Mi sovviene, in altro ambito ma a questo proposito, la differenza che il grande Poe mette in bocca a Dupin tra il gioco degli scacchi e quello della dama. Alla prossima! P.S.: per Lucy ...ah! Le curve sono 80 tra piandelagotti e Fontanaluccio (ma sono un ottimista!), mentre dalla pianura ho l'imprssione si debbano usare altre unità di misura, altrimenti si è a fondo scala.
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