Buono Scritta da
Gerry Servizio:
Ristorante Spesa a testa:
25.00 Coperti:
1 2 commenti Martedì sera, un gruppo di colleghi di lavoro, qualcosa di più, amici forse, comunque colleghi complici e solidali.
Prima una partita di calcetto e poi una cena.
L'occasione non è solamente il post-calcetto ma, anche, un saluto conviviale ad un collega che s'è sposato alcune settimane addietro, lontano da Modena.
Insiste per riunirci attorno ad un tavolo. Ci lasciamo convincere, senza resistere troppo, peraltro!
La vicinanza del campo di calcetto ed il fatto che il martedì molti locali siano chiusi, lo ha indotto (è lui, lo sposo, che si fa carico di prenotare) a scegliere un ristorante di cui non ha alcuna esperienza. Nessuno di noi lo conforta in questo perché, come lui, conosciamo tutti, più o meno, l'insegna ma non ne abbiamo provato la cucina.
Abbiamo optato per un menù “fisso”, così da non mettere a repentaglio le fortune degli uni o degli altri: se di esperimento si tratta, che sia così per tutti.
Per me va bene: amo rischiare! A tavola, … e solo a quella.
Ampio parcheggio, locale spazioso.
Poche macchine nel piazzale ma, si sa, il martedì è giorno di chiusura per tanti anche perché non è serata vocata al mangiare fuori casa.
Ho qualche difficoltàa dire quale sia la vera relazione di causa ed effetto …
Acqua, sangiovese e bianco di Castelfranco, sfusi, per tutti.
La scelta è, lo comprendo, pericolosa, per nomi e modalitàcon cui sono “distribuiti”.
Ad iniziare: bruschette con dadolata di pomodori. Discrete, con il pane non troppo secco, pomodoro al giusto grado di maturazione, ma olio decisamente poco “presente”.
Poi, un bis di minestre: tortelli di zucca al burro fuso e salvia, gnocchetti con salsa di pomodoro e basilico.
I primi, i tortelli di zucca risulteranno poi, di gran lunga, il piatto migliore della serata: pesto ben dosato, in equilibrio tra dolce e salato, tra il dolce della zucca e l'apporto del grana, di pasta non eccessivamente sottile, ma nemmeno così alta da mantenere un ché di “crudo” nelle piegature.
Gli gnocchetti decisamente “gommosi”, appena salvata dalla salsa discreta. Me ne dimenticherò presto.
A seguire, carne alla griglia e patate fritte. Queste ultime molto migliori della carne.
La carne risulta eccessivamente grigliata, secca secca, sembra quasi ripassata in seconda cottura (od “asciugata” al forno).
Talmente secca da risultare indistinguibile: non mi son reso conto se nei piatti, al di làdi qualche wurstel, ci fossero tagli diversi e di quali animali.
Purtroppo la “quantità” della portata risulta eccessiva rispetto al gradimento.
Un sorbetto ed un caffè.
Nel complesso, appena sufficiente.
Non scendo ad un cappello per la solerzia del servizio, per il ricordo dei tortelli e per la pazienza postprandiale dei gestori, che ci hanno lasciato al tavolo, a chiacchiere liberamente, ben oltre l'orario in cui eravamo rimasti gli ultimi avventori del locale.
… ed anche, me ne scordavo, per la stria calda che ci veniva servita tra portata e portata.
Quindi, due cappelli.
Il costo della cena, eravamo ospiti, è frutto di una insistenza premiata, si fa per dire, da un'indiscrezione finale: se ho interpretato in modo corretto, lasciate un po' d'alea alla comprensione ed alla reticenza di chi si confida, l'importo a testa è sui 25 euro.
Se così è (fosse?), la cosa meriterebbe un altro pezzo di cappello, visto che il rapporto quantità/prezzo è (sarebbe) senz'altro alto.
2 commenti
24/09/2010
Ovviamente, concordo con la riflessione di "zio". Probabilmente, avrebbe bisogno di una gestione che lo caratterizzi in modo più marcato dal punto di vista della cucina. C'è bisogno di "identità" anche, se non soprattutto, nella ristorazione.