Recensione su Agriturismo Rubbio Portile
visitato da LoZioFede il 10.10.2010

Recensione su
Agriturismo Rubbio
Portile

Visitato il 10.10.2010
Buono
Scritta da LoZioFede
Servizio: Ristorante

Spesa a testa: 18.00
Coperti: 1
12 commenti
10-10-10 Quale data migliore per organizzare una rimpatriata con gli amici dell'università? Avverto tutti e faccio incidere una medaglietta ricordo, allora serve un posto alla mano dove chiacchierare e mangiare alla vecchia maniera, sito inoltre in un luogo abbastanza centrale e ben raggiungibile. Ecco la scelta del Rubbio, ci son passato davanti molte volte, andando avanti e indietro dall'università, anche se non era ancora l'Agriturismo di oggi, ma Paganine è comunque sede di tante rimpatriate del gruppo, quindi perchè non ritornare nei pressi del vecchio borgo? Leggo le recensioni su GM, noto con piacere che alcuni di voi scrivono che le cresenti sono più grandi del normale, quando di solito sono veramente moooolto più piccole. Son curioso, quindi Prenoto. 18 Commensali, da tutte le parti della provincia e anche un forestiero Bolognese. Due mi avvertono del ritardo, si trovano in altre regioni, ma stanno prendendo l'autostrada per raggiungerci. Del resto Modena sud è a tre giri di ruota da qui, quindi partiamo in 16, via... L'accoglienza è ottima, l'ambiente pulito e ben curato, il tavolone riempie un'ala della sala dimostrando comunque di poter ospitare tranquillamente altre dieci persone prima di arrivare in fondo alla stanza. Gli altri tavoli sono disposti su altre due file, quindi immagino che la sala inferiore, dove siamo ospitati, possa accogliere circa 75 persone. Il locale è pieno per meno di metà, ma il vocio è notevole, prtroppo l'acustica non si addice alle chiacchiere, si deve alzare la voce per sentirsi, ma non c'è problema, sono le 21, gli altri commensali andranno sicuramente via prima di noi. Una volta convenuto con i commensiali optiamo per la scelta aderente al motivo per il quale siamo lì: carsent e carsenta fréta (Prima che i contestatori si arrabbino, la cresenta fritta differisce dal gnocco per due sostanziali differenze: la crescenta è impastata con lo strutto, quindi fritta nell'olio, il gnocco è impastato con l'olio e fritto nello strutto; la forma poi, il gnocco è tondo ed un po' spesso, la cresenta rettangolare (In povere parole, quello che si fa in casa lo si può chiamar come si vuole, quello al risorante chiamiamolo in funzione della forma, così non ci sbagliamo)). (In montagna il gnocco fritto è la focaccia, fritta nel suo stesso olio dentro il forno, ma del resto il mondo è bello perchè vario, ma non abituiamoci a chiamare le cose nel modo sbagliato solo perchè lo fanno tutti) Ordino dunque crescentine cotte e fritte per tutti (il ragazzo non fa una piega, bene, sa come si chiamano), con formaggi e salumi. Avverto che c'è un vegetariano e una ragazza incinta, quindi dovrebbero portare anche verdure cotte e prociutto cotto, se possibile. "Non abbiamo verdure grigliate, ma vediamo cosa possiam fare, per il prosciutto non c'è problema" Le verdure ci sono, sono anche buone, tagliate a listarelle grosse, saltare e condite con olio prezzemolo ed un ombra di aglio. Il prosciutto invecie non l'hanno proprio, peccato. Per due viziosi che partono dal dolce, una porzione divisa in 2 di tortelli di zucca. Da bere acque minerali gassata e non e lambrusco della casa. Il pranzo è servito, il servizio rapidissimo ci porta le bevande. Il vino è imbottigliato con etichetta dell'Agriturismo. Un lambrusco grasparossa onesto, dal sapore maturo, ma non addolcito, come vuole il marketing, ed il classico retrogusto secco e...brusco. Pulisce bene la bocca, quello che deve fare per chi mangia nutella di modena (lardo con prezzemolo ed aglio). Poco dopo arriva la cresenta fritta, in pezzettoni tagliati di varie forme e dimensioni, ben cotta e poco unta. Di solito non la mangio, ma questa la assaggio, è buona e non eccessivamente salata, l'olio c'è, ma la cottura fatta con calma la rende ottima. Arrivano anche i companatici: vassoi di affettato misto, non proprio misti, mortadella (profumatissima e buona, ma non adatta alla cresenta calda). Formaggi pochi, ma buoni, una caciotta tenera di vaccino e due misto pecora di circa 2 e 3 mesi. Lo stracchino a parte un po' scarso per le fauci dei commensali. La nutella di modena, indispensabile con le cresenti. Ve la spiego: le cresenti nascono come pane per la seconda colazione, quella delle 9 del mattino, quando si torna esausti dai campi dopo aver lavorato dalle 5 del mattino, prima di andare a curare le bestie nella stalla, che nel frattempo le donne hanno munto (se son mucche). Son condite con una cosa energetica gustosa e povera: la Cùnza. Le Cunza è fatta di pancetta, battuta a mano e condita con sale grosso, rosmarino ed aglio, il tutto sminuzzato assieme nella battuta. La stessa cunza, bollita per ore, si usa per i borlenghi. A Mooodena, per rispermiare, si usa il battuto di lardo, che non è la cunza, ma è buonino lo stesso, e iuo, essendo una cosa moderna inventata dalle buone genti di pianura, la chiamo Nutella di Modena. Il vassoietto delle marmellate, molto apprezzato per chi ama i gusti di una volta, presenta un'interessante marmellata di pruge, una particolare composta rossa che sembra essere di rosa canina (mi son dimenticato di chiedere, ve lo dirò), poi due cose strane gialine e marroncine che odoravano di nocciole. Le commensali che l'assaggiano dicono essere due creme alle nocciole con e senza cacao, non apprezzano quella bianca, ma non disdegnano quella con cacao. Io non discuto sui gusti, ma sulla tradizione. Potete mangiare tutto quello che volete, ma non dite che la Nut-ella (emulsione di grasso sintetico e di pollo (oh pardòn: E4xx), nocciole e zucchero con tracce di cacao) è buona con le cresenti calde, non prima di aver assaggiato quello che ci mettono i vegetariani! Il dolce dell'uomo di Zocca è la crescenta con Sapore e Stracchino. Vanno bene tutte le marmellate e tutti i formaggi, mescolati a piacere nei modi più disparati. Provate e vedrete che non mangerete più emulsioni di pollo. Comunque apprezzo la cosa che non ci siano le bustine di Nutella, ma una curata presentazione di tutte le cose gustose che si possono mangiare. Arrivano poi finalmente le crescentine. Con mio piacere sono della dimensione e della forma 'Normale', non microscopici tigelle (,dure come le), ma morbide e quasi cotte. Dentro c'è un po' di gnagna (pasta non cotta), ma ci sta. Devo sgridare, per questo, tutte le ragazze che si lamentano se i farinacei sono leggermente cotti (cotto=dorato) apitetandoli come bruciacchiati, per colpa loro esiste la Celiachia, allegia nata dal fatto che la madre incinta mangia lieviti crudi assieme al glutine (pane). E' vero che le molecole appiattite dei cibi carbonizzati sono cancerogene, ma questo è vero per i grassi di origine animale, non in generale. In generale il ministero della sanità si è pronunciato denotando la pericolosità del carbone (carbone non stinatura) perchè contiene nitrati. (Allora buttate l'aqcua uliveto perchè è cancerogena e mangiate il pane cotte, che di nitrati ne ha meno!) (Scusate lo sfogo, ma non trovare più il pane cotto mi fa andare in bestia!) Concludo rapidamente. Il locale è sevito da un solo ragazzo, molto gentile e servizievole, ma le due colleghe che sono appoggiate al muro e sedute sulle scale che vanno ala sala di sopra, non alzano un dito. Il cibo, come ho detto, è un po' scarsino, quando ordiniamo un altro giro devono riaccendere i fuochi (hanno sonno? sono solo le 21.40!) e quando ci raggiungono gli altri 2 commensali, uno fa in tempo a prendere il secondo giro (21.45), l'altro si sente dire che la cucina è chiusa (sono le 22). Il secondo giro di crescenta fritta è molto unto, l'olio si era raffreddato ed hanno riacceso in fretta. Le cresenti sono scongelate, e si aprono ametà senza il coltello, mostrando l'interno crudo. Una pecca non perdonabile dato che sapevano quanti siamo, gli ho detto quanto mangiamo, e le porzioni portate erano molto anoressiche. Qualcuno gusta il dolce, mascarpone e zuppa inglese. Il mascarpone è molto classico, servito in una tazza di vetro. La zuppa Inglese invece è interessante preparate in una singola ciotolina di vetro, con savoiardi piccoli e ben inzuppati, le creme non esaltanti, ma buone. Alla fine comunque il ragazzo non farà pagare i due commensali ritardatari, mi sembra il minima, uno non ha mangiato. Ma tutto sommato penso che ci stia, è domenica sera, a pranzo hanno sicuramente avuto un matrimonio, sono stanchi. Però le due cameriere potevano sollevare il sederino e chiedere cosa volevamo, anziche lasciare che chiamassimo spemte noi il ragazzo che non portava mai nulla dopo il primo giro. Questo non è un bel biglietto da visita. Quindi penso che 2 cappeli li posso dare, per il luogo e per lo spirito. Le cameriere non ne meritano nemmeno uno. Il cibo dai 3 iniziali all'1 finale, media 2. Quindi: Crescenti cotte e fritte, salumi e formaggi, marmellate per 16 (scarsi) 4 Lambruschi (dobbiamo guidare dopo) 8 acque 6 dolci 1 amaro (il bolognese ;), ma è comunque di Modena trapiantato) 290 oiro, circa 18 a testa, equilibrato.

12 commenti

Gerry
11/10/2010
Mi piace la recensione, condivido le osservazioni generali, tra le quali non posso non commentarne una: la Nutella con le tigelle, o viceversa, scatenano in me una rancorosa sopportazione. Vista la diffusione del "reato", sopporto; visto che di "reato" si tratta, covo il rancore! Comincio a "sentire" una certa fede in zio!
Gerry
11/10/2010
Non vorrei iniziare una discussione sul "vello delle pecore" (o sul sesso degli angeli?), però, ZioFede (Lo), ti devo far notare che un bicchiere di lambrusco nel piatto dei tortellini in brodo fa senz'altro parte della tradizione. La prima volta che l'ho visto fare avevo si e no dieci anni, alla tavola del nonno che, alla seconda passata, di zuppiera e tortellini, della nonna, da in là al formaggio, riempie con un sospiro il bicchiere, a mezzo, col lambrusco e lo rovescia nella fondina. Io mi son messo a ridere, pensando ad uno scherzo del nonno, che, invece, mi rimbrotta e mi conciona -di bicchieri di vino ne aveva ingurgitati già qualcuno- sul fatto che il nonno, il suo, glielo aveva insegnato dopo averlo appreso, a sua volta, da non ricordo più chi. Facendo i debiti conti, andiamo attorno al 1850 o poco oltre. Direi che basta ed avanza per parlare di "tradizione".
LoZioFede
11/10/2010
Ciao ragazzi, non ho ben capito perchè chiamate critiche le vostre frasi, dato che avvallate ciò che intendevo dire. Credo diessemri espresso male e chiedo scusa. Il lambrusco e il Reggiano (alias ParmigianoReggiano) vano d'appertutto nella cucina tipica modenese. La cosa più buona del mondo a cena è il grnocco o crescenta fritta con l'uva di lambrusco la sera, e tocciata nel caffè latte la mattina dopo. Solo una precisazione, quando scrivo Nutella Modenese, intendo lardo di MAIALE, il re della tavola. Se scrico Nut-ella intendo nocciole, E473, zucchero, E432, E437, cacao. E la mia punta alla matita sulla nut-ella non è tanto perchè non mi piaccia, mi limito a non mangiarla. Quanto al fatooche suggerisco di provare prima con ricotta e savòr, fichi e pecorino, caciotta emarmellata di prugna, ...
LoZioFede
11/10/2010
:-D Caro Zio, il vello delle pecore è morbido e puzza di pecora. Se ben conciato può essere un buon scaldapiedi, ma non consiglierei a nessuno di assaggiarlo. Meglio il latte, con il quale si fanno ottimi formaggi, poco in uso da noi, molto di più in Sardegna, ma grazie alla globalizzazione un po' di pecorino Sardo non solo arriva fin qui, ma molti sardi si sono trasferiti nell'appennino tosco emiliano e fanno ottimo pecorino con pecore dal vello sardo. Insomma, tutto torna fino a che non pensi che verso fa il muflone dorato.
carolingio
11/10/2010
Mi dispiacerebbe zio che tu passassi la nottata così, nell'incertezza. El muflone, zio, el fa come la pègora, solo che bela parecchio di meno e ha un'impostazione un po' più cupa, da maschione. E' presente soprattutto in Sardegna, Corsica, Cipro e Rodi. Quello sardo, quando fa il verso per richiamare la tua attenzione, fa: "AIOOO'!!" (da Nonciclopedia) Se ti interessano altre informazioni, sempre da Nonciclopedia, il peso varia dai 25 ai 40 Kg, a seconda del fardello di corna che il povero muflone è costretto a sopportare. La caratteristica tipica del maschio è appunto la presenza sul cranio delle due grossa corna, la cui crescita segue il variare del tempo, delle stagioni e della fedeltà della compagna. Gli individui più bersagliati hanno corna spiralizzate in senso laterale e sono oggetto di scherno da parte di tutto il regno animale, fatta eccezione per i cervi che hanno ben poco da ridere anche loro. Il pelo del muflone è ispido e il suo colore è fulvo d'estate e blu cobalto in inverno. Nelle mezze stagioni è argentato quando va verso l'inverno e dorato quando va verso l'estate. Due mufloni traditi lottano per una femmina. Cornuti e mazziati, qualcuno potrebbe dire. Sempre secondo Nonciclopedia, il muflone mangia principalmente l'erba e qualche volta se la fuma. Si nutre anche di bacche, radici, insetti e stracchino. Adora la Pepsi Cola. È un animale prevalentemente diurno e raramente lo si vede in giro di notte, tranne forse il Sabato sera. La stagione degli amori per un muflone è un banco di prova fondamentale. In questo periodo i maschi si avvicinano ai greggi di femmine e iniziano a fare le postegge. Tra i maschi si scatena un'accanita competizione per attirare l'interesse della femmina per cui alcuni sfoggiano il pelame lucido, altri le corna sviluppate, altri la BMW parcheggiata fuori dal recinto. La speranza di vita di un muflone varia dai 12 ai 15 anni, a seconda del suo stile di vita (fumo, alcol, gioco d'azzardo). Per il muflone di Sardegna ci sarebbe da fare tutto un discorso particolare. Lì i mufloni si chiamano Supitàrri e sono visibili praticamente ovunque, nelle rigogliose campagne del Patagarriddi o nel centro di Cagliari, mentre sorseggiano una granita seduti al tavolino di un bar. Animale fortemente esoterico, in Sardegna il muflone è venerato come una divinità ed è quindi considerato una benedizione divina, come una vacca in India o una escort a Villa Certosa. Ogni atteggiamento del muflone ha per i sardi una forte valenza simbolica: due mufloni in coppia si chiamano Pataghèrri e preannunciano un lieto evento, tipo la nascita di un bambino. Tre mufloni che bevono acqua si chiamano Sisinnaje, e preannunciano freddo e piogge, mentre due mufloni che bevono spumante staranno festeggiando qualcosa e saranno pure fatti loro. E' sufficiente? Ciao zio bonanòte, se vedèmo dominica! :) Ottima recensione ZioFede, complimenti! :)
joy
12/10/2010
@zio, diciamo che il vino nel brodo è una tradizione contadina, e mi sembra che nel mantovano sia ancor oggi diffusa.
carolingio
12/10/2010
Concordo. Mio nonno era di S.Biagio, lì vicino a te joy, stava in un cascinale in mezzo ai campi e la domenica erano sempre tortellini in brodo, con dentro mezzo bicchiere di lambrusco... :)
golosona
12/10/2010
Carolingio, cosa ti sei bevuto?! A domenica :)
Rolando
12/10/2010
IMHO la mortadella è il salume ideale per il gnocco fritto!!! A te non piace oppure pensi che non sia un abbinamento ideale?
carolingio
12/10/2010
Ahahah... ho bevuto normale :) (dunque non proprio poco poco... :) ) Ma sul muflone rodigino ci sarebbe un trattato... :) Va ben, zio, faccio un'opera buona e lo risparmio :)
Rolando
12/10/2010
il mondo è bello xchè è vario... :)
LoZioFede
15/10/2010
Ah ah che bella sequenza di trhread alla maniera di fodonet! :D <quote> Adesso pero' mi spieghi il verso del muflone dorato o argentato... 11-10-2010 - [zio] </quote> Caro zio, parafrasando Elio, la mucca fa /Mu:/ il merlo fa /mé-mé-mé-mé-mé/ (acuto e veloce), il muflone fa /gronf!/ rappresenta dunque una eccezione. Perchè? Perchè è il muflone dorato, antico compagno di merende di Enea, che fa /Muef/ (letto alla tedesca con ue=U con dieresi). Ecco spiegato l'arcano....si fa per dire ;)
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